lunedì 12 febbraio 2018

"Esco a comprare le sigarette"

Sono passati dieci giorni, ma tu non sei tornato.
Basterebbe così poco.

Potresti dimenticare di comprare le sigarette prima di tornare a casa dallo studio, uscire verso mezzanotte per andare alla solita macchinetta, ma pioverebbe stasera, quindi dovresti andarci in macchina per fare più in fretta, poi lì, davanti a cento pacchetti diversi ne noteresti uno uguale a quello che nascondevo io nella mia Fendi per Antonella, lo riconosceresti subito e sorrideresti inaspettatamente ricordando quella volta in cui me ne hai chiesta una e io te l'ho negata chiarendo col mio tono melodrammatico che le sigarette si prestano solo agli amici e noi non lo eravamo affatto. Avevo forse torto? Siamo stati e siamo ancora due estranei che hanno camminato sulla stessa strada per qualche giorno. Nulla di più. Quella stessa strada dopo la tua partenza l'ho ripercorsa centinaia di volte, sempre da sola, eppure ogni volta eri lì con me.

Ma tu, fermo alla macchinetta, avresti il coraggio di dimenticare di comprare le sigarette pur avendo già inserito la banconota, risalire in macchina, imboccare l'autostrada e guidare per due ore per poi arrivare sotto casa mia, suonare il citofono nel cuore della notte, urlare il mio nome fino a quando, sentendoti, non aprirei e a quel punto salire di corsa le scale per dirmi tutto quello che per mesi hai trattenuto e non hai mai osato pronunciare ad alta voce?

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