Il Natale è arrivato senza che io me ne accorgessi, senza che lo
desiderassi.
Sembrano troppo lontani i giorni in cui questa era la mia festa
preferita, in cui tornavamo a casa, quella vera, quella piena di persone che ci
amano e che amiamo, quella dove si è felici.
Si viaggiava sempre di notte, così noi tre piccoli marmocchi
potevamo riposare e svegliarci direttamente nei nostri letti il mattino seguente.
Ci svegliavano le voci dei cugini e degli zii che ci accoglievano
e sancivano l'inizio del periodo più allegro dell'anno.
Le giornate trascorrevano in fretta, tra pranzi di famiglia e
passeggiate al mare.
Le tombole infinite, le partite a carte, i mille film natalizi.
Eravamo sempre tutti insieme.
Ora, invece, è tutto diverso.
Si cresce, si cambia, si dimenticano le tradizioni.
Natale a Milano, a Roma, alle terme, e la famiglia? Una telefonata
per scambiarci gli auguri, basta così. Troppe incomprensioni, troppi litigi.
Sembra essere la condanna di tutte le grandi tribù come la nostra. Ognuno a
casa sua, non ha più senso riunirsi in un luogo colmo di ricordi, ora che il
nonno non c'è più.
Nonno, lo so che sei arrabbiato.
Ci abbiamo provato, ma non siamo stati capaci di restare uniti. Tu
eri la colla, tu organizzavi tutto, tu ora non ci sei e quella casa sembra
essersi svuotata.
Non ha più senso sedersi in sala da pranzo se manca il capotavola.
È triste per la mamma e per tutti noi stare lì e vedere vuoto quel posto. Non
possiamo fare a meno di ricordare tutti i giorni felici che ci hai regalato.
Stiamo bene, stiamo andando avanti, ma non possiamo tornare a casa. Persino la
nonna non riesce quasi più a vivere in casa vostra. Chissà che cosa decideranno.
Non hanno il coraggio di vendere, ma nessuno ha la forza di costruirci nuovi
ricordi. Che senso ha tutto questo?
È stato un anno strano, nonnino mio. Non solo perchè per la prima
volta ho dovuto realizzare che non saresti tornato, che non eri partito per uno
dei tuoi soliti viaggi alla scoperta del mondo che tanto amavi, ma perchè in
soli dodici mesi sono accaduti talmente tanti cambiamenti da far volare il
tempo senza che io mi accorgessi di quel che avveniva intorno a me.
Ci sono stati momenti tremendi e altri indimenticabili, ma non
riesco ad odiare o a rimpiangere niente dell'anno che si sta per concludere.
È questa la maturità che attendevo? Diventare adulti vuol dire
vivere con più distacco?
Sto aspettando l'ispirazione nonno. Sto aspettando un segnale che
mi faccia vivere questo periodo con la stessa gioia di quando ero bambina.
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