mercoledì 20 luglio 2016

Inutilità di cui non riesco a liberarmi


La sessione estiva è finita.
Non ci sono stati morti, solo vincitori ed io sono tra questi.
Sono così fiera di me stessa.
La paura, l'adrenalina, le nottate sui libri e sui progetti mi hanno portata a questo momento e devo ringraziare solo la mia caparbietà per avercela fatta.
Alla fine sono stata ripagata di tutti gli sforzi e le rinunce fatte e per una volta sono felice.
Non sono uscita a festeggiare, non mi sono ubriacata, non ho fatto niente di irresponsabile di cui mi potrei pentire domani mattina.
Ho guardato la tv con le mie amiche e mangiato un budino al riso e cioccolato che mi ha ricordato un dolce che mangiavo da bambina.
Non mi sento una sfigata, sono solo stanca e ho voglia di un po' di pace nella mia vita. Per la prima volta dopo mesi ho l'opportunità di fare chiarezza e riflettere.
Ora il primo anno di università è davvero finito.
Sono successe talmente tante cose così assurde da non poterci credere.
Potrei scrivere un libro a riguardo, ma conserverò questa idea per quando sarò una vecchia zia decrepita che racconterà le mirabolanti avventure della sua giovinezza.
Ho gli scatoloni vuoti ai piedi del letto che attendono di essere riempiti e penso a tutte le cianfrusaglie accumulate di cui, tuttavia, non riesco e non voglio liberarmi. Molte delle persone collegate a questi oggetti se ne sono andate, eppure io non riesco a metterli da parte del tutto.
Forse ho solo bisogno di tempo.
Questa volta non ho rimpianti, so di aver agito sempre per il mio bene e per la mia felicità.

"A volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane."

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