Sono sempre
stata parecchio disordinata. La mia camera sembra un bazar, niente ha un posto
preciso e ogni volta che inizio a sistemare un angolo salta fuori qualche
vecchio pezzo di carta scarabocchiato scritto in preda all'emozione e allora
non mi resta altro che fermarmi un attimo a rileggerlo e a ricordare un po'.
Fortunatamente
ho sempre avuto l'abitudine di aggiungere la data in alto a destra sulle pagine
scritte, altrimenti ogni tentativo di capire a chi o a che cosa mi riferissi
sarebbe vano.
Oggi mi si è
palesata davanti agli occhi una pagina abbastanza recente, sono trascorsi circa
due mesi da quando ho impresso sulla carta quelle sensazioni troppo intense per
essere sostenute dal mio piccolo cuore.
Mi scappa un
sorriso rileggendole, non ne posso fare a meno. Sono sempre troppo impulsiva,
vivo tutto troppo intensamente, ma ora capisco quanto io sia stata fortunata ad
incontrare lui perchè mi ha aiutato a comprendere che preferisco stare da sola
piuttosto che rincorrere una persona che pur di non soffrire ha allontanato
l'unica che si preoccupasse per lui, l'unica che forse non lo avrebbe ferito.
"Procrastiniamo
insieme i nostri problemi" avevamo detto. Non doveva diventare niente di
serio, solo una via di fuga dalla realtà. È così bello scappare ogni tanto.
Pensavo ingenuamente che sarebbe durata e magari avremmo cambiato idea, magari non
avrebbe più potuto fare a meno di me. Ma si sa, la parte migliore di una storia
è sempre l'inizio, quando lo vedi lì in mezzo alla folla mentre cerca te,
proprio te, e tu hai lo stomaco in subbuglio perchè non hai certezze, ma
intanto è talmente bello che non puoi fare a meno di guardarlo innamorandoti
ogni volta. Quando si tende ad idealizzare l'altro, quando ti illudi che lui
sarà diverso dagli altri, che non ti farà soffrire e che sarà quello giusto.
Ma, esattamente, "quello giusto" per cosa?
È questa la domanda che mi assilla. Lui
evidentemente non lo era, perché è finita ancora prima di cominciare.
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