Cento mail
Ti scriverei cento mail, una per ogni bel ricordo che mi viene in mente di noi due insieme. Però non credo di averne più il diritto e devo ammettere che non me ne sono ancora fatta una ragione. Ma so già in partenza che le mie parole saranno destinate a restare senza risposta, allora tanto vale scriverle ugualmente, una mail al giorno, fino a quando non mi stancherò oppure fino a quando ci saranno ricordi da imprimere sulla carta. Chiamala terapia, immaturità, oppure ostinazione, ma è ciò di cui mi pare di avere bisogno al momento. Prima o poi finiranno le parole, o almeno finiranno le lacrime, spero. Del resto tutto finisce, persino noi, anche se non credo di averlo ancora compreso fino in fondo.
Oggi, per la prima volta, sono riuscita a parlare di te frenando le lacrime per i primi minuti. Mi sembra un bel traguardo. Ma più parlavo di te, di come tutto è finito all'improvviso, più ero confusa. Scriverò anche per capire come si possa passare da una felicità delirante ad una tristezza senza confini senza rendersene conto, come io riesca a fingere di stare bene al punto da non aver fatto capire a nessuno che in realtà ho il cuore a pezzi.
E se un giorno ritornerai su questo blog, che sia tra un mese o tra un anno, troverai queste mail e saprai subito che sono destinate a te e solo allora, forse, comprenderai la profondità dei miei sentimenti. Ma in quel momento non avrà più importanza.
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