martedì 10 marzo 2015

L'ultima cena

Mancano meno di 100 giorni all'inizio della maturità. Che cosa ci sia da festeggiare io proprio non lo so, siamo già a marzo e a me sembra di essere appena tornata sui banchi di scuola. L'ultimo anno sta volando, ma non sono sicura di esserne felice.
"Le tradizioni vanno onorate" mi ricorda una mia amica, e tra le sue parole si nasconde la promessa di rendere indimenticabile ogni momento di questo ultimo anno, allora mi lascio coinvolgere in questa ennesima recita.
Avvisiamo i prof, scriviamo anche a coloro che hanno fatto parte della IV C per poco tempo, prenotiamo un tavolo.


Il ristorante è affollato, ma sono tutte voci ormai fin troppo familiari.
Dopo cinque anni siamo ancora tutti qui, qualcuno è diverso, qualcun altro è esattamente lo stesso di allora, ma stasera ci siamo tutti e solo questo conta. Forse è l'ultima cena di classe, poi le prossime saranno quelle imbarazzanti riunioni di ex studenti dove puntualmente ci sarà il tuo ragazzo della prima liceo, ma mai nessun volto simpatico con cui poter scambiare due chiacchiere.
Si ordina da mangiare e da bere, rimandiamo il momento delle domande il più a lungo possibile. Io e le altre facciamo di tutto per fare le sceme anche oggi, come ogni giorno trascorso a scuola insieme.
Nonostante tutto quel che è accaduto, mi mancheranno queste persone che il primo giorno della quarta ginnasio mi sembravano simpatiche solo perchè condividevano le mie stesse ansie, le mie stesse paure ed ora sono parte della mia storia e sempre lo saranno. In un angolo ci sono le suore, che con noi non hanno mai condiviso nulla, nemmeno il viaggio di maturità perchè l'ho organizzato io e allora no, non ci si può fidare di me. Poverette, un po' provo pena per loro. Vivranno la loro giovinezza ad 80 anni? Chi può dirlo.
All'angolo opposto del tavolo i maschi discutono di una partita di calcetto che segnerà le sorti del campionato della scuola.
Al centro ci siamo noi, che a guardarci ora si direbbe che saremo migliori amiche per sempre, ma tra donne non è mai così semplice, quanti segreti ci separano non lo sappiamo nemmeno noi, ma continuiamo a volerci bene per qualche strana ragione.

Ormai tutti hanno deciso, chi tenterà medicina, chi si è già assicurato un posto alla Bocconi o in un'altra università privata, poi ci sono io.
"E tu che cosa prendi, Ross?" "Un altro bicchiere di bianco, grazie." ridono per la mia battuta scontata, forse anche un po' per la mia natura infantile, la stessa di cinque anni fa, ma io non ho più voglia di fare la cretina. Ho voglia di affrontare il futuro senza paura.
Loro non lo sanno cosa si prova ad essere me, insider ed outsider allo stesso tempo. Io adesso darei qualsiasi cosa per essere semplicemente come loro.

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