venerdì 23 agosto 2019

Si è spento il sole

A mezzanotte compirai trentadue anni, perciò tanti auguri amore. Posso ancora chiamarti così? Solo per oggi, torniamo baby e amore. Come ogni ballata che si rispetti, anche la nostra storia non è destinata ad avere un lieto fine, ma ogni epilogo pare troppo scontato, perciò rimaniamo a volteggiare ancora un po', almeno nei nostri sogni. Ieri notte ha piovuto e l'isola si è svuotata. Io per una volta sono andata a dormire presto e ti ho sognato. Non accadeva da qualche mese, è stato strano e familiare allo stesso tempo. Mi manchi, vorrei scriverti solo per una volta e invece no, resisterò persino ora. Sono sempre più convinta di doverti stare il più lontano possibile per ricominciare a vivere e l'unico modo che riesco ad immaginare è eliminarti definitivamente dalla mia vita, negandoti la possibilità di cercarmi ancora. Il mio cervello ne è convinto, ma ogni volta che questo pensiero sfiora il mio cuore, non riesco a frenare le lacrime e la mente ritorna ai pochi ricordi ancora nitidi che ho di te. Il tuo silenzio non ha mai fatto tanto male prima d'ora. Io so che non ha senso, che il tempo sta passando e che non tornerò ad essere quella ragazza spensierata che avevi conosciuto, ma più vado avanti e più sento che senza di te mi manca un pezzetto di puzzle per essere felice. Ti ho cercato ovunque, ti ho voluto così tanto da rincorrerti per due anni. Mi manchi e sarei ancora disposta a fare qualsiasi cosa pur di riaverti nella mia vita. Continuo a ripetermi che non era reale quello che abbiamo provato insieme, non lo sono mai le storie estive, eppure guardaci, guarda te, guarda me e dimmi se siamo felici come lo siamo stati quando eravamo insieme. Anche se è durato poco, quasi niente, dimmi che non ha significato niente e che la tua vita ha proseguito senza mai rincorrermi nei tuoi pensieri e io ti lascerò andare per davvero.

sabato 17 agosto 2019

L’autunno negli occhi, l’estate nel cuore

Se c'è una cosa di Ibiza che ti stupisce davvero, quella è la quantità di baristi provenienti dal nord Italia. Tutti si assomigliano, sono belli da togliere il fiato, recitano ogni notte lo stesso copione, centinaia di ragazze sfilano davanti a ognuno di loro, ma alla fine soltanto le più accanite cacciatrici riescono a portarseli a casa al sorgere del sole. Sono simpatici, disponibili, affabili: insomma, fanno parte dello show e senza di loro mancherebbe l'ingrediente segreto che rende tanto nota l'isola della perdizione.
Pensavo di essere stata vaccinata e resa immune al loro fascino molto tempo fa, fino a quando non ho incontrato Fabrizio.
L'ho conosciuto un mattino di giugno, poteva essere una domenica, un mercoledì o un venerdì, poco importa, io ero assonnata e in ritardo per la mia lezione di yoga, lui tornava dal lavoro, entrambi eravamo affamati e gli unici clienti in un bar deserto. Persino il cameriere era latitante, perciò lui ha preso in mano la situazione, mi ha chiesto cosa volessi e mi ha servito. Aveva i capelli spettinati, era stanco, ma sicuro di sé, ho scoperto pochi giorni dopo che tutti nell'isola sanno chi è e si fidano di lui, ma ho impiegato un mese buono per imbattermici la prima volta. Dopo quel primo incontro anche lui ha fatto qualche ricerca su di me e al termine della settimana me lo sono ritrovata davanti con due birre all'ora di pranzo. Mi ha ordinato di seguirlo e da quel momento in poi siamo diventati amici. Il mese seguente è trascorso rapido tra pranzi, bagni all'alba e serate nel locale dove lavora a base di tequila sale e limone e giorno dopo giorno ho imparato a conoscerlo e ad apprezzarlo. A seconda del tipo di ubriaco che si trova davanti diventa all'occorrenza mio padre, mio fratello, il mio fidanzato. Una sera di luna piena non è andato a lavorare, mi ha chiamato e siamo andati a bere in spiaggia le solite birre rubate al locale. Poi, quando si è sbronzato al punto da rannicchiarsi con la testa sulla mia pancia, mi ha raccontato la sua storia, con la stessa enfasi con cui si confida un segreto da nascondere, conservare, proteggere. 

- Alla fine siamo tutti soli qui. Io ho un figlio e una donna che mi aspettano a casa, ma ogni volta che torno è diverso, come se qui mi mancasse una parte di me che ho lasciato a casa e a casa mi mancasse una parte che ho dimenticato qui. Questa è la vera condanna di chi vive a stagioni, siamo destinati a non sentirci mai completi in nessun luogo, sempre alla ricerca dell'emozione successiva. Io sono qui, con te, ma la mia testa è già a casa, al primo giorno di scuola di Gabriele che perderò ancora una volta, al compleanno di Sara che festeggerà con le amiche e non con me e nonostante questo io non desidero altro che restare a guardare ancora il sole sorgere su Ibiza insieme a te.
- Solo perché con me sei certo di non incorrere in complicazioni, ma sono io che ogni sera vedo andare via dal locale le fanciulle che tentano invano di conquistarti e tu nemmeno le degni di uno sguardo.
- Sarà per quello che tornano il giorno dopo e il bar è sempre pieno?
- Io non so cosa abbia di magico questo posto, so solo che quando sono arrivata credevo di aver commesso il più grande sbaglio della mia vita, mentre ora non vorrei più tornare a Milano.
- Invece dovresti pensare anche tu all'autunno, l'estate è agli sgoccioli, manca poco più di un mese e fidati di me, passerà molto più rapidamente di quanto immagini.
- Tu sai già quando partirai?
- Io pianifico tutto, bambina. Lascio sempre l'isola prima della fine della stagione, quando ancora brulica di cuori infranti e ubriaconi nelle discoteche. Sara non ne sa niente, ma ogni anno prima di tornare da lei parto da solo per due settimane. Non credere che faccia chissà che cosa, eh. Non bevo, non tocco una sola sigaretta e vado a dormire alle dieci di sera. Mi depuro dall'Inferno per tornare in Paradiso. Dovresti pensarci anche tu.
- Io devo tornare alla vita reale a capofitto, o potrei non ritornarci più.
- Dicevo così anche io durante il mio primo anno a Ibiza, ma vedi, bambina, tu sei arrivata qui in fuga e hai messo in pausa tutto: i tuoi sentimenti, i tuoi sogni, persino le tue speranze di vedere arrivare il tuo principe azzurro per riportarti a casa, ma non è questo il modo per tornare a Milano rigenerata. Al tuo ritorno, tutte le persone e i casini che hai lasciato saranno ancora lì ad aspettarti e non ci sarà un momento in cui faranno meno paura di prima, ci sarai solo tu e la tua grinta. Qui hai ascoltato per mesi i problemi degli altri, fingendo di non averne di tuoi, ma non mi freghi: io so benissimo che anche tu, esattamente come tutti noi poveri cani sull'isola, hai il cuore fratturato e scappi da chi te lo ha spezzato.
- Touché. Allora, dottore, qual è il rimedio che mi consiglia?
- Vivi questa maledetta isola. Esci dai tuoi schemi. Non siamo in un reality show, la gente non si aspetta che tu sia sempre sorridente e disponibile. Manda a quel paese lo stronzo che ti ha fatto del male, bambina, urlalo al mare e le onde lo porteranno a lui, ma fallo davvero perché solo così ti sentirai meglio, ti sembrerà di vivere e allora ti avvicinerai alla vita vera, che tornerà da te quando smetterai di usare un copione come tutti quassù e finalmente non ti chiederai più prima di agire se stai andando nella direzione giusta o sbagliata. Avrai un inverno intero per leccarti le ferite, ma fattele queste ferite, altrimenti tornerai a casa senza una storia tua da raccontare e direi che non sei proprio il tipo che prende un volo di sola andata per Ibiza e torna a mani vuote a Milano.
- Fabrizio?
- Eh?
- Grazie.
- Non ti preoccupare, bambina, a fine estate presento il conto anche a te.

venerdì 16 agosto 2019

Si può finire qui


Quando ero bambina, la notte di Ferragosto segnava già un po’ la fine dell’estate. Era l’ultimo vero giorno di festa, dopo iniziava la corsa contro il tempo per iniziare e finire i compiti delle vacanze, alcuni amici già tornavano a casa e la routine si impadroniva di nuovo delle nostre vite. Il lungomare si svuotava, i locali di sera chiudevano prima, tornava la Tramontana e le prime piogge impedivano un lieto fine agli amori estivi. Noi, già vecchi all’epoca, ci rintanavamo nel ristorante del lido a giocare a burraco da mattina a sera, mentre pian piano i giuramenti di amore eterno si scioglievano, ci preparavamo a tornare in città e le tate ci cercavano senza trovarci mai.
Nonostante tutto, però, il 15 d’agosto era il Natale estivo e nessuno di questi pensieri avrebbe mai potuto rovinarlo. Ricordo che si facevano lunghe tavolate al lido, ci si vestiva sempre di bianco, si beveva e si ballava fino all’alba: non c’era differenza tra adulti e giovani, si stava insieme per una notte intera e per una volta tutto avveniva sotto gli occhi di tutti.
Quest’anno no, per la prima volta la mia estate è iniziata e finirà senza nessuno di quei riti tipici di una piccola comunità balneare come lo è Margherita, mi rattrista pensare che tutto si è svolto ugualmente anche senza di me, perché lo spettacolo deve continuare, e nemmeno il mio ombrellone vuoto potrebbe interromperlo.

giovedì 1 agosto 2019

Verranno a chiederti del nostro amore


Verranno a chiederti del nostro amore e tu gli risponderai che era una farsa, le bugie ci hanno allontanato molto di più della distanza fisica ed io me ne sono andata non appena tutto si è complicato. Non gli racconterai di quando mi hai lasciato vagare per un giorno intero per le strade della tua città, né delle tue telefonate nel cuore della notte e di tutte le lacrime che io ho versato per te. Parlerai solo della tua verità e ancora una volta sottovaluterai il mio silenzio, ti convincerai che sono scappata perché non ti amavo abbastanza, mentre invece io ancora fatico a immaginare la mia vita senza di te, rincorro la tua ombra in tutto quel che mi circonda e allontanarmi da te è stato solo un ultimo, disperato tentativo per ritrovare me stessa. Eliminerai il mio numero di telefono e tutto quel che ancora conservi di mio, ma non basterà a cancellarmi dal tuo cuore. Crederai di esserci riuscito, poi un giorno camminando per le vie del centro ti sembrerà di sentire il mio inconfondibile profumo, ti volterai d'impulso, non mi troverai e la delusione farà capolino insieme a tutti i ricordi che avevi tentato invano di seppellire.

Verranno a chiederti del nostro amore e tu ti sorprenderei di avermi persa prima del tempo. Mi cercherai ovunque ma non mi troverai più, sarò già lontana da te e da tutto quel che ci ha unito. Ti convincerai che il destino aveva altri piani per noi due, che insieme non avremmo potuto realizzare i nostri sogni, mentre invece sacrificare l'amore è stato il giusto prezzo da pagare per la fama, come nel musical che avevamo visto insieme al Cinema sotto le stelle. Però i protagonisti, alla fine del film, si rincontrano e invece noi no, noi saremo per sempre destinati a rincorrerci senza ritrovarci mai.

Verranno a chiederti del nostro amore e tu non potrai fingere di non aver provato per me un sentimento unico nel suo genere, così come non potrai mai andartene del tutto senza prima avermi rincorso un'ultima volta, ma quando mi nomineranno tenterai ugualmente di sminuirmi per non darmela vinta, perché ancora non hai capito che non è un gioco in cui uno vince e l'altra perde, ma sul piatto c'è la felicità di entrambi e tu, con questo atteggiamento infantile ed egoista, non hai fatto altro che condannarci a rimanere incompleti.