"Non è ancora finita."
Questo è quel che ho scritto domenica al tramonto sulla sabbia, appena prima di partecipare ad una festa di fine estate a dir poco memorabile.
Ma non vi voglio raccontare delle feste, né della gente che lì ho conosciuto, voglio piuttosto scrivere dell'unico che quest'estate è stato in grado di farmi provare delle emozioni reali, l'unico che vorrò ricordare quando tra vent'anni mi guarderò indietro e ripenserò alla prima volta in cui ho indossato un costume intero. Non è tragicamente triste il modo in cui rapidamente appassiscono i ricordi? E allora eccomi qui ad imprimerli per sempre prima che dimentichi il sapore delle sue labbra sulle mie, prima che io dimentichi i brividi che mi provocava il suo sguardo, prima che tutto quel che avrebbe potuto essere prenda il posto nella mia memoria di quel che è realmente stato e che non sarà mai più perché certe sensazioni devono essere vissute d'estate, quando hai la pelle salata e i capelli umidi, altrimenti poi si perdono come granelli di sabbia ed è inutile cercare di ritrovarli perché il loro significato ed il loro valore sono scomparsi.
Forse non è stato amore, forse era solo un capriccio, forse pensava di avere più tempo per sistemare tutto, forse invece mi ha risparmiato una grande delusione, ma ormai non è più tempo di tormentarsi con i dubbi.
Ricorderò la prima volta in cui l'ho visto, eravamo sulla passerella e lui ha smesso di lavorare per fissarmi in silenzio, poi la prima volta in cui mi ha rivolto la parola, quello stesso pomeriggio mentre io e M.S. tornando dalla spiaggia provavamo le canzoni da cantare al karaoke.
Ricorderò il 14 agosto, il giorno in cui tutto è cambiato. Il modo in cui trasaliva guardandomi nel mio costume bianco e verde, il suo sguardo su di me persino quando non riuscivo a vederlo, la mia solita nuotata al tramonto quando ormai in mare non c'era più nessuno, la paura che ho provato quando voltandomi l'ho trovato vicino a me.
Ricorderò il modo in cui chiedevo informazioni su di lui, volevo capire chi fosse e perchè non lo avessi mai visto prima, ma volevo anche tenerlo lontano da me e negare a me stessa e al mondo intero il mio interesse nei suoi confronti.
Ricorderò quando una notte guardando il cielo mi confessò che quando torna a casa la sera mentre fuma l'ultima sigaretta della giornata si concentra con tutte le sue forze sulla stella più luminosa perché sa che quella stella in realtà è suo padre e vuole dimostrargli di essere un uomo fatto e finito ormai.
Ricorderò il suo sguardo cattivo addolcirsi nel momento in cui mi abbracciava e il suo modo di parlare, rapido e a scatti, pieno d'ira.
Ricorderò il 25 agosto, la cena con M.S. durante la quale finalmente ammisi di avere solo una persona in testa, la più sbagliata probabilmente, poi gli inseguimenti sul lungomare, la danza dei pollici e i nostri sguardi che si incrociavano continuamente, le fughe dal lido Conchiglia in preda all'ira, il suo saluto e il mio tono di voce noncurante fino al momento in cui, colta da un impeto irrefrenabile, abbandonai M.S. e corsi a prendere la sua mano per ballare una bachata davanti ai suoi amici.
Ricorderò il giorno in cui ho scoperto che si sarebbe arruolato alla fine dell'estate, la tristezza che mi ha pervasa nel momento in cui ho chiesto a lui conferma di qualcosa di cui già ero certa perché bastava guardarlo negli occhi per comprendere il suo destino fin troppo banale.
Ricorderò tutte le volte in cui si sedeva accanto a me sul lettino senza chiedere il permesso a nessuno, come se fosse l'atto più naturale del mondo, come se vegliasse su di me e volesse allontanare chiunque altro.
Ricorderò anche le mille scuse di mia madre per allontanarlo da me, la sua preoccupazione nel notare l'interesse e le mille attenzioni del bagnino per me.
Ricorderò la sua corsa rapida come quella di una gazzella.
Il modo in cui la musica vibrava dentro di lui.
La sua predilezione per la lingua spagnola, che usava per dirmi le frasi più dolci che lo imbarazzavano.
Ricorderò l'ultima volta in cui ci siamo parlati, quando ormai la rabbia prevaleva su tutti gli altri sentimenti fino ad offuscarli completamente.
Ricorderò l'ultima volta in cui l'ho visto, mi ha cantato Bella d'estate guardandomi negli occhi come suo solito dopo averla dedicata ad un'altra, poi si è alzato e se n'è andato senza voltarsi.
"Noi due siamo una cosa che c'è solamente perché siamo qua e basta."
Non ci siamo salutati, non ha visto le mie lacrime, non saprà mai quanto tenessi a lui nonostante le bugie, nonostante i litigi, nonostante sia stato solo un amore estivo destinato a volare via con l'arrivo della tramontana.
Lui è tornato da chi lo conosce da più tempo di me, da chi è più affidabile, meno lunatica, meno snob.
Ma del resto una volta finita l'estate, la stagione degli amori, il bagnino torna a non essere nessuno se non un ragazzo di paese che un tempo ha sognato grazie ad una bella villeggiante proveniente dalla città.
Io sono tornata alla mia solita vita.
Abbiamo scelto la strada più semplice al posto di quella impervia che forse avrebbe condotto alla felicità.
La nostra storia rimarrà nella memoria di pochi e pian piano si trasformerà in un pettegolezzo delle vecchie di paese.
"Vi ricordate quell'estate in cui la figlia della signora perse la testa per il piccolo orfanello?" e nessuno ci crederà più, penseranno tutti che è solo una diceria di qualche vecchia pazza.
Forse non è stato amore, forse era solo un capriccio, forse pensava di avere più tempo per sistemare tutto, forse invece mi ha risparmiato una grande delusione, ma ormai non è più tempo di tormentarsi con i dubbi.
Ricorderò la prima volta in cui l'ho visto, eravamo sulla passerella e lui ha smesso di lavorare per fissarmi in silenzio, poi la prima volta in cui mi ha rivolto la parola, quello stesso pomeriggio mentre io e M.S. tornando dalla spiaggia provavamo le canzoni da cantare al karaoke.
Ricorderò il 14 agosto, il giorno in cui tutto è cambiato. Il modo in cui trasaliva guardandomi nel mio costume bianco e verde, il suo sguardo su di me persino quando non riuscivo a vederlo, la mia solita nuotata al tramonto quando ormai in mare non c'era più nessuno, la paura che ho provato quando voltandomi l'ho trovato vicino a me.
Ricorderò il modo in cui chiedevo informazioni su di lui, volevo capire chi fosse e perchè non lo avessi mai visto prima, ma volevo anche tenerlo lontano da me e negare a me stessa e al mondo intero il mio interesse nei suoi confronti.
Ricorderò quando una notte guardando il cielo mi confessò che quando torna a casa la sera mentre fuma l'ultima sigaretta della giornata si concentra con tutte le sue forze sulla stella più luminosa perché sa che quella stella in realtà è suo padre e vuole dimostrargli di essere un uomo fatto e finito ormai.
Ricorderò il suo sguardo cattivo addolcirsi nel momento in cui mi abbracciava e il suo modo di parlare, rapido e a scatti, pieno d'ira.
Ricorderò il 25 agosto, la cena con M.S. durante la quale finalmente ammisi di avere solo una persona in testa, la più sbagliata probabilmente, poi gli inseguimenti sul lungomare, la danza dei pollici e i nostri sguardi che si incrociavano continuamente, le fughe dal lido Conchiglia in preda all'ira, il suo saluto e il mio tono di voce noncurante fino al momento in cui, colta da un impeto irrefrenabile, abbandonai M.S. e corsi a prendere la sua mano per ballare una bachata davanti ai suoi amici.
Ricorderò il giorno in cui ho scoperto che si sarebbe arruolato alla fine dell'estate, la tristezza che mi ha pervasa nel momento in cui ho chiesto a lui conferma di qualcosa di cui già ero certa perché bastava guardarlo negli occhi per comprendere il suo destino fin troppo banale.
Ricorderò tutte le volte in cui si sedeva accanto a me sul lettino senza chiedere il permesso a nessuno, come se fosse l'atto più naturale del mondo, come se vegliasse su di me e volesse allontanare chiunque altro.
Ricorderò anche le mille scuse di mia madre per allontanarlo da me, la sua preoccupazione nel notare l'interesse e le mille attenzioni del bagnino per me.
Ricorderò la sua corsa rapida come quella di una gazzella.
Il modo in cui la musica vibrava dentro di lui.
La sua predilezione per la lingua spagnola, che usava per dirmi le frasi più dolci che lo imbarazzavano.
Ricorderò l'ultima volta in cui ci siamo parlati, quando ormai la rabbia prevaleva su tutti gli altri sentimenti fino ad offuscarli completamente.
Ricorderò l'ultima volta in cui l'ho visto, mi ha cantato Bella d'estate guardandomi negli occhi come suo solito dopo averla dedicata ad un'altra, poi si è alzato e se n'è andato senza voltarsi.
"Noi due siamo una cosa che c'è solamente perché siamo qua e basta."
Non ci siamo salutati, non ha visto le mie lacrime, non saprà mai quanto tenessi a lui nonostante le bugie, nonostante i litigi, nonostante sia stato solo un amore estivo destinato a volare via con l'arrivo della tramontana.
Lui è tornato da chi lo conosce da più tempo di me, da chi è più affidabile, meno lunatica, meno snob.
Ma del resto una volta finita l'estate, la stagione degli amori, il bagnino torna a non essere nessuno se non un ragazzo di paese che un tempo ha sognato grazie ad una bella villeggiante proveniente dalla città.
Io sono tornata alla mia solita vita.
Abbiamo scelto la strada più semplice al posto di quella impervia che forse avrebbe condotto alla felicità.
La nostra storia rimarrà nella memoria di pochi e pian piano si trasformerà in un pettegolezzo delle vecchie di paese.
"Vi ricordate quell'estate in cui la figlia della signora perse la testa per il piccolo orfanello?" e nessuno ci crederà più, penseranno tutti che è solo una diceria di qualche vecchia pazza.
Nessun commento:
Posta un commento