sabato 27 dicembre 2014

Doesn't really feel like Christmas at all


Il Natale è arrivato senza che io me ne accorgessi, senza che lo desiderassi.
Sembrano troppo lontani i giorni in cui questa era la mia festa preferita, in cui tornavamo a casa, quella vera, quella piena di persone che ci amano e che amiamo, quella dove si è felici.

Si viaggiava sempre di notte, così noi tre piccoli marmocchi potevamo riposare e svegliarci direttamente nei nostri letti il mattino seguente.
Ci svegliavano le voci dei cugini e degli zii che ci accoglievano e sancivano l'inizio del periodo più allegro dell'anno.
Le giornate trascorrevano in fretta, tra pranzi di famiglia e passeggiate al mare.
Le tombole infinite, le partite a carte, i mille film natalizi. Eravamo sempre tutti insieme.

Ora, invece, è tutto diverso.
Si cresce, si cambia, si dimenticano le tradizioni.
Natale a Milano, a Roma, alle terme, e la famiglia? Una telefonata per scambiarci gli auguri, basta così. Troppe incomprensioni, troppi litigi. Sembra essere la condanna di tutte le grandi tribù come la nostra. Ognuno a casa sua, non ha più senso riunirsi in un luogo colmo di ricordi, ora che il nonno non c'è più.

Nonno, lo so che sei arrabbiato.
Ci abbiamo provato, ma non siamo stati capaci di restare uniti. Tu eri la colla, tu organizzavi tutto, tu ora non ci sei e quella casa sembra essersi svuotata.
Non ha più senso sedersi in sala da pranzo se manca il capotavola. È triste per la mamma e per tutti noi stare lì e vedere vuoto quel posto. Non possiamo fare a meno di ricordare tutti i giorni felici che ci hai regalato. Stiamo bene, stiamo andando avanti, ma non possiamo tornare a casa. Persino la nonna non riesce quasi più a vivere in casa vostra. Chissà che cosa decideranno. Non hanno il coraggio di vendere, ma nessuno ha la forza di costruirci nuovi ricordi. Che senso ha tutto questo?

È stato un anno strano, nonnino mio. Non solo perchè per la prima volta ho dovuto realizzare che non saresti tornato, che non eri partito per uno dei tuoi soliti viaggi alla scoperta del mondo che tanto amavi, ma perchè in soli dodici mesi sono accaduti talmente tanti cambiamenti da far volare il tempo senza che io mi accorgessi di quel che avveniva intorno a me.
Ci sono stati momenti tremendi e altri indimenticabili, ma non riesco ad odiare o a rimpiangere niente dell'anno che si sta per concludere.
È questa la maturità che attendevo? Diventare adulti vuol dire vivere con più distacco?
Sto aspettando l'ispirazione nonno. Sto aspettando un segnale che mi faccia vivere questo periodo con la stessa gioia di quando ero bambina.

venerdì 19 dicembre 2014

Last tango, then Paris


Purtroppo no, non sono io quella che sta per partire per la Ville Lumière, ma un mio amico che, a quanto pare, è abbastanza incosciente da affidarsi ai miei gusti musicali per scegliere la colonna sonora che lo accompagnerà in questo viaggio alla scoperta di opere d'arte e macarons.
Attraverso queste canzoni proverò a descrivere una città la cui storia mi ha sempre affascinata, dall'età della monarchia fino agli inizi del '900, quando era il centro della cultura europea e gli intellettuali e gli artisti provenienti da ogni angolo del mondo la sceglievano come propria dimora.
Bando alle ciance, ecco a voi le canzoni che ho scelto!

Andy osserva la città per la prima volta accompagnata dalla voce di Bono e, dunque, ritengo che sia obbligatorio ascoltarla durante il tragitto aeroporto-hotel.

Ricordiamo tutti Carrie mentre ritrova la sua collanina perduta in una pochette vintage Dior e attraversa la città sulle sue Manolo vertiginose? Perciò, io immagino una passeggiata notturna al termine di una seratina movimentata sulle note di questa canzone.

Nuova canzone, nuovo riferimento cinematografico, nuova avventura. Un pomeriggio dedicato allo shopping sulla rive droite fino ad arrivare in cima alla Tour Eiffel.

È il momento di essere romantici ed entrare in un'antico cafè all'angolo di una stradina sconosciuta dopo essersi persi in un parco o in un mercatino (la città ne è piena). Chi può dirlo, magari tra un croissant e l'altro potrebbero avvenire incontri inaspettati!

Una passeggiata lungo la Senna nel primo pomeriggio o, se vogliamo emulare Owen Wilson, a mezzanotte non potrà non essere accompagnata da questa musica così francese da farmi pensare a Mr Duroy mentre cerca di abbindolare una nuova dama.

Sento la voce di Gossip Girl annunciare l'inizio di una nuova giornata nella capitale francese. Traccia consigliata per una passeggiata a Versailles, mentre immaginiamo di esserne i proprietari o, più semplicemente, ospiti di Luigi XIV. 

Perfetta per accompagnare una passeggiata sulla scalinata che conduce alla Basilique du Sacré-Cœur al tramonto, quando la luce del sole si riflette sulla pietra bianca facendola apparire rosata.

Parigi è una città dalle mille sfaccettature e una di queste è la miriade di locali a luci rosse che offrono spettacoli di burlesque a Pigalle, appena sotto la collina di Montmartre.

Svuota la mente da tutte le preoccupazioni che ti aspettano a casa e scatta mille foto con la tua Polaroid, strumento essenziale durante il viaggio.

Cala la notte sulla città e, appena fuori dal Louvre, si aggirano degli angeli in lingerie scintillante. Queste creature a metà strada tra l'umano e il divino, altrimenti note come Angeli di Victoria's Secret, camminavano ormai più di un anno fa nel cortile del Louvre e chi siamo noi per perdere l'occasione di imitarle per 5 minuti?

Piove e Parigi non perde il suo fascino, ma, se escludiamo il traffico, potrebbe apparire persino più bella che mai.

Chuck e Blair si incontrano in una stazione di Parigi e lei gli spiega che, nonostante tutto, "it wouldn't be my world without you in it".
Non esite canzone migliore per concludere un viaggio a Parigi e tornare a casa consapevoli della bellezza di questa città e dell'odio che i francesi nutrono nei nostri confronti. 


À bientôt miei cari!

sabato 13 dicembre 2014

Dammi una lametta che mi taglio le veneee


Sto ascoltando musica depressa e sto piangendo da ieri, ma alla fine ne uscirò anche questa volta. Tra un mese o due mi volterò indietro e riderò di queste parole, forse persino di queste lacrime.
Ora, però, voglio starmene al caldo sotto le coperte con in sottofondo queste canzoni.

"Oh, let's go back to the start" quando tutto era semplice, quando ci illudevamo di poter essere felici insieme a dispetto del mondo intero che non voleva concedercelo. Questa canzone mi fa ripensare al primo appuntamento, alla passeggiata nel parco e a quel tavolino dove ci siamo scambiati il primo bacio, all'imbarazzo iniziale e alla voglia di fermare il tempo.

In momenti come questo, il mio unico desiderio è camminare in riva al mare, ma dato che non è possibile, ascolto questa e le sensazioni che provo sono molto simili.

La prima canzone che mio padre mi fece ascoltare di Paolo, da quel momento è stato amore.

Mio padre mi faceva addormentare così da bambina, i bei tempi andati si racchiudono tra le note e le parole di questa meraviglia.

Non poteva mancare la colonna sonora del finale della prima stagione di The O.C.

Una frase di questa canzone prima o poi la imprimerò sulla mia pelle, come promemoria per la vita.

Potrei scrivere un romanzo su questa canzone, ma mi limiterò a dirvi che la amo.

"I remember the way I felt inside
And the name of the songs that made you cry
You would scream, we would fight, you would call me crazy
And I would laugh, you were mad but you'd always kiss me
In the shirt that I had that I always borrowed
When I woke, it was gone
There was no tomorrow"

Lui diceva che sono una zoccola musicalmente parlando, perchè ascolto canzoni da bimbaminkia e subito dopo Frank Sinatra o i Nirvana. Aveva ragione, ma questa strofa, che lui lo voglia o no, descrive la nostra storia più di mille altre.

Mi piace da pazzi la Rihanna dalla voce struggente che si immerge in una vasca e piange lacrime amare, mi fa sentire meno sola.

È un'altra canzone da bimbaminkia che lui odierebbe di sicuro, ma io sono io e lo sono senza di lui, perciò ascolto anche Michele e piango un altro pochino.

Non riesco ad esprimere tutto quello che smuove dentro di me questa canzone, posso solo continuare ad ascoltarla per ore e ore.

Lacrime, kleenex, ricordi, altre lacrime.

Sì, sono cambiati, ma chi non lo fa? Questa canzone mi piace al punto da farmi venire voglia di distendermi sul pavimento del bagno in abito da sera, quindi, entra nella playlist di stasera a pieni voti.

Mi sembra quasi di sentire la voce di mio fratello che non si stanca mai di ripetermi di andare avanti a testa alta, no matter what.

È l'ultima canzone, è quella che mi dà speranza per ricominciare, perchè ora fa male, malissimo, sembra di avere mille spine conficcate nel cuore, ma presto andrà meglio, sono troppo giovane per smettere di credere nell'Amore.

Ora non vi resta che premere shuffle e restare in silenzio per un po'. Buon ascolto.

venerdì 12 dicembre 2014

Facciamo un gioco?



Facciamo un gioco?
Tu smetti di tornare, puntualmente, a farti sentire e io smetto di risponderti.
Io cancellerò il tuo numero, ti eliminerò da tutti i social network esistenti, non andrò più a rileggere le nostre vecchie conversazioni, non farò più del male a me stessa.
Tu, in cambio, smetterai di usarmi quando hai bisogno di me per poi gettarmi via come un kleenex sporco.
Facciamo questo gioco, ma facciamolo bene, perchè io sono esausta. Mi sento privata di tutta la mia energia vitale e tu, forse meglio di chiunque altro, dovresti capire la ragione.
Sono rimasta in equilibro sulla fune per troppo tempo, mi piaceva così tanto camminare su un filo sottile e guardarti sorreggermi e lasciare la mia mano, mi piaceva credere che saremmo rimasti in equilibrio insieme per tanto tempo, non per sempre perchè non ho mai creduto nel "per sempre" fiabesco, ma avevo immaginato qualcosa di molto simile, lo devo ammettere.
Non posso più cadere, rialzarmi da sola e rimettere insieme i pezzi che tu continui a frantumare ogni volta che torni e te ne vai. Non ho più la forza per bagnare il cuscino duante la notte. Non so nemmeno io come abbia fatto ad arrivare a questo punto, non ho avuto il tempo di rendermene conto, ma ci sono dentro fino al collo ed è il mio istinto di sopravvivenza che ora mi implora di scappare da te.
I miei amici mi ripetono da troppi mesi che tu sei un coglione, che non mi meriti, che devo smettere di credere alle tue bugie, ma il punto è che non mi sono mai resa conto davvero di quanto dipendessimo l'uno dall'altra.
Giochiamo, ma questa volta rispettiamo le regole e rispettiamo noi stessi, perchè fino a questo momento non ne siamo mai stati capaci.
Nonostante io continui a sperare in un nostro futuro insieme, devi smetterla di tornare, io devo smetterla di esserci per te. Non posso più sperare che tu cambi, che superi le tue paure, non è cambiato nulla dal primo giorno, ci sono ancora gli stessi problemi, la distanza che ci separa non l'abbiamo scelta noi, non abbiamo colpa noi due, ma io non posso credere vanamente di averti cancellato se tu continui a tornare incasinando la mia mente e la mia vita.
Abbiamo giocato a lungo e abbiamo perso entrambi, ma è giunto il momento di deporre le armi e incamminarci lungo strade differenti.