lunedì 5 dicembre 2016

Le tue mani, le mie mani


Mani che si sfiorano.
Mani che trattengono.
Mani che lasciano andare.
Mani che rincorrono.
Mani che si cercano.
Mani che scoprono.
Mani che graffiano.
Mani che stringono.
Mani che accarezzano.
Mani disperate.
Mani sofferenti.

Le tue mani, le mie mani.
Intrecciate, lontane.
Sono sempre una cosa sola.

domenica 27 novembre 2016

Baciami adesso anche se piove


Ross, tieniti forte, Paolo Fox ha detto che vivrai un grande amore.
Paolo Fox mi sa dire quanti soldi ho sul conto visto che non ho tempo di guardarci?
Perché, che cosa stai facendo?
Mi sto preparando.
Esci di nuovo?
E a te che importa?
Lo sapevo, lo sapevo!
Non stiamo insieme.
Questo lo dici tu.

~~~

Stasera eri decisamente la più bella alla festa, nessuna brillava quanto te.
Non starai esagerando?
Tutti gli occhi erano puntati su di te, lo sai benissimo.
Non mi sono accorta di nulla, ero troppo impegnata a ballare con te.
Credo che li abbiamo sorpresi.
Si abitueranno.

~~~

Io lo so già come andrà a finire, non porterà nulla di buono questa storia.
Non mi sto innamorando di lui, tranquilla. Usciamo e ci divertiamo un po', tutto qui.
Non ti credo.
Ok, ma se fosse lui?
Non lo è, allontana questa idea o manderai all'aria una storia fantastica per colpa di uno che vuole solo divertirsi.

~~~

Se dovessi scrivere un libro sulla tua vita, di cosa parleresti?
Non lo so, tu di cosa parleresti?
Del cibo sicuramente. Avvengono sempre davanti ad un bel piatto di pasta le scene più belle della mia vita.
Come fai a sapere sempre cosa dire?
Scriveresti un capitolo su di me e sulle mie risposte perfette?
Anche più di uno, spero.
Wow.
Le bollicine stanno facendo effetto, scusami.
Nessuno mi aveva mai detto una frase così bella e così sentita prima d'ora.

lunedì 21 novembre 2016

Il tuo maglione mio

"È tardissimo, sto tornando a casa e ti volevo dire che sono completamente fatto. Fatto di te."


Sto dormendo poco, metà dei miei trucchi è sparsa per la tua camera ed ogni scusa ormai è buona per vedersi in qualsiasi momento.
Eppure forse è proprio questo quel che ho cercato tanto a lungo.

Tutte queste smancerie non sono da me.
Nemmeno da me.
Stiamo esagerando.
La verità è che ti piaccio.
Sì e non me l'aspettavo.

Parla apertamente, sii esplicita.
Non mettere paletti tra di noi, oggi siamo stati davvero bene.

Peccato che il mio taxi alla fine si chiamasse Bravo 86 e non Drago 86, ma d'altro canto le cose perfette non mi sono mai piaciute, quindi va bene così.

Se sei stata bene torni, lo sai anche tu.
Guardami, me ne sto andando.
Non mi pare.
Lasciami andare.
Non ne ho la minima intenzione.

Però devo ammettere che l'odore della tua felpa mi piace da morire e potrei volerla tenere davvero.
Lo avresti mai detto?

Per mille ragioni diverse Fatto di te è già la nostra canzone e non mi dispiace affatto.

sabato 12 novembre 2016

Situazioni della vita

Una bottiglia di vino.
Una terrazza per poter osservare tutto da una prospettiva nuova.
La persona sbagliata accanto.

Una spiaggia deserta.
Il richiamo del mare.
La persona sbagliata accanto.

Una collinetta da cui osservare il mare di notte.
Una serenata meravigliosa.
La persona sbagliata accanto.

Una canzone mai sentita prima.
Due mani che si intrecciano mentre danzano.
La persona sbagliata accanto.


Ho capito subito che erano le persone sbagliate, ma ho impiegato più o meno tempo per ammetterlo. Spesse volte mi sono lasciata trascinare dagli eventi fino a quando non ho più potuto ignorare la realtà. Era semplicemente più semplice, o così mi sembrava.
La persona giusta accanto a te va via sempre prima che la musica finisca.
Sta a te rincorrerla e fermarla prima che sia troppo tardi.

sabato 29 ottobre 2016

Tre video #4


Thegiornalisti - Fatto di te
Un genio di nome Carmine Bello ha scelto di unire una canzone del mio nuovo gruppo preferito a delle scene di Acqua e sapone di Verdone. UN GENIO, VI DICO.

Una mamma per amica
Ora che è uscito il trailer mi sembra davvero reale: le Gilmore stanno per tornare a rischiarare le nostre vite. E questa volta, santo il cielo, Rory e Jess faranno bene a rimettersi insieme per sempre.

Eva Rea
Se seguite X Factor sapete già chi è, secondo me merita una chance perché per una volta sentiamo qualcosa di diverso nel panorama della musica italiana femminile. Io continuo a fare il tifo per lei. 

giovedì 6 ottobre 2016

Ne è valsa la pena

Gino Paoli - Albergo a ore

Eravamo giovani e determinati a far ricredere tutti i vecchi delusi dalla vita che ci ripetevano che non ce l'avremmo fatta.
Non sapevamo cosa fosse l'amore, sapevamo solo che ci sentivamo incompleti quando eravamo lontani.
Gareggiavamo per l'oro olimpico nel rincorrere i treni per incontrarci in ogni parte d'Italia.
Ci accontentavamo di dividere una vaschetta di gelato sul letto, poi mi toglievi il cucchiaio dalla bocca per appoggiare le tue labbra al suo posto.
Mi insegnavi a danzare in quei pochi metri quadrati di mondo che ci erano stati concessi e che erano il palcoscenico della nostra storia.
In quella stanza di un collegio fascista ci amammo come mai eravamo stati in grado di fare prima.
In quella stanza le pareti bianche divennero colorate dei suoni delle nostre risate che si univano in una danza sconosciuta ai più.
In quella stanza di un collegio fascista ho scoperto cosa fosse l'amore.

Quando un uomo si sente addosso quello sguardo, quell'espressione, è inevitabile che gli esploda qualche cosa dentro.

Forse è questo l'amore, niente altro che questo: una serie infinita di infarti. Uno per ogni volta in cui ci si vede, ci si sfiora, ci si dice addio. 
E non importa quanto tempo sia trascorso dall'ultima volta in cui i nostri destini si sono incrociati, trovarti in mezzo alla folla mi farà sempre fermare il cuore per qualche attimo.

Sembrava di vedere il sole quando lei rideva, credimi.

In quella stanza ho imparato che alcuni attimi sono unici e per quanto si possa tentare di dar loro la caccia non riusciremo mai più a ricrearli. Forse il nostro amore era tutto lì, racchiuso come un tesoro inestimabile in quelle quattro pareti spoglie e poi all'improvviso piene di tutte le sfumature dell'arcobaleno.
Mi guardavi con gli occhi di un bambino incantato dal mago che non gli svelerà mai il suo asso nella manica.
Mi guardavi come se al mondo non esistesse nessun altro al di fuori di me.
Ma arriva sempre un momento in cui il bambino, crescendo, scopre il trucco del mago.
Eravamo giovani e determinati, ma non abbastanza da impedire a quei vecchi di avere ragione. 

C'è la neve nei miei ricordi, c'è sempre la neve.
E mi diventa bianco il cervello se non la smetto di ricordare.

mercoledì 21 settembre 2016

Tre video #3


6 places in London you've never seen
Londra attraverso gli occhi di un matto ciclista. Un modo diverso dal solito per conoscere questa meravigliosa città.

The Royals 3
Non sto più nella pelle. La mia dose di trash settimanale sta per tornare. 

Il cheyenne e i 50 modi di dire sciocco
Giovanni Sada prima di diventare Giosada era una cheyenne barese con un canale youtube condiviso con il solo e unico Mimmo. Una vera perla del panorama comico pugliese.

Gonzalino


Gonzalino lo spagnolino è un ragazzo che ho conosciuto a Londra con tatuato il nome di sua madre sul bicipite.
Lavora nell'ostello dove ho vissuto una settimana, è stata la prima persona con cui ho scambiato qualche parola appena arrivata lì. Ci siamo guardati e lui è arrossito.
Ha lasciato il suo paesino minuscolo con un fagotto sulle spalle e ora sogna di comprare un ostello e di mettere su famiglia in Inghilterra.
Ha una fidanzata tedesca, si vedono una volta al mese e tanti segreti riempiono la distanza tra di loro.
Ha gli occhi color dell'ambra e quando ti fissa lo fa in un modo così profondo da spaventarti un po' perché sembra leggerti nel pensiero.
Non parla mai di suo padre, ma tu non chiedergli niente, lascialo parlare, ti dirà dei suoi sogni e di come si sia innamorato di Londra in gita in seconda superiore e di come abbia deciso di tornarci perché per nessun'altra donna, eccetto la sua mamma, prova un sentimento simile.
In pausa pranzo va a comprare un'insalata da Sainsbury's e la mangia in ostello, mentre legge i classici russi.
Ha molti altri tatuaggi, tatuaggi che forse mostra a tutte le bionde dell'ostello, ma significano davvero qualcosa per lui, uno ad esempio rappresenta la speranza perché dice che è l'unica ragione per cui valga la pena rialzarsi dopo una caduta.
Mi ha raccontato tutte queste cose un sabato mattina, dopo che avevo trascorso la notte in qualche locale di Londra e, senza dormire, ero andata a Notting Hill per il mercato dell'antiquariato. Me le ha raccontate per conquistarmi, ma io quel giorno ero troppo stanca per capirlo.
Abita in un piccolo appartamento in quello che avevo soprannominato "il palazzo dei festini" perché ogni sera, tornando in ostello, non importa che ora fosse, qualcuno stava dando una festa. Ma lui a quelle feste non andava mai. Tutte le sere lo vedevo nel pub sotto casa sua. Non beveva, osservava attentamente le ragazze fino a quando non individuava la sua preda. Prima di lasciare il pub, passava a rubarmi una patatina dal piatto e mi augurava la buonanotte.
Se tornassi in quel quartiere, sono sicura che lo troverei ancora lì, ma nemmeno questa volta salirei a casa sua, perché di un furbetto come Gonzalino non ci si può fidare, con quei suoi occhi innocenti ti promette di essere solo tuo, ma il cuore chissà dove lo ha nascosto.

lunedì 5 settembre 2016

Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto

Mango - Bella d'estate

"Non è ancora finita."
Questo è quel che ho scritto domenica al tramonto sulla sabbia, appena prima di partecipare ad una festa di fine estate a dir poco memorabile.
Ma non vi voglio raccontare delle feste, né della gente che lì ho conosciuto, voglio piuttosto scrivere dell'unico che quest'estate è stato in grado di farmi provare delle emozioni reali, l'unico che vorrò ricordare quando tra vent'anni mi guarderò indietro e ripenserò alla prima volta in cui ho indossato un costume intero. Non è tragicamente triste il modo in cui rapidamente appassiscono i ricordi? E allora eccomi qui ad imprimerli per sempre prima che dimentichi il sapore delle sue labbra sulle mie, prima che io dimentichi i brividi che mi provocava il suo sguardo, prima che tutto quel che avrebbe potuto essere prenda il posto nella mia memoria di quel che è realmente stato e che non sarà mai più perché certe sensazioni devono essere vissute d'estate, quando hai la pelle salata e i capelli umidi, altrimenti poi si perdono come granelli di sabbia ed è inutile cercare di ritrovarli perché il loro significato ed il loro valore sono scomparsi.
Forse non è stato amore, forse era solo un capriccio, forse pensava di avere più tempo per sistemare tutto, forse invece mi ha risparmiato una grande delusione, ma ormai non è più tempo di tormentarsi con i dubbi.



Ricorderò la prima volta in cui l'ho visto, eravamo sulla passerella e lui ha smesso di lavorare per fissarmi in silenzio, poi la prima volta in cui mi ha rivolto la parola, quello stesso pomeriggio mentre io e M.S. tornando dalla spiaggia provavamo le canzoni da cantare al karaoke.
Ricorderò il 14 agosto, il giorno in cui tutto è cambiato. Il modo in cui trasaliva guardandomi nel mio costume bianco e verde, il suo sguardo su di me persino quando non riuscivo a vederlo, la mia solita nuotata al tramonto quando ormai in mare non c'era più nessuno, la paura che ho provato quando voltandomi l'ho trovato vicino a me.
Ricorderò il modo in cui chiedevo informazioni su di lui, volevo capire chi fosse e perchè non lo avessi mai visto prima, ma volevo anche tenerlo lontano da me e negare a me stessa e al mondo intero il mio interesse nei suoi confronti.
Ricorderò quando una notte guardando il cielo mi confessò che quando torna a casa la sera mentre fuma l'ultima sigaretta della giornata si concentra con tutte le sue forze sulla stella più luminosa perché sa che quella stella in realtà è suo padre e vuole dimostrargli di essere un uomo fatto e finito ormai.
Ricorderò il suo sguardo cattivo addolcirsi nel momento in cui mi abbracciava e il suo modo di parlare, rapido e a scatti, pieno d'ira.
Ricorderò il 25 agosto, la cena con M.S. durante la quale finalmente ammisi di avere solo una persona in testa, la più sbagliata probabilmente, poi gli inseguimenti sul lungomare, la danza dei pollici e i nostri sguardi che si incrociavano continuamente, le fughe dal lido Conchiglia in preda all'ira, il suo saluto e il mio tono di voce noncurante fino al momento in cui, colta da un impeto irrefrenabile, abbandonai M.S. e corsi a prendere la sua mano per ballare una bachata davanti ai suoi amici.
Ricorderò il giorno in cui ho scoperto che si sarebbe arruolato alla fine dell'estate, la tristezza che mi ha pervasa nel momento in cui ho chiesto a lui conferma di qualcosa di cui già ero certa perché bastava guardarlo negli occhi per comprendere il suo destino fin troppo banale.
Ricorderò tutte le volte in cui si sedeva accanto a me sul lettino senza chiedere il permesso a nessuno, come se fosse l'atto più naturale del mondo, come se vegliasse su di me e volesse allontanare chiunque altro.
Ricorderò anche le mille scuse di mia madre per allontanarlo da me, la sua preoccupazione nel notare l'interesse e le mille attenzioni del bagnino per me.
Ricorderò la sua corsa rapida come quella di una gazzella.
Il modo in cui la musica vibrava dentro di lui.
La sua predilezione per la lingua spagnola, che usava per dirmi le frasi più dolci che lo imbarazzavano. 
Ricorderò l'ultima volta in cui ci siamo parlati, quando ormai la rabbia prevaleva su tutti gli altri sentimenti fino ad offuscarli completamente.
Ricorderò l'ultima volta in cui l'ho visto, mi ha cantato Bella d'estate guardandomi negli occhi come suo solito dopo averla dedicata ad un'altra, poi si è alzato e se n'è andato senza voltarsi.

"Noi due siamo una cosa che c'è solamente perché siamo qua e basta."

Non ci siamo salutati, non ha visto le mie lacrime, non saprà mai quanto tenessi a lui nonostante le bugie, nonostante i litigi, nonostante sia stato solo un amore estivo destinato a volare via con l'arrivo della tramontana.
Lui è tornato da chi lo conosce da più tempo di me, da chi è più affidabile, meno lunatica, meno snob.
Ma del resto una volta finita l'estate, la stagione degli amori, il bagnino torna a non essere nessuno se non un ragazzo di paese che un tempo ha sognato grazie ad una bella villeggiante proveniente dalla città.
Io sono tornata alla mia solita vita.
Abbiamo scelto la strada più semplice al posto di quella impervia che forse avrebbe condotto alla felicità.
La nostra storia rimarrà nella memoria di pochi e pian piano si trasformerà in un pettegolezzo delle vecchie di paese.
"Vi ricordate quell'estate in cui la figlia della signora perse la testa per il piccolo orfanello?" e nessuno ci crederà più, penseranno tutti che è solo una diceria di qualche vecchia pazza.

venerdì 22 luglio 2016

Elite


Da ieri pomeriggio entrare in stanza è un'impresa degna di Ercole.
Per questo ho pensato bene di tagliare la corda e darmi alla latitanza.
Ho comprato una graphic novel di un giapponese.
Poi ho camminato per Palestro fantasticando sugli inquilini dei palazzi di piazza Eleonora Duse.
La prima sera in cui sono uscita con dei compagni di corso siamo finiti a bazzicare lì in zona e ad arrampicarci per osservare meglio i fenicotteri in un giardino.
Quella sera me la ricorderò per sempre, non avevo mai visto quel tipo di sontuosità a Milano prima e non avevo mai visto la città attraverso gli occhi dei milanesi.
Ieri sera, invece, ho trovato una perla nel mio drink, ma poi ho commesso il fatale errore di lasciare che il mio accompagnatore pagasse per me e, come direbbe mia madre, questa storia porterà solo lacrime.
Sai che novità.
Ci siamo salutati alla fermata del tram come ogni volta, come se dovessimo rivederci l'indomani, invece lui ha già lasciato la città ed io lo farò nei prossimi giorni, ma ancora non ci credo.
Osservo gli scatoloni dal letto con aria incredula. 
Non riesco ad evitare di pensare all'unica persona di cui realmente sento la mancanza e che non posso e non voglio riavere accanto. Ma d'altronde è sempre così.
Passando col tram davanti a casa sua ieri sera non ho potuto fare a meno di domandarmi se fosse ancora in città. 
Che luogo bizzarro il politecnico. Quando uscivamo insieme era facile incontrarsi casualmente tra una lezione e l'altra. Adesso sembra impossibile trovarlo in mezzo alla folla di ingegneri che occupa la biblioteca di Architettura. Continuo a ripetermi che è andato tutto per il verso giusto, che non eravamo destinati, ma la verità è che sono esausta.
Voglio solo tornare a casa mia.

mercoledì 20 luglio 2016

Inutilità di cui non riesco a liberarmi


La sessione estiva è finita.
Non ci sono stati morti, solo vincitori ed io sono tra questi.
Sono così fiera di me stessa.
La paura, l'adrenalina, le nottate sui libri e sui progetti mi hanno portata a questo momento e devo ringraziare solo la mia caparbietà per avercela fatta.
Alla fine sono stata ripagata di tutti gli sforzi e le rinunce fatte e per una volta sono felice.
Non sono uscita a festeggiare, non mi sono ubriacata, non ho fatto niente di irresponsabile di cui mi potrei pentire domani mattina.
Ho guardato la tv con le mie amiche e mangiato un budino al riso e cioccolato che mi ha ricordato un dolce che mangiavo da bambina.
Non mi sento una sfigata, sono solo stanca e ho voglia di un po' di pace nella mia vita. Per la prima volta dopo mesi ho l'opportunità di fare chiarezza e riflettere.
Ora il primo anno di università è davvero finito.
Sono successe talmente tante cose così assurde da non poterci credere.
Potrei scrivere un libro a riguardo, ma conserverò questa idea per quando sarò una vecchia zia decrepita che racconterà le mirabolanti avventure della sua giovinezza.
Ho gli scatoloni vuoti ai piedi del letto che attendono di essere riempiti e penso a tutte le cianfrusaglie accumulate di cui, tuttavia, non riesco e non voglio liberarmi. Molte delle persone collegate a questi oggetti se ne sono andate, eppure io non riesco a metterli da parte del tutto.
Forse ho solo bisogno di tempo.
Questa volta non ho rimpianti, so di aver agito sempre per il mio bene e per la mia felicità.

"A volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane."

domenica 17 luglio 2016

L'egoismo degli innamorati

Halsey - Is there somewhere


Eri serio quando mi dicevi che il sole esiste per tutti?
Lo credo ancora, esiste anche per te, ci devi solo credere.
Ma io non lo cerco in un'altra persona.
Sbagli. Mi dispiace per come mi sono comportato, ma non pensavo avresti compreso.
Perché lei?
Perché aveva bisogno di me, mentre tu avevi bisogno del mondo intero.
Non ti fidavi di me.
Nemmeno tu ti fidavi di me.
Io non mi fido di nessuno, te l'ho sempre detto.
Sbagli.
Alla fine lei scoprirà chi sono io e ti lascerà, lo sai?
No, non lo farà. Perché è troppo fragile e insicura. Forse sa già chi sei, ma non lo vuole ammettere nemmeno per un solo istante.

Come fai ad essere sempre così sfacciatamente sicuro di quel che dici?
L'età. A questo punto della vita ho imparato un paio di lezioni, principessa.
Sento per caso una punta di tristezza nelle tue parole?

~~~

Ti rivelerò il mio rimpianto se tu prima mi confesserai il tuo.
Proprio ora? Dopo tutto questo tempo?
Esatto.
Il mio rimpianto è non essere mai quella giusta per nessuno.
Volevi essere quella giusta per me?
No, tu vuoi una stupida e l'ho sempre saputo.
Il mio rimpianto è non essere stato quello giusto per te.
Non è il tuo rimpianto.
Lo è.
No, altrimenti ti saresti illuso e saresti rimasto fino alla fine. Eventualmente uno dei due avrebbe sofferto, ma sarebbe stata una bella storia, una di quelle da raccontare.

~~~

Non mi hai mai spiegato perché ti sei fatta da parte senza vendicarti.
La vendetta non mi avrebbe appagata, è molto più divertente osservarti in silenzio.

~~~

Hai mai amato, principessa?
Chi può dirlo.
A questo punto dovresti essere onesta con me.
Con "questo punto" intendi l'ossessione che stai sviluppando nei miei confronti?
A te piace tutto questo, non mentirmi.

Io non so cosa sia l'amore, ma nemmeno tu lo sai. Siamo uguali io e te. È solo un gioco.

~~~

come se tu ed io
avessimo bisogno di occasioni
come se i nostri pensieri
non fossero sempre notturni

lunedì 11 luglio 2016

Mi manchi e non lo sai


Ti ricordi le notti a parlare?

Intanto è trascorso un mese e ho provato in tutti a modi a tenere la testa impegnata per non pensare.
Ci riesco persino piuttosto bene di giorno quando l'università e le amiche assorbono completamente le mie energie, ma poi arriva quest'ora e mi prende un mal di stomaco tremendo.
Non è l'orgoglio che mi impedisce di comporre il tuo numero e dirti che per me non è mai finita, che forse non è iniziata nel modo migliore, ma del resto in qualche modo è cominciata o non sarei qui e solo questo conta adesso. Semplicemente mi manca il coraggio.

Per stare bene penso a te
Per stare male penso a te e me
Ti volevo bene e forse anche di più
Mi manchi e non lo sai
Ti manco e non lo so

Si ha bisogno di tempo per medicare le proprie ferite e le mie erano piuttosto profonde a giudicare dalla quantità di tempo che sto impiegando per tornare a sorridere spensierata.

Non è vero era solo paura

Ho paura ora. Ho superato l'esame più difficile di questo primo anno, eppure ancora non sono capace di dirti quello che penso di te, di noi, di come hai rovinato tutto in un modo così banale da fare schifo.
Mi hanno ripetuto fino alla nausea che ti devo lasciare andare per il mio bene.

Odio le favole
e il gran finale perché
quello che conta è
qualcosa per cui una fine non c'è

Non sono in grado di scrivere la parola fine a questa storia, specie se considero che non lo è mai stata, ma qualcosa doveva pur essere se quando mi stringevo a te sentivo di essere nel posto giusto.
Sto provando a rimettere insieme i pezzi e ci sto riuscendo. Sto andando avanti da sola. Un passo alla volta.

sabato 4 giugno 2016

Dove eravamo rimasti

The Lumineers - Ophelia

Mi sorprende sempre scoprire che esiste davvero qualcuno che legge il blog nonostante io non sia onnipresente e, a dirla tutta, mi inquieta ancora parecchio, ma tant'è.
Ci sono molti post salvati nelle bozze da settimane, ma non riesco a terminarli, dunque proverò a scrivere di me, cosa che mi riesce sempre piuttosto egregiamente.

Ho vissuto le ultime due settimane in una bolla. Non ricordo perfettamente come mi sentivo prima, tuttavia so di essere stata in qualche modo felice e di essermi comportata come una dodicenne negli ultimi giorni.
Ma è risaputo, le bolle durano poco, perciò è arrivato il momento di incassare il colpo in silenzio e rimettersi in carreggiata.


Ho in testa da giorni la scena in cui Sean Penn gioca a squash con la moglie nella piscina svuotata dall'acqua.
Forse ho provato qualcosa di molto simile a quel tipo di serenità ed era spaventosamente bello, non trovo altre parole per descrivere quell'emozione.

La sessione estiva è ufficialmente alle porte e ho già ricominciato a praticare la clausura che, visto e considerato il luogo in cui vivo, non è nemmeno troppo faticosa da attuare.

Disegno tantissimo ultimamente.
Persone, elementi, persino fiori.
Non li avevo mai trovati tanto affascinanti e, invece, ora mi perdo nei loro profumi e vorrei portarli tutti via con me per rendere la mia stanza più allegra.
Per il momento mi limito ad attaccare sulla parete i miei disegni.

Le cose da fare si moltiplicano all'infinito.
Eppure, qualcuno mi ha suggerito che si può far qualsiasi cosa se solo si ha la giusta dose di forza di volontà.  

Sto ascoltando fino alla nausea Ophelia, ma sto anche tentando, nonostante tutto, di essere più positiva, di guardare il bicchiere mezzo pieno. Forse sto solo crescendo, eppure non mi sento più un mostriciattolo.

martedì 3 maggio 2016

The perks of being a fuori sede

Inauguriamo oggi l'ennesima inconcludente rubrica.
Vediamo quanto durerà.

Scrivo questo post reduce da una cena a base di riso bruciato che sembrava essere stato amalgamato nella cenere di sigarette, ma la cuoca peruviana si è scusata per l'accaduto - e, quindi, per le suore tutto è sistemato - e per oggi siamo sicuri che non diventerò obesa.
Il sottotitolo di questa sezione del blog potrebbe benissimo essere "La mia vita al convento", che fa tanto serie tv di Mediaset se ci pensate, ma quello che succede al convento resta al convento e per ora mi limiterò ad aggiungerlo come il contorno non pervenuto stasera.
Bando alle ciance.
N.B. Tutto quello che scriverò si baserà sulla mia esperienza di fuori sede a Milano, a due ore (circa) di treno da casa.

Come si fa ad avere una relazione quando si è una fuori sede
Spoiler alert: non ci si riesce, non ci provate nemmeno, finirà in tragedia greca. No, forse sto esagerando. Finirà prima ancora che cominci per una marea di ragioni che mi appresto ad illustrare.

Relazione tra due fuori sede
Ma siete pazzi? O avete dei super poteri oppure potete rinunciare in partenza. Tanto per cominciare dal lunedì al venerdì si devono seguire le lezioni e, nei momenti liberi, studiare. Aggiungete poi la spesa, le bollette da pagare, l'attività fisica da non rimandare ad infinitum (se non altro per dare la gioia a vostra madre di sentenziare che siete sempre troppo magri/grassi, a seconda dei casi e della bontà d'animo della genitrice), i servizi in posta e in banca che periodicamente si ripresentano come il prete per le benedizioni pasquali, le telefonate alla nonna che prega sempre per la vostra incolumità nella grande città piena di pericoli e persone cattive e vi ritroverete senza nemmeno accorgervene sdraiati a letto di venerdì sera rimpiangendo i bei tempi andati in cui vantavate la fama di festaioli.
E ricordate che, se tutte queste illustrissime attività non dovessero essere concluse nei giorni feriali, rovineranno irrimediabilmente il sabato e la domenica, che, nella vita del fuori sede rappresentano la sola e unica possibilità di svago. Infatti, ogni due settimane (circa) si torna a casa e quindi ciao ciao ipotetico fidanzatino nella grande città. Nei restanti weekend da trascorrere nella città universitaria si vuole vedere gente e fare cose e, anche in questo caso, non si ha la minima intenzione di avere un fidanzatino tra i piedi. 
Un'altra esperienza mistica degna di nota è un grande classico delle prove d'amore tra fuori sede: i tentativi di far coincidere i weekend a casa e quelli da trascorrere insieme in città. 
Risultato: nel migliore dei casi durerete un paio di mesi, nel peggiore non ci sarà mai un secondo appuntamento a causa delle vostre inconciliabili vite.

Relazione tra fuori sede e milanese
La prima cosa che ho imparato dei milanesi è quanto siano emotivamente e fisicamente legati alla loro città. Come il povero Pinocchio legato alla catena e gettato in fondo al mare, alla stessa maniera il milanese (imbruttito o meno in questa sede non ha importanza) non vedrà altro al di fuori della circonvallazione esterna. Infatti, tu non sei solo una fuori sede. No. Sei una pecora nera che viene da un punto non ben definito del globo terracqueo e che, varcando una qualsiasi delle porte della città, ha finalmente ritrovato la diritta via. Non conta da dove provieni, conta Milano, che è il tuo presente, il tuo futuro, il tuo tutto. Guai ad invitare il milanese ad una gita fuori porta nella propria città d'origine, sarebbe come varcare lo stretto di Gibilterra. E se per caso i tuoi volessero incontrarlo perché la storia tra voi funziona piuttosto bene, non resta altro da fare se non invitare i propri genitori a varcare la soglia della civiltà entrando nel territorio del capoluogo lombardo.
Risultato: avete davvero intenzione di trascorrere la vostra intera esistenza a Milano o a parlare di quanto sia magnifico vivere a Milano? Se la risposta è negativa, non durerete molto.

Relazione tra fuori sede e abitante della propria città d'origine
"Mogli e buoi dei paesi tuoi" dicevano i nonni. Mica avevano torto. Uno ci prova anche ad assecondare i saggi detti popolari, ci prova con tutte le forze e le buone intenzioni, ma non c'è nulla da fare. Alla prima serata in discoteca con i compagni di università o al primo weekend trascorso a Milano invece che a casa per studiare (o per qualsiasi altra ragione) il fidanzato comincerà ad essere geloso e non perderà ogni minimo pretesto per dubitare di voi. Inoltre, voi sarete sempre accusati di essere scappati da una salda relazione che probabilmente va avanti dai tempi del liceo in cerca di chissà quale non ben definita libertà. Verrete anche rimproverati di una diminuzione di attenzioni nei confronti del partner e della sua monotona vita e quando gli farete notare che avete ben altri problemi a cui pensare perché non c'è più mammina a rimboccarvi le coperte ogni notte passerete per gli stronzi della situazione. 
Risultato: si creerà un divario incolmabile fra le vostre vite e, ad un certo punto, non avrete più voglia di dare mille spiegazioni per qualsiasi azione della giornata.

Siamo destinati ad una vita solitaria, ma non temete: Gesù ci ha donato i gatti e la tv spazzatura. Da quando è arrivato Netflix, poi, non abbiamo davvero più bisogno di niente altro.
A presto,
R.

sabato 30 aprile 2016

Piove su i nostri volti silvani

Pioveva anche durante il mio primo sabato sera a Milano.
Ma ero sui Navigli, mentre oggi ero al Conservatorio.
La pioggia è così poetica da rendere il sabato sera ancor più degno di essere vissuto.

Mi è mancata questa città, lo devo ammettere. L'ho percepito sul tram, mentre venivano annunciate meccanicamente le fermate ed io le abbinavo mentalmente a strade, persone, giorni che fanno ormai parte della mia quotidianità. Milano è entrata dentro di me, si è ritagliata prepotentemente un angolino nel mio cuore e se ne resta lì buona buona in attesa di guadagnare più spazio. 
Quando si diventa davvero parte di una città? 
Quando riesci ad orientarti senza l'aiuto di Maps o dei passanti? Oppure quando ricordi a memoria tutte le fermate della metro? O, ancora, quando associ persone e avvenimenti ad ogni angolo della città?

venerdì 29 aprile 2016

Bored to death

Questa canzone era tutto ciò di cui avevo bisogno in questo momento. 
Sono molto confusa ultimamente.
Non ho dubbi sulla mia scelta, per quanto possa essere difficile e non mi consenta di dormire abbastanza, credo di essere sulla strada giusta.
Non so spiegare questo senso di smarrimento che mi avvolge, è lo stesso descritto dai Blink.
Oggi una mia amica ha scoperto che disegno, ne è rimasta sorpresa quasi quanto mi sorprendo io ogniqualvolta qualcuno mi dice che ho talento. 
Ne ho davvero?
Sempre più spesso mi perdo per la città in cerca di ispirazione per i progetti a cui sto lavorando. Milano di sera è spettacolare, è piena di contraddizioni. Mi ritrovo ad osservare gli androni e le finestre illuminate e le persone che mi sembrano ombre cinesi che compongono quadri animati, come se fossero attori di film muti che si intersecano per pochi secondi con il mio. 



P.S. In Cina hanno riprodotto con bottiglie di plastica lo stile di Van Gogh. Non è bellissimo? Si chiama "The Starry Paradise".


sabato 9 aprile 2016

Raoul Bova ama le americane

Quella vecchia volpe di Raoul Bova ha colpito ancora, ma questa volta ha fatto il botto: ha conquistato Sarah Jessica Parker.
La tanto amata Sarah ha appeso al chiodo le Manolo e ha abbandonato Manhattan per indossare scarpe da ginnastica e pascolare in Italia.


In realtà, quella delle americane che fanno perdere la testa al bel maschione italiano è una vecchia storia.
Era il 2003 quando il regista di "Sotto il sole della Toscana" scelse proprio il caro Raoul come interesse amoroso di un'americana in cerca di ispirazione nel Bel Paese.
E di ispirazione qui - la storia lo insegna - ne abbiamo in abbondanza, tant'è vero che queste turiste curiose finiscono sempre per mettere le radici.
Il tempo è passato, Raoul è andato con una minorenne che poi ha sposato non appena ha compiuto la maggiore età, ha preso parte a svariate fiction su Canale 5, ha poi girato mille commedie e alla fine è tornato al punto di partenza, ma almeno con una vera dea quale la sola e inimitabile interprete di Carrie Bradshaw.

Il titolo, "Tutte le strade portano a Roma", non è dei più originali, ancor meno lo è la trama, ma devo ammettere che i paesaggi toscani e Claudia Cardinale mi hanno fatto trascorrere una serata meno noiosa del solito (basta poco, effettivamente) e, per una volta, i luoghi comuni sugli italiani non sono insopportabilmente esagerati. 

Insomma, Sarah Jessica si chiama Maggie, ha una figlia ed è divorziata, arriva in Italia (che a quanto pare era la sua destinazione preferita durante le vacanze da fanciulla) e molto casualmente rivede Luca (il nostro Raoul), suo amore estivo di vent'anni prima.
Ah, quasi dimenticavo: all'aeroporto c'è un cammeo di un (sempre bellissimo) Nicolas Vaporidis in uniforme che perquisisce il bagaglio della figlia non esattamente tutta casa e chiesa. Questa pazza teenager, poi, non sembra apprezzare il Paese delle cento città e dunque escogita la fuga insieme all'anziana madre di Luca che per qualche ragione che non vi svelo deve raggiungere Roma. Ovviamente Luca e Maggie intraprendono insieme la caccia alle fuggiasche e da qui ha inizio il viaggio tra i poggi toscani.


Ma la vera domanda è: come scopro le commedie al limite del trash? Non ne ho idea, sembra che io sia una sorta di calamita per questo genere di film. Eppure parto col piede giusto: ho la mia lista (infinita) di capolavori che non ho ancora mai visto, cerco uno streaming decente, metto pazientemente a caricare e poi, irrimediabilmente, mi ritrovo a guardare la solita commedia dalla trama facilmente prevedibile che, tuttavia, riesce a strapparmi un sorriso. Quindi, se anche voi avete bisogno di rilassarvi un poco e non siete troppo pretenziosi, questo è il film per voi.

martedì 5 aprile 2016

Primavera



La primavera è arrivata e io non me ne sono resa conto. Non ho notato gli alberi in fiore, i tappeti di petali sui marciapiedi, forse perché ultimamente cammino sempre col naso all'insù, per osservare i palazzi milanesi e innamorarmene ogni giorno di più. 
Non è questa la mia stagione preferita, non sono un'appassionata fotografa di fiori, non amo particolarmente le coppiette al parco, anche se trascorro giornate intere in mezzo alla natura immersa nello studio. Mi divertono i vecchietti che camminano senza fretta, mi ricordano che bisogna dare apprezzare anche (e soprattutto?) le piccole cose come ad esempio una passeggiata.

Vi ricordate quando andavano di moda le piastrine militari con scritta una frase di una canzone? La più gettonata era "Grazie" degli Zero Assoluto. Nessuna di quelle amicizie è durata tanto a lungo in realtà, ma in quel momento bisognava mostrare a tutto il mondo un segno tangibile per dimostrare che un'amicizia esisteva davvero. Quando siamo diventati così stupidi?

Sto riascoltando tutto l'album Sotto una pioggia di parole. Mi fa pensare al Natale in cui l'ho trovato sotto l'albero. Quella mattina mi sono svegliata in una camera d'albergo in riva al mare. Non c'è niente di più bello del mare a dicembre. Credo che quello sia stato il mio ultimo Natale felice, ma non ne sono certa e non voglio esserlo. 

domenica 27 marzo 2016

Quel ricco e viziato arrampicatore sociale


Aveva la camicia leggermente sbottonata, la sigaretta stretta tra pollice e indice, i capelli lunghi e spettinati. Uno sguardo da volpe affamata. Di donne, feste, champagne e auto d'epoca.
Ogni sera parcheggiava davanti all'entrata del club una macchina diversa. La sua arroganza era parte fondamentale del suo personaggio.
Era impossibile non notarlo.
Aveva la città in pugno, sapeva sempre dove andare e cosa fare.
Guardava dritto negli occhi le sue prede e nell'esatto momento in cui le (s)fortunate distoglievano lo sguardo sorridendo imbarazzate lui si avvicinava con passo deciso, una mano in tasca e l'altra sulla sigaretta.
A volte fumava sigari pregiati. Quando voleva festeggiare una vittoria o quando voleva impressionare qualche ragazza che tentava di resistere al suo fascino.
Quel ciuffo nero ribelle sugli occhi.
Quei vestiti d'alta sartoria.
Aveva sempre l'ultima parola pronta, non gli sfuggiva nulla.
Quando abbiamo iniziato a parlare sapeva già che ero italiana e che ero molto più giovane di lui. Solo in seguito mi avrebbe insegnato che tutti i camerieri sono facilmente corruttibili. Temeva, tuttavia, che fossi sposata a causa di un anello che in quel periodo portavo all'anulare. Quell'anello ci ha consentito di diventare amici.
In quelle notti a Londra mi ha raccontato dei suoi viaggi, delle sue avventure, del suo lavoro, mentre io dei miei sogni e delle mie ambizioni, e da quel momento, in un certo senso, non abbiamo più smesso di confidarci l'uno con l'altra.
Ci siamo scambiati i numeri per gioco, ma lui per qualche ragione ha deciso di continuare a tenersi in contatto con me, anche se a suo modo. Talvolta sparisce per settimane, poi però ricompare improvvisamente con un nuovo numero e con un messaggio che lascia ben pochi dubbi sul mittente.
Ogni tanto mi manca vederlo camminare verso di me.
Lo cerco nei ristoranti, nei teatri, alle sfilate, sulle passerelle e tra gli ospiti, tra la stampa e i fashion blogger. Potrebbe essere ovunque. Invece, non lo trovo da nessuna parte.
Forse non scherzava quando diceva di voler andare alla ricerca di una vecchia miliardaria in Costa Azzurra. Chi può dirlo. Ma vi assicuro che, uno come lui, se per caso capitasse sulla vostra strada, non sfuggirebbe al vostro sguardo.
Ho ancora il fuso della sua città natale salvato sul telefono. Quando lo guardo, mi tornano in mente quelle notti trascorse tra il divano e il bancone e mi torna il sorriso.
Tempo fa mi ha confessato di volersi trasferire in Italia, magari in un piccolo borgo medievale non troppo lontano da una città, quel giorno le nostre strade si incroceranno ancora e forse gli confesserò di non essere mai stata sposata.

lunedì 14 marzo 2016

Loreto Paradiso

Selton - Buoni propositi

Ieri una piccola parte di Milano si è trasformata in una spiaggia paradisiaca. Tutto ciò è accaduto grazie a quattro ragazzi brasiliani, i Selton, la loro musica e il loro nuovo disco in uscita il 18 marzo, Loreto Paradiso appunto.
Hanno ricoperto il cortile del condominio in cui vivono con tre tonnellate di sabbia, hanno aggiunto delle sdraio con cuffie per poter ascoltare l'album, birra e cibo brasiliano e bam, ecco a voi una giornata che difficilmente Milano dimenticherà.
Ricordano i Beatles, ma sono più divertenti e la loro storia mi ha completamente affascinato.
Provengono tutti dallo stesso paese, ma si sono conosciuti a Barcellona. Lì hanno iniziato a cantare, poi sono finiti su un programma condotto da Fabio Volo sulla musica spagnola, il produttore gli ha lanciato la sfida di cantare in portoghese le canzoni milanesi e da questa idea è nato il loro primo album, Banana à Milanesa, che fa morire dal ridere e vede la partecipazione di Enzo Jannacci e Cochi e Renato. Da quel momento non hanno più smesso e, in seguito, hanno iniziato a scrivere canzoni in italiano.


Recentemente hanno anche partecipato al programma Tadà di Filippo Timi su Deejay tv in stile anni '60. Il loro nuovo album è una commistione di culture, sound ed esperienze di vita. Hanno un non so che dei Beatles, ma sono decisamente più belli e divertenti.


Nella foto qui accanto li potete ammirare mentre si stavano esibendo a cappella nel cortile di casa.

La copertina (come tutto quel che li riguarda) è opera del bassista.
Andate e ascoltatene tutti.

R.

giovedì 4 febbraio 2016

Of monsters and men

Arrivati a questo punto
dicesti
o si va oltre
o non ci si vede mai più
Non capivi che il bello era proprio quel punto
era rimanere
nel limbo delle cose sospese
nella tensione di un permanente principio
nel nascondiglio di una vita nell’altra
Così il mio contrappasso di pokerista
è stato perdere tutto
appena hai forzato la mano




Michele Mari ci ha descritto prima ancora che cominciasse questa nostra odissea. Immagino che tanti, leggendo queste parole, abbiano compreso di trovarsi in una posizione scomoda, malsana quasi.
Eppure a me questa storia piaceva tanto.
Non credo di essere abbastanza altruista da lasciarti andare, anche se so che nessuno può possedere qualcuno e bla bla bla, ma era così bello pensare che ero io la tua persona da cui correvi a rifugiarti quando ne avevi bisogno, mi ero quasi abituata all'idea di vederti ronzare intorno a me.
Non voglio sapere come si vive senza i tuoi messaggi improvvisi, perché anche se non stavamo insieme - del resto, non ne saremmo stati capaci - il nostro rapporto è stato qualcosa di molto simile. 
Il tempismo non è mai stato il nostro forte. Nel momento stesso in cui mi hai chiesto di restare, io stavo già correndo via. La verità è che non ho più voglia di mettermi in gioco per nessuno, anche se mi rendo conto di quanto possa suonare triste detto da me, la persona che citava continuamente i grandi amori di cui scrivevano i poeti.

Dovrei essere stanca, esausta probabilmente, invece Milano è talmente bella e ci sono così tante cose da fare/vedere/raggiungere da farmi sentire continuamente piena di energia.
Nemmeno corso Buenos Aires alle 10 della domenica mattina dopo una notte insonne riesce a sembrarmi brutto.

Ci sei tu in ogni angolo, ogni parola, ogni minuto persino. Non me ne ero mai accorta prima, ma adesso è troppo tardi e quindi è meglio che io me ne scordi rapidamente.
Non ci vorrà molto, del resto mi sono accorta di amarti quando tu eri già andato via. 

Ho elaborato una nuova teoria.
Esistono due tipi di persone. Gli uomini, esseri altruisti che vivono con i loro simili per raggiungere una qualche strana forma di felicità. Poi ci sono i mostri. Nonostante il nome volutamente cacofonico, gli uomini cercheranno sempre un contatto con i mostri, forse credendo di poterli trasformare in esseri buoni con l'aiuto dell'amore. Ma i mostri non sanno cosa cercano, non conoscono l'amore e non sono in grado di provarne. Dai mostri bisognerebbe scappare senza voltarsi indietro. Sono subdoli, egoisti, mentono senza nemmeno rendersene conto, non provano nemmeno a cambiare quello che sono perché in realtà si piacciono per quello che sono. 

A volte conosci persone meravigliose, non importa che siano uomini o mostri, importa quello che ti dicono, come lo dicono, quando lo dicono. Solitamente, lo fanno al momento giusto.
Io, i momenti giusti, non ho mai imparato a riconoscerli.
Avete presente la sensazione di pace che si prova dopo aver fatto qualcosa di buono? In questo momento non la ricordo più. Ho sempre pensato, parlato e agito per il mio bene, tralasciando i sentimenti degli altri. Ho provato a farmi da parte, ma non sono stata capace di mantenere la parola data. 

Ogni tanto la vita tira brutti scherzi, ogni tanto, invece, ti fa incontrare qualcuno di meraviglioso appena dopo aver perso qualcuno di importante.

C'è speranza per tutti, persino per i mostri.