venerdì 22 luglio 2016

Elite


Da ieri pomeriggio entrare in stanza è un'impresa degna di Ercole.
Per questo ho pensato bene di tagliare la corda e darmi alla latitanza.
Ho comprato una graphic novel di un giapponese.
Poi ho camminato per Palestro fantasticando sugli inquilini dei palazzi di piazza Eleonora Duse.
La prima sera in cui sono uscita con dei compagni di corso siamo finiti a bazzicare lì in zona e ad arrampicarci per osservare meglio i fenicotteri in un giardino.
Quella sera me la ricorderò per sempre, non avevo mai visto quel tipo di sontuosità a Milano prima e non avevo mai visto la città attraverso gli occhi dei milanesi.
Ieri sera, invece, ho trovato una perla nel mio drink, ma poi ho commesso il fatale errore di lasciare che il mio accompagnatore pagasse per me e, come direbbe mia madre, questa storia porterà solo lacrime.
Sai che novità.
Ci siamo salutati alla fermata del tram come ogni volta, come se dovessimo rivederci l'indomani, invece lui ha già lasciato la città ed io lo farò nei prossimi giorni, ma ancora non ci credo.
Osservo gli scatoloni dal letto con aria incredula. 
Non riesco ad evitare di pensare all'unica persona di cui realmente sento la mancanza e che non posso e non voglio riavere accanto. Ma d'altronde è sempre così.
Passando col tram davanti a casa sua ieri sera non ho potuto fare a meno di domandarmi se fosse ancora in città. 
Che luogo bizzarro il politecnico. Quando uscivamo insieme era facile incontrarsi casualmente tra una lezione e l'altra. Adesso sembra impossibile trovarlo in mezzo alla folla di ingegneri che occupa la biblioteca di Architettura. Continuo a ripetermi che è andato tutto per il verso giusto, che non eravamo destinati, ma la verità è che sono esausta.
Voglio solo tornare a casa mia.

mercoledì 20 luglio 2016

Inutilità di cui non riesco a liberarmi


La sessione estiva è finita.
Non ci sono stati morti, solo vincitori ed io sono tra questi.
Sono così fiera di me stessa.
La paura, l'adrenalina, le nottate sui libri e sui progetti mi hanno portata a questo momento e devo ringraziare solo la mia caparbietà per avercela fatta.
Alla fine sono stata ripagata di tutti gli sforzi e le rinunce fatte e per una volta sono felice.
Non sono uscita a festeggiare, non mi sono ubriacata, non ho fatto niente di irresponsabile di cui mi potrei pentire domani mattina.
Ho guardato la tv con le mie amiche e mangiato un budino al riso e cioccolato che mi ha ricordato un dolce che mangiavo da bambina.
Non mi sento una sfigata, sono solo stanca e ho voglia di un po' di pace nella mia vita. Per la prima volta dopo mesi ho l'opportunità di fare chiarezza e riflettere.
Ora il primo anno di università è davvero finito.
Sono successe talmente tante cose così assurde da non poterci credere.
Potrei scrivere un libro a riguardo, ma conserverò questa idea per quando sarò una vecchia zia decrepita che racconterà le mirabolanti avventure della sua giovinezza.
Ho gli scatoloni vuoti ai piedi del letto che attendono di essere riempiti e penso a tutte le cianfrusaglie accumulate di cui, tuttavia, non riesco e non voglio liberarmi. Molte delle persone collegate a questi oggetti se ne sono andate, eppure io non riesco a metterli da parte del tutto.
Forse ho solo bisogno di tempo.
Questa volta non ho rimpianti, so di aver agito sempre per il mio bene e per la mia felicità.

"A volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane."

domenica 17 luglio 2016

L'egoismo degli innamorati

Halsey - Is there somewhere


Eri serio quando mi dicevi che il sole esiste per tutti?
Lo credo ancora, esiste anche per te, ci devi solo credere.
Ma io non lo cerco in un'altra persona.
Sbagli. Mi dispiace per come mi sono comportato, ma non pensavo avresti compreso.
Perché lei?
Perché aveva bisogno di me, mentre tu avevi bisogno del mondo intero.
Non ti fidavi di me.
Nemmeno tu ti fidavi di me.
Io non mi fido di nessuno, te l'ho sempre detto.
Sbagli.
Alla fine lei scoprirà chi sono io e ti lascerà, lo sai?
No, non lo farà. Perché è troppo fragile e insicura. Forse sa già chi sei, ma non lo vuole ammettere nemmeno per un solo istante.

Come fai ad essere sempre così sfacciatamente sicuro di quel che dici?
L'età. A questo punto della vita ho imparato un paio di lezioni, principessa.
Sento per caso una punta di tristezza nelle tue parole?

~~~

Ti rivelerò il mio rimpianto se tu prima mi confesserai il tuo.
Proprio ora? Dopo tutto questo tempo?
Esatto.
Il mio rimpianto è non essere mai quella giusta per nessuno.
Volevi essere quella giusta per me?
No, tu vuoi una stupida e l'ho sempre saputo.
Il mio rimpianto è non essere stato quello giusto per te.
Non è il tuo rimpianto.
Lo è.
No, altrimenti ti saresti illuso e saresti rimasto fino alla fine. Eventualmente uno dei due avrebbe sofferto, ma sarebbe stata una bella storia, una di quelle da raccontare.

~~~

Non mi hai mai spiegato perché ti sei fatta da parte senza vendicarti.
La vendetta non mi avrebbe appagata, è molto più divertente osservarti in silenzio.

~~~

Hai mai amato, principessa?
Chi può dirlo.
A questo punto dovresti essere onesta con me.
Con "questo punto" intendi l'ossessione che stai sviluppando nei miei confronti?
A te piace tutto questo, non mentirmi.

Io non so cosa sia l'amore, ma nemmeno tu lo sai. Siamo uguali io e te. È solo un gioco.

~~~

come se tu ed io
avessimo bisogno di occasioni
come se i nostri pensieri
non fossero sempre notturni

lunedì 11 luglio 2016

Mi manchi e non lo sai


Ti ricordi le notti a parlare?

Intanto è trascorso un mese e ho provato in tutti a modi a tenere la testa impegnata per non pensare.
Ci riesco persino piuttosto bene di giorno quando l'università e le amiche assorbono completamente le mie energie, ma poi arriva quest'ora e mi prende un mal di stomaco tremendo.
Non è l'orgoglio che mi impedisce di comporre il tuo numero e dirti che per me non è mai finita, che forse non è iniziata nel modo migliore, ma del resto in qualche modo è cominciata o non sarei qui e solo questo conta adesso. Semplicemente mi manca il coraggio.

Per stare bene penso a te
Per stare male penso a te e me
Ti volevo bene e forse anche di più
Mi manchi e non lo sai
Ti manco e non lo so

Si ha bisogno di tempo per medicare le proprie ferite e le mie erano piuttosto profonde a giudicare dalla quantità di tempo che sto impiegando per tornare a sorridere spensierata.

Non è vero era solo paura

Ho paura ora. Ho superato l'esame più difficile di questo primo anno, eppure ancora non sono capace di dirti quello che penso di te, di noi, di come hai rovinato tutto in un modo così banale da fare schifo.
Mi hanno ripetuto fino alla nausea che ti devo lasciare andare per il mio bene.

Odio le favole
e il gran finale perché
quello che conta è
qualcosa per cui una fine non c'è

Non sono in grado di scrivere la parola fine a questa storia, specie se considero che non lo è mai stata, ma qualcosa doveva pur essere se quando mi stringevo a te sentivo di essere nel posto giusto.
Sto provando a rimettere insieme i pezzi e ci sto riuscendo. Sto andando avanti da sola. Un passo alla volta.