lunedì 20 marzo 2017

Gli ostacoli del cuore

Siamo tutti sull'orlo della disperazione, non abbiamo altro rimedio che guardarci in faccia e farci compagnia, pigliarci un poco in giro, o no?



È finito l'inverno. È finito in anticipo, per me, quest'anno. Più precisamente è finito domenica scorsa, con quel freddo che ti accarezza la faccia prima di volare via, quando è finito anche tutto quel che ha reso un po' più caldi questi ultimi quattro mesi. Ieri, ad esempio, non sembrava affatto domenica. Sembrava un giorno come tanti. Da domenica scorsa tutti giorni fanno solo volume. Una volta lessi che quando si è tristi si diventa turisti nella propria città, fino a quando non ci si deve arrendere all'evidenza della propria malinconia e, solitamente, quello è il punto in cui le lacrime fanno capolino. Camminare e fare la turista a Milano non è mai stato tanto facile.

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Quante volte l'ho detto scherzando? "Ti lascio, addio!" E invece, poi, puntualmente rimanevo. Fino a che non se n'è andato via lui. Ma io sono rimasta, persino in quel momento sono rimasta, perché le storie finiscono per una ragione, e io questa ragione non la conosco.


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Ho incontrato Isa, sai? Non sapeva nulla, mi ha chiesto di te e il solo sentirti nominare mi ha fatto scoppiare a piangere in patio a metà di un venerdì pomeriggio affollatissimo. Non so dare una spiegazione logica a me stessa, figuriamoci agli altri! So solo che fa tanto male, più di come lo descrivevano i poeti e i cantanti, persino di più di quel che mi raccontavano le mie amiche. Non riesco a pensare ad altro che al fatto che io, questo dolore immenso, non lo merito, non lo volevo dal principio, non sono mai stata pronta per riceverlo.

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Ti alzi ogni mattina e guardandoti allo specchio provi a convincerti di aver avuto un incubo, che oggi il suo nome comparirà di nuovo sul tuo schermo, basterà un semplice messaggio, "Sono giù", e tutto tornerà esattamente come prima. Ma giorno dopo giorno la speranza si affievolisce, la sua felpa perde profumo, prende il tuo profumo invece e un mattino scopri che ormai non te lo ricordi nemmeno più, il suo odore. Pian piano dimenticherai, dimenticherai le cose che ti facevano sorridere, i dettagli che memorizzavi innamorandoti, dimenticherai i suoi gesti abituali, imparerai a convivere con un dolore nuovo, la consapevolezza di aver amato e di avere perso, imparerai anche che d'amore non si muore e che proprio questo è il male peggiore: sopravvivere alla guerra restando mutilata. Non lo scorderai mai, rimarrà lì in un angolo di te, riaffiorerà quando meno te lo aspetterai, all'angolo di una strada o in un libro, perché la memoria del cuore ha tempi assai diversi da quella della mente. Ripeterai fino alla nausea a chiunque che stai bene, che va tutto bene e giorno dopo giorno quella piccola bugia diventerà un po' più convincente, fino a quando non sarà la verità. 

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