Sono stata io a notare te. Avevo appena fatto il mio ingresso trionfale, ero circondata da persone, ma il mio sguardo si è posato sul tuo tavolo e su di te, l'unico che non si stava preoccupando affatto dei banali rituali di una piccola comunità che gli si stavano consumando intorno. Ti ho visto, un brivido mi ha corso lungo la schiena e niente è più stato uguale a prima.
Il giorno dopo, sdraiata sul letto di Antonella, pensavo a te mentre riflettevamo insieme sulle improbabili direzioni che le nostre vite stavano prendendo. Per la prima volta da anni lei era single ed io ero fidanzata.
E se mi stessi accontentando?
Non sei felice?
A casa mia ci sono delle rose rosse stupende e io sono qui a
chiedermi cosa voglio invece di fare salti di gioia.
È un bravo ragazzo.
Lo so.
Gli spezzerai il cuore.
Lo so.
Non voglio andare alla serata, ci sarà il mondo intero.
Potremmo rimanere qui a vedere un film e giocare a burraco.
Buona idea.
Oppure potremmo andare.
Dici?
Ci noteranno di più se andiamo e stiamo in disparte o se non
andiamo per niente?
Eravamo davvero sfinite, non so nemmeno io dove abbiamo trovato la forza, ma alla fine siamo venute alla serata. Il resto della storia già lo conosci. Era la prima volta in vita mia che andavo a ballare in scarpe da ginnastica, shorts e top. Sembravo mia sorella, eppure mi hai notato ugualmente. Tra tutte le ragazze presenti, perché hai scelto me? Avresti potuto avere chiunque, perché proprio me? Suppongo che non abbia più importanza a questo punto della storia, ma io ancora me lo chiedo.
Ti sei avvicinato a me mentre ballavo con le mie amiche e mi hai
sussurrato: "Sei bellissima". Poi sei tornato a ballare con i tuoi
amici, continuando a guardarmi. Io non ho replicato, sono rimasta lì fingendo
di non averti sentito, anche se in realtà avevi già scatenato una guerra in me.
Il lungomare non è mai stato bello come quel mattino. Erano quasi le sei e il sole non accennava a sorgere, la luna rossa e bassa illuminava l'ultimo tratto di strada che ci separava dai nostri letti, io e te sotto casa mia di cosa abbiamo parlato? Non dimenticherò mai lo stupore sul tuo volto quando ho indovinato la tua età al primo tentativo. Poi mi hai sorpreso tu notando che portavo l'elastico per i capelli sotto il gomito invece che al polso. Tu lo avevi nello stesso identico punto.
Ricordo tutto di quei giorni trascorsi con te. Non potrebbe essere diversamente. Quel martedì mattina nel ristorante del lido ero così triste e nemmeno io ne comprendevo realmente la ragione. Parte di me temeva che non ti avrei mai più rivisto, parte di me era solo dispiaciuta per il naturale corso degli eventi. Dopo il nostro ultimo abbraccio sei salito in macchina e, guardandoti per l'ultima volta, ho capito. Mi hai avuto dal primo istante, anche se ho finto che non fosse così e la verità è che non sono ancora pronta a lasciarti andare, a rinunciare alle emozioni che ho provato con te soltanto.
Ora, finalmente, conosci la mia verità.
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