lunedì 1 settembre 2014

Confessioni di fine estate



Settembre è arrivato insieme alla pioggia e io non sono pronta per ricominciare.
Mi piace la pioggia, mi piace il suo odore e il suono che produce, mi piace persino il fatto che nei film simboleggi un importante cambiamento, credo che dovrebbe essere così anche nella mia vita, ma oggi no. Oggi voglio far finta che quest'estate non stia finendo, voglio sdraiarmi sul pavimento con la musica a palla e dormire tanto a lungo da non ricordare dove sono.
Ho bisogno di isolarmi per un po' prima di ritornare nel mondo reale.
Oggi voglio fingere di non esistere.
Non posso fare a meno di pensare alla Rossella di un anno fa. Mi sembra di essere talmente diversa da quella persona da non riconoscermi in lei. Eppure sono ancora quella ragazza che preferisce i libri alle persone, che dimentica qualcosa ovunque vada, che prende cotte per ragazzi che di lei non si accorgeranno mai.
Un po' mi manca la spensieratezza che mi caratterizzava, un po' credo di essere una persona migliore adesso.
Sta accadendo tutto troppo in fretta. Quest'estate, la scuola, il viaggio a Londra. Vorrei avere una palla di cristallo per conoscere il mio futuro e non dover scegliere da sola la mia strada con la paura di sbagliare.

Ultimamente piango spesso. Appena resto sola le lacrime iniziano a inondare il mio volto e non riesco a impedirlo.
Piango perché mi sento stupida, incapace, inadeguata.
Piango perché non so cosa voglio.
Piango perché ho incubi tremendi ogni notte.

Ho persino perso la voglia di scrivere.
Voglio viaggiare tanto nei prossimi mesi. Ricordo che quando ero piccola ogni weekend io e mio padre partivamo alla scoperta di una nuova città italiana e lui è sempre stato il mio maestro preferito. Ora voglio restaurare quella vecchia tradizione almeno una volta al mese.
Non fanno altro che ripetermi che questo sarà l'ultimo anno di scuola (come se non ne fossi consapevole) e dovrò studiare di più, ma sono appena tornata e già non vedo l'ora di lasciare di nuovo questa città bigotta.

Voglio tornare a Roma e scattare tante fotografie. Voglio sedermi ancora una volta sulla scalinata di Trinità dei Monti e osservare il tramonto. Voglio mangiare la carbonara, ché a Roma la fanno con il guanciale ed è la fine del mondo. Voglio camminare per le vie del centro ed essere scambiata per una romana.

Ricordo benissimo l'ultima volta che son stata lì. Ero amica di Ricky, uscivamo sempre insieme. Mi scriveva nel cuore della notte dopo giorni di silenzio ed era bellissimo ritrovarsi a parlare sotto casa mia con il freddo di gennaio. Una notte mi scrisse: "Mi manchi, quando torni?" e io presi il treno il giorno dopo. Ci credevo tanto in quella amicizia, ma tanto tanto. Ora quando ci incontriamo c'è solo imbarazzo e ogni volta ci promettiamo di uscire per un caffè, ma lui sa benissimo che non bevo caffè e la mia è solo una frase di circostanza.
Quest'estate l'ho visto solo una volta, in discoteca, poco prima di partire per il mare. Era con la sua nuova ragazza e ha fatto finta di non conoscermi.
È un comportamento assurdo per me. Abbiamo condiviso ogni istante delle nostre vite per anni, poi improvvisamente ci siamo allontanati, senza una ragione apparente.

Tutto questo è molto strano. Quando ho iniziato a scrivere, circa tre ore fa, avevo in mente alcune riflessioni su questa estate, adesso mi ritrovo a pensare a qualcuno che non fa parte della mia vita da un anno ormai. Sono stanca di scrivere, ora prendo il telefono, lo chiamo e gli chiedo di bere quel caffè con me immediatamente, perché oggi ho proprio bisogno di parlare con il mio amico Ricky e fingere con lui che il futuro non sia poi tanto spaventoso.

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