giovedì 6 ottobre 2016

Ne è valsa la pena

Gino Paoli - Albergo a ore

Eravamo giovani e determinati a far ricredere tutti i vecchi delusi dalla vita che ci ripetevano che non ce l'avremmo fatta.
Non sapevamo cosa fosse l'amore, sapevamo solo che ci sentivamo incompleti quando eravamo lontani.
Gareggiavamo per l'oro olimpico nel rincorrere i treni per incontrarci in ogni parte d'Italia.
Ci accontentavamo di dividere una vaschetta di gelato sul letto, poi mi toglievi il cucchiaio dalla bocca per appoggiare le tue labbra al suo posto.
Mi insegnavi a danzare in quei pochi metri quadrati di mondo che ci erano stati concessi e che erano il palcoscenico della nostra storia.
In quella stanza di un collegio fascista ci amammo come mai eravamo stati in grado di fare prima.
In quella stanza le pareti bianche divennero colorate dei suoni delle nostre risate che si univano in una danza sconosciuta ai più.
In quella stanza di un collegio fascista ho scoperto cosa fosse l'amore.

Quando un uomo si sente addosso quello sguardo, quell'espressione, è inevitabile che gli esploda qualche cosa dentro.

Forse è questo l'amore, niente altro che questo: una serie infinita di infarti. Uno per ogni volta in cui ci si vede, ci si sfiora, ci si dice addio. 
E non importa quanto tempo sia trascorso dall'ultima volta in cui i nostri destini si sono incrociati, trovarti in mezzo alla folla mi farà sempre fermare il cuore per qualche attimo.

Sembrava di vedere il sole quando lei rideva, credimi.

In quella stanza ho imparato che alcuni attimi sono unici e per quanto si possa tentare di dar loro la caccia non riusciremo mai più a ricrearli. Forse il nostro amore era tutto lì, racchiuso come un tesoro inestimabile in quelle quattro pareti spoglie e poi all'improvviso piene di tutte le sfumature dell'arcobaleno.
Mi guardavi con gli occhi di un bambino incantato dal mago che non gli svelerà mai il suo asso nella manica.
Mi guardavi come se al mondo non esistesse nessun altro al di fuori di me.
Ma arriva sempre un momento in cui il bambino, crescendo, scopre il trucco del mago.
Eravamo giovani e determinati, ma non abbastanza da impedire a quei vecchi di avere ragione. 

C'è la neve nei miei ricordi, c'è sempre la neve.
E mi diventa bianco il cervello se non la smetto di ricordare.

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