domenica 30 dicembre 2018

Ho le tasche piene di sassi

Sarà che sono sola stasera e io da sola non so stare, ma appena mi ritrovo a dover fronteggiare i miei pensieri rispunti fuori tu, come un fastidioso nodo tra i capelli che proprio non ne vuole sapere di essere sciolto. Sono tornata a casa ieri e non ho potuto fare a meno di pensare che è la prima volta in cui non ti sento per due mesi senza mandare o ricevere un segnale. Sarebbe patetico, adesso, scrivere ad una mia amica per chiederle il tuo numero per poterti sentire un'ennesima ultima volta. Che senso avrebbe, poi? Non sono una vecchia amica che vuol sapere come stia proseguendo la tua vita senza di me e non voglio dare voce alle paure che ancora, dopo tutto questo tempo trascorso lontana da te, mi tormentano. Rimarremmo al telefono per ore, come mesi fa, quando ti chiamai temendo di non sentire nulla dall'altra parte della linea, invece parlammo ininterrottamente fino all'alba. Non porterebbe a nulla di buono. Perché i momenti più importanti della nostra storia sono accaduti sempre di notte offuscati dalla stanchezza?
Sono esausta, ma sono anche fiera di me, sono arrivata alla fine del primo anno senza di te, anche se non è trascorso un solo giorno in cui io non ti abbia pensato. Sei stato, nonostante i miei sforzi, la più grande presenza nella mia mente, persino quando la tua assenza è diventata insopportabile e mi sono rifugiata altrove, pur di scappare da te. Ma eri sempre lì con me, non mi hai mai lasciato sola. A Milano, così come a Modena, a Margherita, a Roma, a Venezia. Ho viaggiato tanto quest'anno, ma ovunque andassi non riuscivo a liberarmi di te. Non è stato semplice, imparare a convivere con questo chiodo fisso nella mia mente, ma adesso inizio a stare meglio e non tornerò sui miei passi. Credo che siamo davvero arrivati alla fine del nostro percorso insieme. In realtà è accaduto più di un anno fa, ma ero troppo spaventata per ammetterlo. Ora sono pronta a lasciarti andare, è la prima volta in cui non sento più di avere paura di perderti, forse perché ormai è accaduto, lo sto accettando e so che un giorno - non so dirti quando, ma arriverà - non farà più male come oggi e non piangerò più per te. Mi hai fatto soffrire come non mi era mai accaduto prima, ma credo di doverti ringraziare a questo punto della storia. Non esiste più una "nostra" storia, ma ci sono e continueranno ad esserci una mia e una tua storia: separate, più belle, durature ed importanti di quella che abbiamo condiviso insieme. 
Mi manchi ancora, ma non ti amo più. Per la prima volta ascolto di nuovo Calcutta e non fa più male.
Non tornerai questa volta, lo so. Abbiamo sbagliato così tanto e così ripetutamente, che nessun ulteriore dubbio ti ricondurrà a me. Non una fotografia, non un ricordo sbiadito nel fondo della tua mente, né il sole mentre tramonta nel mare.
Non tornare di nuovo. Non funzionerebbe, esattamente come tutte le altre volte. Ora lo so.

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