Non avevo mai compreso cosa spingesse le persone ad umiliarsi per
dimostrare il proprio amore prima di incontrarti. Me ne rendo conto ogni volta
che maledico il giorno in cui ti ho conosciuto e me ne pento l'istante
seguente.
Non possiamo cambiare le
regole del gioco a partita conclusa. Anche se non ci sono stati vincitori né
vinti, la nostra guerra d'amore è finita, giusto? Non si può più tornare
indietro al punto di partenza, ma io non posso andare avanti se continui a
tirare la corda verso di te ogni volta che tento di allontanarmi. Basterebbe
poco per tagliare il filo, ma mi spaventa troppo perderti e preferisco rimanere
in bilico fingendo di essere un'equilibrista, perché non ci sarà nessuno a
prendermi al volo quando cadrò.
Sei bellissima, mi dicevi.
Io fingevo di non darti importanza, ti snobbavo persino e allora tu dichiaravi
che col mio atteggiamento scontroso ti stavo facendo innamorare. Io sussultavo,
non rispondevo, ma non riuscivo a non perdermi nei tuoi occhi azzurri. Quella
prima sera ho perso contatto con la realtà e non l'ho più ritrovato.
Ieri ti ho sognato di
nuovo. Ma questa mattina al mio risveglio eri scomparso senza lasciare alcun
ricordo, sapevo solo che eri stato lì con me per qualche brevissimo ma intenso
attimo. Ero sola, che novità. Magari, se mi fossi svegliata cinque minuti
prima, ti avrei guardato uscire in punta di piedi, attento a non far rumore per
non disturbarmi.
È l'una di notte e niente va bene. Eppure sono sicura che non puoi
fare a meno di smettere di lavorare e pensare a tutte quelle volte in cui mi
scrivevi dopo una giornata e, trovandomi sveglia, mi chiamavi. I minuti al
telefono diventavano ore e le risate cancellavano ogni traccia di tristezza
dalla mia mente. Il cuore prendeva il sopravvento ed ero felice. Era così
naturale condividere nel cuore della notte episodi delle nostre vite, ridere e
sentirsi a casa anche quando ci separavano molti più dei
soliti centotrenta chilometri. Eri sempre tu a decretare la fine
di quelle telefonate così come della nostra storia. La testa governava le tue
decisioni allora come oggi. Solo una volta il cuore ha preso il sopravvento
sulla testa. È stata la notte in cui mi hai scritto dopo due settimane e, nonostante
il mio silenzio, hai continuato a cercarmi ininterrottamente fino a quando non
ho ceduto.
Vorrei
dirti che questa sarà l'ultima volta, che d'ora in poi farò a meno di scriverti
parole che non otterranno risposta, ma sarebbe difficile almeno quanto per te
non guardare più l'orologio all'una di notte chiedendoti cosa io stia facendo o
con chi io stia parlando al telefono.
Ora,
però, sono pronta a lasciarti andare. Non ho più voglia di rincorrerti, non
riesco più nemmeno a immaginare come sarebbe possibile un futuro insieme e temo
che tutto l'amore che mi legava a te stia lentamente scomparendo. È finita
davvero. Le tante battaglie combattute più o meno valorosamente ci hanno
portato ad una vile resa. La parte più triste è che mai, in questi mesi, ero
riuscita ad immaginare il capitolo conclusivo della nostra storia e adesso mi
pare così banale da deludermi immensamente. Avremmo meritato un epilogo
diverso, degno di una storia che di ordinario non ha avuto nulla.
Piove stanotte, piove e
non accenna a smettere. Come se il cielo volesse farmi sentire la sua
vicinanza, ma il vuoto che ha lasciato intorno a me la tua assenza è
incolmabile e io di notte sono troppo fragile e stanca per fingere che non sia
vero. Avevo promesso a me stessa e alle persone che mi vogliono bene che
questo sarebbe stato l'ultimo tentativo e così sarà.
Non
ho più paura di stare da sola.
Nessun commento:
Posta un commento