domenica 17 marzo 2019

Dieci ragioni per cui non scriverti più

La prima ragione, la più sciocca, è il tuo viso angelico con quei dannati capelli biondi e gli occhi azzurri nei quali perdersi era inevitabile e adesso ritrovare me stessa si sta rivelando l'impresa più difficile da portare a termine.

Poi per le tue sigarette. Le odiavo, te lo ripetevo continuamente, eppure erano parte di te e mi facevi ridere quando ti giustificavi farfugliando che ti tenevano in vita mentre eri lontano da me quasi quanto mi facevi arrabbiare quando le tiravi fuori con aria strafottente durante i nostri litigi.
I tuoi messaggi codardi nel cuore della notte, scritti dopo lunghi e interminabili giorni di silenzio, che non mi hanno mai lasciato indifferente, tanto meno ora, sono un altro motivo per starti lontano. Sapevi sempre dire la frase giusta per colpire il mio cuore e convincermi a rimanere.

I tuoi complimenti così sinceri che miravano dritti al cuore, mai banali, o forse sempre, ma ero così innamorata di te da non rendermene conto e non saprei darti nemmeno ora un'opinione distaccata perché nei miei ricordi occupano un posto speciale.

La quinta ragione per non scriverti più è il Borotalco che usavi come profumo. Chi altro lo fa? L'ho cercato tanto intorno a me, ma non l'ho mai più trovato. Mi manca perché quell'odore per me non rappresentava soltanto te, ma anche l'infanzia, casa e la tenerezza dei nostri pochi momenti felici. 

Le rose rosse, che ora odio e non riesco più a guardare senza sentire una fitta allo stomaco, sono la sesta ragione. Quel colore così vivo e puro ora non mi fa pensare all'amore che provavamo l'uno per l'altra, quanto piuttosto a tutte le lacrime versate per te e alle scuse banali che accompagnavano i fiori. Non firmavi mai i biglietti, davi per scontato che io ricevessi fiori soltanto da te. Invece, mi dispiace tanto, ne ho ricevute altre. Le ho detestate subito e le ho buttate nella spazzatura non appena arrivata a casa, se ti fa sentire meglio. Non voglio più rose nella mia vita. Non voglio più niente che mi riporti indietro a te.

La settima ragione è il bisogno che ho di sapere quanto ancora io conti per te. Non voglio più saperlo, però non posso fare a meno di chiedermelo.

Il modo in cui te ne vai senza andartene mai del tutto è un'altra buona ragione per non scriverti più. Sono stanca di raccogliere i pezzi che lasci a terra dopo il tuo passaggio così come di rincorrerti, di convincerti a rimanere, di avere la sensazione di non essere sufficiente per te.

La penultima ragione che mi viene in mente è forse la più triste, ovvero la naturalezza con cui vorrei raccontarti e confidarti gli eventi, le emozioni e le persone che vivo ora. Mi manca essere ascoltata e compresa come solo tu riuscivi.

La decima ragione, la più importante di tutte, è la persona che ora hai accanto. Non voglio e non posso essere la causa della fine della tua nuova relazione. Mi hai posto su un piedistallo, mentre avevi le braccia occupate. Il nostro tempismo è sempre immancabilmente e irrimediabilmente sbagliato.

lunedì 4 marzo 2019

Sotto sotto sotto sto bene


Se potessi tornare indietro nel tempo, al momento in cui ci siamo conosciuti, cosciente di tutto quel che ne sarebbe derivato, ti avvicineresti ancora a me? Mi parleresti, mi sorrideresti e flirteresti come è accaduto?

Temo che questa volta non avresti abbastanza coraggio. 

Non è più la conclusione della nostra non-storia a rendermi triste, ma la consapevolezza di aver rischiato tutto per te e avere perso, senza che tu puntassi realmente le tue carte migliori. Alla fin fine era solo una questione di comodità, per quanto banale possa suonare. Io ero e sono ancora oggi una complicazione, mi vuoi solo se sono abbastanza vicina da poter essere nella tua vita quanto basta.

Nessuno prenderà il tuo posto nel mio cuore, ma nemmeno tu riuscirai a riempire il vuoto che ho lasciato io.

Risentire la tua voce mi ha fatto capire fino a che punto mi sei mancato in questi mesi. Ho cacciato indietro le lacrime, sono stata forte, le mie amiche sono fiere di come mi sono comportata, ma in realtà è ancora duro convivere con il pensiero che non divideremo mai le nostre vite. Mi manchi, ma come fai a mancarmi se non ti ho mai avuto realmente non te lo so spiegare. Non hai mai capito realmente le mie ragioni, hai sempre semplificato tutto in un modo che ora non riesco più ad amare. Sono libera, l'ho desiderato a lungo, però non sto ancora bene. Dovranno esserci altre bugie, lacrime e telefonate come quella della settimana scorsa per convincermi che sia andata meglio così.

Ascolto ancora Gazzelle, venerdì era in concerto a Milano ma non sono andata, probabilmente avrei pianto per tre quarti dello spettacolo e non mi pareva il caso. Però ora quando canticchio in metropolitana che sotto sotto sotto sto bene ci credo un po' di più e quando arriva un tuo messaggio non sento salire immediatamente il cuore in gola. Pian piano andrà sempre meglio, perché ormai tornare indietro al punto di partenza è impossibile.