Sono giorni strani.
Le parole si rincorrono nella mia
testa, ma scappano via velocemente appena prima che io le incolli al foglio
bianco. Le pagine della nuova Moleskine sono ancora vuote. Non sono mai stata
tanto a lungo incapace di scrivere. Alcuni lo chiamano "blocco dello
scrittore" ma non lo sono mai stata, uno scrittore intendo, piuttosto sono
una persona che non riesce a sopportare il peso dei propri pensieri.
Sono giorni strani.
Piango, mi arrabbio con me stessa
e mi sento incapace. Ho paura del futuro e di tutto quello che mi attende
dietro l'angolo. Sto rivalutando tutto.
Sono giorni strani.
Esco poco di casa e quando esco
sono sempre super truccata e vestita bene, ma dietro gli occhiali scuri le
lacrime sono pronte a scendere.
Sono giorni strani.
Penso spesso a chi non c'è più, a
chi è andato via troppo presto e ha lasciato un vuoto incolmabile dentro di me.
Sono giorni strani.
Ho mille idee in testa e non ho
tempo di realizzarle. Studio, studio, studio.
I risultati di tutta questa
fatica tardano ad arrivare e la mia autostima si sta frantumando.
Sono giorni strani e io mi sto
richiudendo nel mio guscio.
Ogni volta che in passato mi sono
sentita disorientata, la soluzione sembrava essermi offerta da un foglio
bianco. Impugnavo la penna e i pensieri prendevano forma, ma questa volta non
riesco proprio a fare chiarezza.
Sto disegnando molto, ma non so
cosa siano le linee astratte che si rincorrono nell'album.
Sono giorni strani.
All'improvviso vengo colta dallo
sconforto e mi sembra di non sapere più nulla.
La paura di non essere abbastanza
è di nuovo reale. Forse questa volta non sono abbastanza forte per andare
avanti. Forse mollare la presa è più semplice. Se vivessi in una fiaba, questo
sarebbe il momento perfetto per l'apparizione della mia Fata Madrina.
Sono giorni strani, passeranno?
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