Di te mi manca soprattutto quel tono saccente e insopportabile con cui mi lasciavi senza parole. Mi consola la consapevolezza che anche tu pensi ancora troppo spesso a me e ti maledici per avermi persa in un modo tanto ridicolo.
Ogni tanto, soprattutto quando piove e ascolto Calcutta come stasera, la tentazione di scriverti è così forte da farmi andare addirittura a cercarti in rubrica. Dura circa dieci secondi, ma a me paiono sempre infinitamente più lunghi. Poi ricordo com'è finita, quanto sei stato insicuro, il modo in cui mi hai ferito e lascio perdere. Ho rinunciato davvero all'idea di noi due insieme questa volta, volevo dirtelo, ma non ne vale più la pena. Tutte le lacrime consumate per te non me le darà indietro nessuno, nemmeno la magra consolazione del dolore che ti ho causato a mia volta. Non ho mai voluto farti del male, so che non mi crederai, ma è così. Mi manchi, ma sto meglio, mi mancherai ancora, ma riuscirò a cavarmela anche senza di te. Peccato, egoisticamente penso che mi sarebbe piaciuto averti nella mia vita, ma perché abbiamo dovuto complicare tutto con i sentimenti? Sarebbe stato molto più semplice se fossimo stati solo amici.
Ho giurato a me stessa di non innamorarmi mai più dei tuoi occhi azzurri, ma chi può assicurarmi che nel momento in cui ti rivedrò non mi tremeranno le gambe e mancherà il respiro?
Vorrei non rincontrarti mai. Ma se non potrò rivedere i tuoi occhi, come farò a ritrovarmi?
Nessuno mi ha mai più guardato con la tua stessa intensità, come se non volesse perdersi un solo mio dettaglio, però temevo anche di non ricevere mai più messaggi alle due di notte di venerdì sera e, invece, è accaduto. Forse è possibile ricominciare a ridere come bambini e condividere quella sensazione magica con un'altra persona.
Sto guarendo.
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