martedì 9 aprile 2019

Quella domenica nella tua città

Ho pensato a lungo se scrivere o meno di quella domenica nella tua città. Un po' per paura che lo leggessero i miei, a cui non l'ho mai detto, un po' perché volevo fingere che quella giornata non fosse mai esistita. Ma col tempo mi accorgo che è finita e non tornerò sui miei passi, a questo punto spero anche che le nostre vite continuino parallele e non si incrocino mai più. Mi ci è voluto un anno, eppure eccomi, finalmente, qui a scriverne.

Non mi sono mai sentita così estranea in un luogo in cui ero già stata come quella volta. In fondo è stata tutta colpa mia, lo ammetto. Sono stata testarda, impulsiva e sconsiderata. Ma io ti ho amato con tutta me stessa ed ero cieca quando mi accontentavo delle briciole che seminavi dietro di te. In questi dodici mesi non è trascorso giorno in cui non ti abbia pensato, sono tornata persino dove tutto è iniziato, dove ti ho visto per la prima volta e dove mi sono sentita così viva da aver paura. Avevo ragione ad essere spaventata, ora so cos'è l'amore e so anche che mi ha cambiato per sempre. Il merito è tutto tuo.

Quel giorno avevo dimenticato la sciarpa insieme al sole a Milano e il tempo uggioso nella tua città doveva essere un presagio di quanto sarebbe accaduto. Oggi diluvia a Milano e come vorrei che tu fossi qui con me. O forse no, non saprei cosa dirti, balbetterei, mi si inumidirebbero gli occhi all'istante e la mente si svuoterebbe.


Comincio davvero a stare meglio e non ho più paura di dirlo perché questa volta non è una bugia che tento inutilmente di trasformare in realtà. Sto leggendo un libro di un tuo concittadino scritto male ma fin troppo famoso, è dall'estate scorsa che non leggo per diletto, penso al fatto che con tutte le mie lettere per te ne ho scritto uno lungo quanto questo inverno che finalmente giunge alla conclusione.

Innamorarmi di te è stato l'errore involontario più grande che mi potesse capitare di fare. Tutte le scelte che ne sono derivate sono state la parte migliore di questi ultimi due anni. Ogni maledetta volta in cui ti ho pensato non ho potuto fare a meno di sorridere ed è così che sono arrivata alla conclusione che ne è davvero valsa la pena.

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