sabato 27 settembre 2014

Londra profuma di avocado



Sono tornata da Londra da 3 giorni e sono ancora indecisa sul da farsi. Potrei riprendere in mano la mia vita e risolvere alcune questioni in sospeso, ma per il momento la procrastinazione sembra la miglior soluzione.
Oggi, in particolar modo, è stata una giornata alquanto strana. È il compleanno del mio miglior amico, ma non sono alla sua festa e mi sto maledicendo per non aver avuto la forza fisica per salire su un treno e fargli una sorpresa.
Sono talmente stanca di tutto. Ho dormito 4 ore oggi pomeriggio e ho pianto guardando il nuovo episodio di Grey's Anatomy.
Ho scritto molto, dopo tanto tempo. Ho iniziato a scrivere una serie di racconti brevi che non so minimamente dove mi condurranno, ma l'idea mi affascina molto. Ero certa che Londra mi avrebbe riportato l'ispirazione perduta, ma è accaduto tutto talmente in fretta che ora ho bisogno di fermare un attimo la clessidra e ragionare.
Ho voglia di chiarirmi le idee, continuo a ripetermi che voglio concentrarmi su me stessa e, invece, puntualmente arriva qualcuno che mi intriga e che voglio conoscere meglio e in questo momento ho solo tanta paura di incontrare qualcuno che possa piacermi davvero, ma d'altronde mai nessuno mi è piaciuto tanto da mostrargli tutti i lati di me, quindi, perchè dovrebbe essere quel tizio col piercing o quello seduto lì al bar sotto casa tutte le sere? Lasciamoli lì, frena la curiosità Ross, non è il momento di iniziare una nuova storia e non hai nemmeno voglia in realtà, semplicemente ti annoi un po' da quando sei tornata.
Ho incontrato tanta gente pazza a Londra e voglio trovare un po' di tempo per scrivere qualcosa su di loro.
Per ora mi limiterò a imparare la ricetta della guacamole, perchè mi sembra un modo interessante per terminare la serata e anche perchè l'avocado è stato il vero protagonista di Londra e non sono ancora pronta ad archiviare questo viaggio.

martedì 16 settembre 2014

Ricomincio da Londra


Domani parto.
La valigia è pronta, la Moleskine bianca è ancora sulla scrivania, ma non so se prenderla con me, deciderò appena prima di partire. In camera regna il caos. Devo sistemare tutto prima di addormentarmi, ma mi conosco e rimarrà tutto in disordine fino al mio ritorno.
E se non torno?
Torno, torno.
Non sono mai certa di ritornare qui, forse perché non mi piace. Nonostante questo sia il mio piccolo regno, non mi piace. Penso che sia arrivato al momento giusto questo viaggio. Ho un po' paura, ma passerà. Credo di essere pronta per il mio primo viaggio all'estero da sola. La scuola è appena cominciata e già scappo via. Ma quando tornerò, la maturità sarà il primo pensiero nella mia mente. Non voglio drammi coi ragazzi quest'anno, non voglio tradire la fiducia di nessuno, voglio concentrarmi solo su me stessa. Sono egoista? Va bene, un po' lo sono.
Che dire allora? Arrivederci Italia!

sabato 6 settembre 2014

E tu in cosa credi?



È arrivata all'improvviso questa domanda apparentemente semplice, ma io sono rimasta un po' interdetta. Proverò a scrivere qualche riga a riguardo per schiarirmi le idee.

Sono cresciuta in una famiglia cattolica praticante e non posso negare che ciò abbia influenzato la mia formazione almeno in parte. Ma, a differenza della maggior parte dei cristiani che ho conosciuto, non credo che la propria fede vada ostentata e tanto meno che sia un motivo di vanto.
Ultimamente mi chiedo spesso perché un Dio buono come quello che predicano continuamente possa permettere che nel mondo ci siano tanti mali, insomma, le solite domande che ognuno di noi si è posto almeno una volta.
Tuttavia, non riesco a non credere che esista "qualcosa" più grande di me. I greci lo chiamavano Fato ed era persino più potente di Zeus, ma ecco, è proprio questo il punto: l'uomo ha sempre avuto bisogno di credere in qualcosa.

Ma io, di preciso, in cosa credo?
Credo in quello che c'è ora, nel famoso "hic et nunc" che prima o poi mi tatuerò da qualche parte, credo che ho solo una vita e vorrei sfruttarla nel miglior modo possibile, ma credo anche nella storia del fiume Lete che ti cancella la memoria e ti fa rivivere altre vite, altre epoche. Io, per esempio, sono affascinata dall'idea di poter essere stata la musa ispiratrice di un pittore (sì, lo so, sono abbastanza presuntuosa, ma ognuno ha i suoi sogni) oppure una principessa orientale.
Credo anche nel destino, credo che tutto sia già stato deciso, ma non sono pessimista come qualche filosofo che ho studiato a scuola.
Credo in quella storia di Platone sulle anime gemelle, quella che racconta di un'epoca in cui gli uomini avevano due teste, due braccia e due gambe, ma poi Zeus li divise a causa della loro ùbris (= tracotanza) e li condannò a cercarsi in eterno. Ecco, io credo che ognuno di noi sia alla ricerca della persona che lo completa, ma è una ricerca lunga e complicata e non bisogna certo accontentarsi subito.
Credo negli amici, quelli veri, quelli che non necessariamente vedi tutti i giorni, ma sai benissimo che ci saranno sempre per te.

Probabilmente sono banale e stupida, ma per il momento questo è quello che volevo esprimere sulla questione, quindi, passo e chiudo Roger.

giovedì 4 settembre 2014

La costante k


Sto attraversando un periodo nero e questa volta non si tratta di un ragazzo stronzo che mi ha spezzato il cuore, ma di qualcosa di più grande di me. Io non lo so cosa stia succedendo al mio corpo, ma ho completamente perso l'appetito, mangio solo perché costretta e mi sento male subito dopo. Non lo so come ne uscirò, sono tutti molto preoccupati per me e anche se non lo dicono apertamente so che credono che io lo faccia di proposito. Il problema è che ho smesso di fare del male a me stessa molto tempo fa e non ho certo intenzione di ricominciare adesso. Perdo peso e nessuna medicina mi sta aiutando.

Negli ultimi anni ho attraversato periodi non troppo felici a causa della mia salute e ho imparato che è importante non perdere mai la voglia di vivere, ma fortunatamente sono circondata da persone che me lo ricordano continuamente. In particolare c'è lui che, nonostante la distanza, trova sempre il modo per farmi sorridere e farmi sentire speciale. Devo essere onesta, non avrei mai potuto immaginare che io e lui rimanessimo amici nonostante i chilometri che ci separano. Sono passati cinque lunghi anni da quando ho conosciuto questo scugnizzo napoletano e ancora ricordo bene il nostro primo incontro. Lui indossava una camicia azzurra e un jeans scuro, io una minigonna da liceale e una maglietta bianca. Era estate e non so se per colpa degli ormoni adolescenziali o per colpa dell'atmosfera (eravamo in spiaggia ed era notte) quella sera ci baciammo. Fu l'evento dell'estate e nessuno dei due sapeva come sistemare la faccenda che, a dirla tutta, iniziava ad infastidirci. Eravamo piccoli e abbastanza stupidi, ma pian piano siamo diventati inseparabili e, udite udite, lo siamo ancora. Lui è il mio più caro amico e non importa che cosa io abbia combinato, è sempre pronto a fare il tifo per me ripetendomi che risolverò tutto. Credo che sia la persona che mi conosce meglio, sa interpretare ogni mio sguardo e l'affetto che ci unisce è qualcosa che va oltre l'amicizia e l'amore, lui è come un secondo fratello per me. Ve la ricordate quella costante che in fisica compare praticamente in tutte le formule ed è l'ancora di salvezza per quelli che, come me, arrancano davanti alla prof sperando che per una volta sia clemente? Ecco, lui è la costante k della mia vita e non credo di dover aggiungere altro.

mercoledì 3 settembre 2014

Scarabocchi e domande



Sono sempre stata parecchio disordinata. La mia camera sembra un bazar, niente ha un posto preciso e ogni volta che inizio a sistemare un angolo salta fuori qualche vecchio pezzo di carta scarabocchiato scritto in preda all'emozione e allora non mi resta altro che fermarmi un attimo a rileggerlo e a ricordare un po'.
Fortunatamente ho sempre avuto l'abitudine di aggiungere la data in alto a destra sulle pagine scritte, altrimenti ogni tentativo di capire a chi o a che cosa mi riferissi sarebbe vano.
Oggi mi si è palesata davanti agli occhi una pagina abbastanza recente, sono trascorsi circa due mesi da quando ho impresso sulla carta quelle sensazioni troppo intense per essere sostenute dal mio piccolo cuore.
Mi scappa un sorriso rileggendole, non ne posso fare a meno. Sono sempre troppo impulsiva, vivo tutto troppo intensamente, ma ora capisco quanto io sia stata fortunata ad incontrare lui perchè mi ha aiutato a comprendere che preferisco stare da sola piuttosto che rincorrere una persona che pur di non soffrire ha allontanato l'unica che si preoccupasse per lui, l'unica che forse non lo avrebbe ferito.

"Procrastiniamo insieme i nostri problemi" avevamo detto. Non doveva diventare niente di serio, solo una via di fuga dalla realtà. È così bello scappare ogni tanto. Pensavo ingenuamente che sarebbe durata e magari avremmo cambiato idea, magari non avrebbe più potuto fare a meno di me. Ma si sa, la parte migliore di una storia è sempre l'inizio, quando lo vedi lì in mezzo alla folla mentre cerca te, proprio te, e tu hai lo stomaco in subbuglio perchè non hai certezze, ma intanto è talmente bello che non puoi fare a meno di guardarlo innamorandoti ogni volta. Quando si tende ad idealizzare l'altro, quando ti illudi che lui sarà diverso dagli altri, che non ti farà soffrire e che sarà quello giusto. Ma, esattamente, "quello giusto" per cosa?
È questa la domanda che mi assilla. Lui evidentemente non lo era, perché è finita ancora prima di cominciare.

lunedì 1 settembre 2014

Confessioni di fine estate



Settembre è arrivato insieme alla pioggia e io non sono pronta per ricominciare.
Mi piace la pioggia, mi piace il suo odore e il suono che produce, mi piace persino il fatto che nei film simboleggi un importante cambiamento, credo che dovrebbe essere così anche nella mia vita, ma oggi no. Oggi voglio far finta che quest'estate non stia finendo, voglio sdraiarmi sul pavimento con la musica a palla e dormire tanto a lungo da non ricordare dove sono.
Ho bisogno di isolarmi per un po' prima di ritornare nel mondo reale.
Oggi voglio fingere di non esistere.
Non posso fare a meno di pensare alla Rossella di un anno fa. Mi sembra di essere talmente diversa da quella persona da non riconoscermi in lei. Eppure sono ancora quella ragazza che preferisce i libri alle persone, che dimentica qualcosa ovunque vada, che prende cotte per ragazzi che di lei non si accorgeranno mai.
Un po' mi manca la spensieratezza che mi caratterizzava, un po' credo di essere una persona migliore adesso.
Sta accadendo tutto troppo in fretta. Quest'estate, la scuola, il viaggio a Londra. Vorrei avere una palla di cristallo per conoscere il mio futuro e non dover scegliere da sola la mia strada con la paura di sbagliare.

Ultimamente piango spesso. Appena resto sola le lacrime iniziano a inondare il mio volto e non riesco a impedirlo.
Piango perché mi sento stupida, incapace, inadeguata.
Piango perché non so cosa voglio.
Piango perché ho incubi tremendi ogni notte.

Ho persino perso la voglia di scrivere.
Voglio viaggiare tanto nei prossimi mesi. Ricordo che quando ero piccola ogni weekend io e mio padre partivamo alla scoperta di una nuova città italiana e lui è sempre stato il mio maestro preferito. Ora voglio restaurare quella vecchia tradizione almeno una volta al mese.
Non fanno altro che ripetermi che questo sarà l'ultimo anno di scuola (come se non ne fossi consapevole) e dovrò studiare di più, ma sono appena tornata e già non vedo l'ora di lasciare di nuovo questa città bigotta.

Voglio tornare a Roma e scattare tante fotografie. Voglio sedermi ancora una volta sulla scalinata di Trinità dei Monti e osservare il tramonto. Voglio mangiare la carbonara, ché a Roma la fanno con il guanciale ed è la fine del mondo. Voglio camminare per le vie del centro ed essere scambiata per una romana.

Ricordo benissimo l'ultima volta che son stata lì. Ero amica di Ricky, uscivamo sempre insieme. Mi scriveva nel cuore della notte dopo giorni di silenzio ed era bellissimo ritrovarsi a parlare sotto casa mia con il freddo di gennaio. Una notte mi scrisse: "Mi manchi, quando torni?" e io presi il treno il giorno dopo. Ci credevo tanto in quella amicizia, ma tanto tanto. Ora quando ci incontriamo c'è solo imbarazzo e ogni volta ci promettiamo di uscire per un caffè, ma lui sa benissimo che non bevo caffè e la mia è solo una frase di circostanza.
Quest'estate l'ho visto solo una volta, in discoteca, poco prima di partire per il mare. Era con la sua nuova ragazza e ha fatto finta di non conoscermi.
È un comportamento assurdo per me. Abbiamo condiviso ogni istante delle nostre vite per anni, poi improvvisamente ci siamo allontanati, senza una ragione apparente.

Tutto questo è molto strano. Quando ho iniziato a scrivere, circa tre ore fa, avevo in mente alcune riflessioni su questa estate, adesso mi ritrovo a pensare a qualcuno che non fa parte della mia vita da un anno ormai. Sono stanca di scrivere, ora prendo il telefono, lo chiamo e gli chiedo di bere quel caffè con me immediatamente, perché oggi ho proprio bisogno di parlare con il mio amico Ricky e fingere con lui che il futuro non sia poi tanto spaventoso.