mercoledì 28 gennaio 2015

È cambiato tutto, ma non è cambiato niente

SPOILER: elevato tasso di retorica presente in questo post, armarsi di pazienza oppure abbandonare la nave immediatamente.


Avere una sorella maggiore è quel che di più bello potesse capitare ad una egocentrica come me.

Ho trascorso gran parte dell'infanzia ammirando la sua adolescenza e immaginando mille storie (ben supportate dalla lettura dei suoi diari segreti ad insaputa della proprietaria, ovviamente). Quel che più desideravo era essere lei.
Da bambina ero vanitosa, snob, spocchiosa, capricciosa, viziata, altezzosa e bellissima (insomma, non molto diversa dalla Rossella di oggi), ma volevo con tutta me stessa essere lei.
La ragazza della porta accanto. La sognatrice che nasconde i grandi classici sotto i libri di scuola per fingere di studiare. La protagonista delle mie fiabe.
Osservavo la sua vita attendendo la mia adolescenza nella speranza che fosse, almeno parzialmente, intrigante come la sua.
Ma la mia è tutta un'altra storia.


Lei aveva il Nokia 3310, riceveva e inviava squilli per comunicare "hey, sto pensando a te", aveva MSN, ma aveva anche la realtà.

Io ho social network, aggeggi tecnologici che sanno esattamente dove sono e che cosa sto facendo persino meglio di me, un mondo dominato da un pazzo come Zuckerberg che mi ha permesso di conoscere un ragazzo? amore? amico? coglione? che abita a 171 km da me.


Prima (= ieri notte) stavo riflettendo su quanto debba essere stato bello vivere la propria adolescenza tra gli anni '90 e 2000. Non più semplice, non più divertente, ma più bello.

C'erano le Spice Girls, signori.
Marilyn Manson e Oasis erano comparsi sulla scena, facendo impazzire milioni di cuori.
La prima play station, amici nerd, e Dio solo sa quante ore ci abbiamo speso io e i miei fratelli con quell'affare.
Dolly! La scienza! Il progresso! Wow!
C'era Friends, il telefilm della vita.
Poi si era diffuso quello stile nerd/sfigato/fricchettone che mi appartiene e che è così tipicamente londinese.
E, per finire, SONO NATA IO.


Però però però.

sentimenti, i drammi amorosi e le sofferenze non sono cambiati, ma sono stati amplificati dal web.

Noi giuuuuovani d'oggi rischiamo di perdere la bellezza di quel che accade al di fuori dei computer perchè imprigionati in un mondo affascinante come internet. Io per prima mi rifugio qui quando la realtà mi mette a disagio. Questo continuo scappare mi renderà una persona adulta capace di risolvere i problemi della "vita vera"? Chi può dirlo.
Internet, inoltre, non è sempre un luogo paradisiaco. Sono stata vittima del cyberbullismo su Ask.fm due anni fa. Ho poi compreso che molte persone si sentono protette dallo schermo di un computer e solo in questo modo riescono a riversare la propria frustrazione sugli altri.
Io, paradossalmente proprio grazie a loro, sono diventata più forte e più sicura di me stessa. È un percorso lungo e faticoso, ma si deve imparare a volersi bene per quel che si è. 
Anche i nostri amici adolescenti degli anni '90 hanno dovuto fare questo sforzo, ci riusciremo anche noi.

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