sabato 26 dicembre 2015

Let it go

Sono passati due mesi, eppure qui non è cambiato nulla. Camminare per le vie del centro senza una precisa destinazione è ancora il miglior modo per rilassarsi. 
Poi è giunta la notizia inaspettata che ha coperto con un velo di tristezza queste vacanze natalizie.

Ho di nuovo 15 anni, cammino rapidamente piena di agitazione, stringo il vocabolario sotto braccio e farfuglio parole confuse, cosa mi inventerò questa volta? Magari glielo dico lunedì e per oggi fingo di non essere stata interrogata.

La ricorderò per sempre, quella donna malefica. Per due anni mi ha tormentata ogni giorno con paradigmi e regole di sintassi. Non riesco ancora a credere che non potrà più infliggere i suoi supplizi a nessuno studente. Non dimenticherò mai quella mano con la quale accompagnava il suono della tua voce mentre tu, interrogata, recitavi la declinazione di un verbo facendo attenzione a non svelare l'agitazione. I compitini della quinta ginnasio. Con lei bastava sbagliare un accento nella lettura per compromettere una valutazione discretamente positiva. Non dimenticherò neppure le sue urla che si potevano udire chiaramente anche durante gli anni del liceo, quando ormai avevamo cambiato ala della scuola e non avrebbe più dovuto spaventarci, ma ancora ci faceva rabbrividire. Non le ho mai voluto bene, ho provato tanti sentimenti diversi nei suoi confronti e, talvolta, contrastanti, ma era una donna molto sola in realtà e questo mi fa ancora oggi provare soprattutto una gran pena.

La facilità con cui incontriamo persone che ci accompagneranno per un certo periodo e poi lasceremo per incontrarne altre e di cui sostanzialmente non sapremo più nulla fino al giorno della loro morte è assurda. Mi fa pensare a quanto siamo sostituibili. Quasi come se fossimo macchine usa e getta.

R. 

lunedì 21 dicembre 2015

Anarchy in the monarchy: The Royals

Non vi ho ancora mai parlato di un telefilm che ritengo la più grande creazione del secolo e per questa ragione avete il diritto di invocare la mia abdicazione, ma i vostri desideri non saranno esauditi in fretta e quindi mettetevi comodi e iniziate a cercare un buon sito per vedere The Royals.


Al momento sta andando in onda la seconda stagione, ma entrambe sono composte da soli 10 episodi, perciò non è un grosso impegno e soprattutto A MAGGIOR RAGIONE DOVETE VEDERLA (così da poterla commentare tutti insieme a me su twitter).
Vi basti sapere che, come avrete giustamente intuito dalla foto, narra le vicende della famiglia reale britannica e la regina più stronza e troia che l'impero ricordi è interpretata da nientepopodimeno che la splendida Elizabeth Hurley (Gesù, se stai leggendo, magari arrivare a 50 anni suonati tale e quale a lei non mi farebbe del tutto schifo).
C'è un re tanto buono quanto suo fratello Cyrus è opportunista ed è proprio quest'ultimo uno dei personaggi più affascinanti di tutti: è il secondogenito che si concede tutti i vizi più riprovevoli senza però rinunciare al suo più grande desiderio, la corona. Non è un vero e proprio cattivo, anche se si atteggia come tale e sarebbe disposto a tutto pur di sedere sul trono.
Ha tutte le caratteristiche che io ricerco in un telefilm: una trama spettacolare, una colonna sonora perfetta, humor, colpi di scena da far sussultare pure mia nonna mezza sorda, qualche buon cliché, BRITISH ACCENT OVUNQUE, due fighi pazzeschi quali il principe Liam


e la guardia del corpo Jasper 


e TANTO TRASH quanto non se ne vedeva in quel di Londra dai tempi in cui Harry veniva fotografato sbronzo e mezzo nudo in qualche pub una sera sì e l'altra pure, quindi direi che siamo tutti nelle buone mani di Mark Schwahn (Mark, caro, magari la prossima volta creati un nome d'arte più semplice che qua il tempo per googlare è tempo tolto al fangirling) e di lui possiamo fidarci, visto l'ottimo lavoro fatto con uno dei primi telefilm della mia vita, One Tree Hill.
Ultima ma non certo per importanza è la principessa Eleanor, la gemella di Liam: viziata, drogata, alcolizzata, infelice.



Ovviamente è il mio personaggio preferito.
Se ancora non vi ho convinto, date una rapida occhiata a quest'ultima gif e andate a scoprire voi stessi di chi si tratta.



Buona visione,
R.

giovedì 17 dicembre 2015

Sometimes quiet is violent



"Qualche volta i nemici diventano amici."
Talvolta ci si scopre molto più simili di quanto ci si potesse immaginare e lo stupore è tanto grande quanto la felicità di aver trovato qualcuno che finalmente comprende quello che ti porti dentro da tempo.

La soluzione per tutti i suoi problemi è fumare, io non voglio cedere a questo affascinante vizio e più vorrei provare più mi costringo a pensare e a fare altro. Non voglio diventare la schiava di niente, tanto meno di un bastoncino che dura un paio di minuti.

In alcuni momenti il silenzio è assordante, in altri è tutto ciò di cui si ha bisogno.
Questa sera, mentre ero in metro, per la prima volta da quando sono arrivata ho avuto bisogno di resettare la mente.
Tuttavia non riesco a liberarmi di un unico pensiero che corrisponde peraltro al mio obiettivo.

Al momento ho la sensazione di nuotare in un mare di benzina e mi è tornata in mente la Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare
Non riesco a ricordare se alla fine sia riuscita a volare via o meno da tutto quel macello di macchia nera. Ho il ricordo di poche scene di quel libro/cartone, ma il titolo mi fa auspicare che ci sia un lieto fine.

giovedì 10 dicembre 2015

Start a riot



Banners - Start a riot

Non ho più tempo da perdere, è come se fossi stata improvvisamente risucchiata nel vorticoso mondo milanese e non sapessi più trovare l'uscita.
Non mi soffermo più a riflettere su ogni parola detta o ascoltata, non mi preoccupo di quello che gli altri pensano di me, mi guardo mentre l'acqua scorre su di me a fine giornata e mi scopro improvvisamente più tonica anche se non sto andando a nuotare/correre regolarmente come un tempo. La vita frenetica rassoda, chi l'avrebbe detto?
Sto imparando a fare affidamento solo sulle mie forze e non è affatto male.

Non mi pareva possibile sopportare tutto questo.
Poi, però, è accaduto l'impensabile.
Mi sono accorta di essere capace di andare avanti, un passo alla volta, senza fretta, sbagliando, tornando sui miei stessi passi, solcarli e guardare come sono cambiata e non meravigliarmi più tanto di non essere la stessa di un anno fa.

Sto costruendo per la prima volta qualcosa che mi appartiene totalmente e a cui tengo seriamente, il mio futuro. 

Mi accorgo di sentire la mancanza di alcune sciocchezze che, tuttavia, caratterizzavano la mia vita precedente. Oggi, per esempio, mentre la prof descriveva il Duomo di Modena mi sono rattristata come non accadeva da tempo. Vederlo ogni giorno era una parte scontata della mia giornata, talvolta non alzavo neppure gli occhi per osservarlo, presa da mille altri pensieri. 
Mi mancano alcune persone come non avrei mai immaginato e lo avverto soprattutto quando noto qualcosa che potrebbe piacere loro e mi riprometto di portarli in certi posti scoperti per caso non appena verranno a trovarmi qui.
Per ora la mia nuova routine sembra essere troppo frenetica per poterla conciliare con la tranquilla vita che mi sono lasciata alle spalle trasferendomi e non è facile accettarlo.

A volte, mentre cerco di prendere sonno dopo una lunga giornata e vorrei potermi stringere a qualcuno cui voglio bene mi sento incredibilmente sola. Poi, però, mi chiedo che importanza abbia.
Ora come ora comincerei una rivoluzione solo per me stessa, per nessun altro al mondo.
Sono felice e questo mi basta.