domenica 30 dicembre 2018

Ho le tasche piene di sassi

Sarà che sono sola stasera e io da sola non so stare, ma appena mi ritrovo a dover fronteggiare i miei pensieri rispunti fuori tu, come un fastidioso nodo tra i capelli che proprio non ne vuole sapere di essere sciolto. Sono tornata a casa ieri e non ho potuto fare a meno di pensare che è la prima volta in cui non ti sento per due mesi senza mandare o ricevere un segnale. Sarebbe patetico, adesso, scrivere ad una mia amica per chiederle il tuo numero per poterti sentire un'ennesima ultima volta. Che senso avrebbe, poi? Non sono una vecchia amica che vuol sapere come stia proseguendo la tua vita senza di me e non voglio dare voce alle paure che ancora, dopo tutto questo tempo trascorso lontana da te, mi tormentano. Rimarremmo al telefono per ore, come mesi fa, quando ti chiamai temendo di non sentire nulla dall'altra parte della linea, invece parlammo ininterrottamente fino all'alba. Non porterebbe a nulla di buono. Perché i momenti più importanti della nostra storia sono accaduti sempre di notte offuscati dalla stanchezza?
Sono esausta, ma sono anche fiera di me, sono arrivata alla fine del primo anno senza di te, anche se non è trascorso un solo giorno in cui io non ti abbia pensato. Sei stato, nonostante i miei sforzi, la più grande presenza nella mia mente, persino quando la tua assenza è diventata insopportabile e mi sono rifugiata altrove, pur di scappare da te. Ma eri sempre lì con me, non mi hai mai lasciato sola. A Milano, così come a Modena, a Margherita, a Roma, a Venezia. Ho viaggiato tanto quest'anno, ma ovunque andassi non riuscivo a liberarmi di te. Non è stato semplice, imparare a convivere con questo chiodo fisso nella mia mente, ma adesso inizio a stare meglio e non tornerò sui miei passi. Credo che siamo davvero arrivati alla fine del nostro percorso insieme. In realtà è accaduto più di un anno fa, ma ero troppo spaventata per ammetterlo. Ora sono pronta a lasciarti andare, è la prima volta in cui non sento più di avere paura di perderti, forse perché ormai è accaduto, lo sto accettando e so che un giorno - non so dirti quando, ma arriverà - non farà più male come oggi e non piangerò più per te. Mi hai fatto soffrire come non mi era mai accaduto prima, ma credo di doverti ringraziare a questo punto della storia. Non esiste più una "nostra" storia, ma ci sono e continueranno ad esserci una mia e una tua storia: separate, più belle, durature ed importanti di quella che abbiamo condiviso insieme. 
Mi manchi ancora, ma non ti amo più. Per la prima volta ascolto di nuovo Calcutta e non fa più male.
Non tornerai questa volta, lo so. Abbiamo sbagliato così tanto e così ripetutamente, che nessun ulteriore dubbio ti ricondurrà a me. Non una fotografia, non un ricordo sbiadito nel fondo della tua mente, né il sole mentre tramonta nel mare.
Non tornare di nuovo. Non funzionerebbe, esattamente come tutte le altre volte. Ora lo so.

sabato 10 novembre 2018

Pensarti non è niente

Mi manchi, è l'ennesimo sabato sera che trascorro a casa ed io sono stanca di piangermi addosso. Sono appena tornata da un breve viaggio a Venezia, sono stata felice per un giorno, poi il giorno seguente sei tornato tra i miei pensieri e hai spazzato via la serenità che stavo raggiungendo. Ero sulla scalinata di Palazzo Grassi quando, un anno fa, mi hai scritto e io ho avuto la forza di ignorarti. Quella volta ero arrabbiata con te come mai prima e credevo che non ti avrei mai più rivolto la parola. Invece, un mese dopo ti perdonai e lo farei di nuovo. Ma tu adesso non pretendi più di far parte della mia quotidianità. Mi sembra assurdo il modo in cui siamo spariti l'uno dalla vita dell'altra, quasi quanto il mio cervello che si ostina a cercarti ancora nei sogni. Ieri notte ti ha trovato di nuovo. Però questa volta non c'era speranza, solo tanta tristezza e non ho potuto fare a meno di pensarci per tutto il giorno.

lunedì 5 novembre 2018

Ho sempre preferito le more


Piove a dirotto come non accadeva da mesi. In questo momento è più difficile del solito ritrovare la forza di sorridere un poco. La verità è che nonostante i miei sforzi non riesco proprio a capire dove abbiamo sbagliato. Avevamo l'amore, perché non è bastato? Smetterò di rincorrerti, di esserci per te ogni volta in cui avrai bisogno di me, di piangere di notte abbracciata al mio cuscino. Ho perso ogni credibilità e stima di me stessa grazie a te. Ma ora ne ho abbastanza. Quante volte l'hai già sentita questa frase? Io ho perso il conto.

Arriva un punto in cui non vuoi più scappare dal mondo che ti circonda, non ti isoli più, ti rassegni e ascolti la confusione intorno a te. Per me quel momento è finalmente giunto ieri sera, mentre tornavo a casa in metro da un compleanno leggermente ubriaca. Tu hai visto quel che di bello c'era in me, lo hai rubato e lo hai fatto tuo. Non so dirti se passerò tutto il resto della mia vita pensando a quello che hai significato per me, però ora la paura di non valere niente per te è più viva che mai e prima di conoscerti non mi era mai importato tanto del giudizio di un'altra persona. Sei stato e sarai sempre la luna che rischiara il cielo nuvoloso di Milano in serate come questa e nessuna stella che nascerà dopo di te riuscirà ad illuminarlo allo stesso modo.

Vorrei scriverti una lettera vera adesso, invece che continuare a nascondermi su questo stupido blog che non leggerai mai. Ma non avrebbe senso, un po' come tutta la nostra storia. Allora perché ci siamo incontrati? Io me li ricordo bene, quei giorni a Margherita con te, continuavo a incontrarti ovunque andassi e mi sembrava uno scherzo del destino.

Ci rivedremo, ne sono certa. Accadrà quando meno ce lo aspetteremo e dopo che avremo smesso di inseguirci sui social invece che nella realtà. Inciamperemo l'uno nell'altra come è accaduto la prima volta e a quel punto le parole non ci serviranno più.
Io ci credo ancora in noi, e tu?

giovedì 1 novembre 2018

La fine del mondo


Se dovesse essere la fine, vorrei che ci fossimo noi al posto di questa coppia abbracciata che si bacia contro il muro con lui che le infila le mani nelle tasche posteriori e lei che si stringe con forza tra le sue braccia e non teme nulla. Ti direi che ti amo, che ti ho amato dal primo istante, che non immagini quante volte l'ho pensato e ho sempre rimandato, in attesa del momento perfetto, e ora soltanto capisco quanto io abbia sbagliato. Se avessi pronunciato quelle parole magiche, saresti rimasto? Ti amo, non ho più paura di dirtelo adesso che ho perso te e non ho più niente altro.
Potrebbe essere oggi la fine del mondo, o soltanto la fine di noi due, quale sarebbe la differenza? Domani mattina qualcuno al posto nostro sarà ancora abbastanza forte da respirare, vivere e amare come noi due non siamo mai stati capaci.

venerdì 19 ottobre 2018

Ci siamo dimenticati di alzare gli occhi al cielo


Ogni tanto vado in piazza Liberty la sera, mi siedo sui gradini e guardo la fontana. Sono sicura che ti piacerebbe un sacco. Sto lì a fissare l'acqua mentre scorre fino a quando, alle dieci in punto, non si ferma, proprio come il giorno dopo la mia laurea. C'è un prima e un dopo quel giorno nella mia vita e avrei voluto che tu fossi stato con me, esattamente come tutte le sere in cui mi ritrovo lì da sola con i miei pensieri. Ho il cuore a pezzi e non vi è rimedio.  Invece, ancora una volta hai anteposto il lavoro a me. Avevano ragione gli adulti che tanto detestavo quando sentenziavano che i giovani d'oggi non si vogliono impegnare, che non sanno sacrificarsi per gli altri. Tu non hai mai fatto niente per me. Non fraintendermi, non te lo sto rinfacciando - anche perché ormai non avrebbe alcun senso - è solo una triste constatazione. Tornerò ad essere felice? Non è la prima volta in cui mi ritrovo da sola senza di te, ma ancora non riesco ad abituarmici. Mi manchi, lo ammetto, e ancora non posso fare a meno di sentire la tua assenza. Nonostante tutto il male che ci siamo fatti, gli errori irrimediabili e i chilometri e le persone che ci separano, non riesco a fare a meno di pensare ancora a te. Sembra assurdo il modo in cui tu hai avuto più importanza in poco tempo di tutti gli altri che trascorrono tutta la loro vita accanto a me. Tu non ci sei e non è vero che alla fin fine conta chi rimane sempre, perché tu non sei qui in carne ed ossa, ma sei ancora dentro di me e forse questo è tutto quel che realmente importa.


L'altra notte ti ho sognato e non accadeva da tempo. Il mio subconscio ti ha concesso una seconda possibilità. Era la sera della mia festa di laurea, non ero all'hotel dove è avvenuta, ma in uno più simile a quello dove ci siamo visti l'ultima volta. Ero uscita fuori a prendere un po' d'aria e ti ho visto passare, ho urlato alle tue spalle se fossi realmente tu, ti sei girato, mi hai sorriso e mi hai detto con la tua solita semplicità che ero bellissima. Avrei voluto schiaffeggiarti, invece sono rimasta lì, ferma, a guardarti senza fare niente. Ero così felice di rivederti che al mio risveglio ho sentito un vuoto incolmabile impossessarsi di me e non ho potuto fare altro se non conviverci tutto il giorno. 


Questa mattina mi sono svegliata e c'eri tu nei miei pensieri. Ho immaginato una scena da film che potrebbe facilmente avvenire nella realtà. Metti che questo sabato, al concerto di Ghali a cui devi andare e io lo so grazie a Facebook che mi fa sapere tutti i fatti tuoi, ci trovi me. Il bello è che io non so nemmeno chi sia Ghali, non ho mai ascoltato una sua canzone neanche per sbaglio, ma non mi importa. Il mio è solo un pretesto e lo sappiamo entrambi. Metti che lì ci trovi me, dicevo. A quel punto che faresti? Penseresti che è una coincidenza, che è il segno che stavi aspettando, che finalmente il destino ci vuole riunire. Invece no, sarebbe colpa o merito soltanto della mia testardaggine. Mi vedresti lì, in mezzo alla folla di persone del Pala Alpitour di Torino, non crederesti ai tuoi occhi e mi perdoneresti. Ma chi mai potrebbe garantirmi che, dopo aver fatto i salti mortali per venire nella tua città che ormai odio con tutta me stessa, aver mosso a compassione un bodyguard all'ingresso spiegandogli di non essere lì per il concerto, ma per ritrovare il mio amore perduto, che non avrò altre occasioni per incontrarti di nuovo e che se non entrerò perderò l'occasione della  mia vita, riuscirò davvero a rivederti?


Hai sempre odiato la mia impulsività, perciò questo piano geniale che chiunque apprezzerebbe a te risulterebbe solo l'ennesimo artificioso tentativo di tornare indietro nel tempo. Non lo troveresti nemmeno romantico. Perciò questo week end non farò nulla, rimarrò a Milano e forse andrò in piazza Liberty da sola per l'ennesima volta di sabato sera. Continuerò ad ascoltare ininterrottamente la nuova canzone di Gazzelle, Sopra, e quasi piangerò perché questa volta temo davvero di averti perso e non so nemmeno da dove cominciare a vivere senza di te nella mia vita, nonostante tu non ne faccia parte da più di un anno ormai.

giovedì 18 ottobre 2018

La tua lettera per me

Ti chiederai perché proprio ora, dopo tutti questi mesi di silenzio, io abbia deciso di romperlo per riaprire una ferita che non si era mai rimarginata completamente. Forse è proprio per quella ferita, per far sì che si chiuda definitivamente, senza che saltino ancora via i punti, o molto più semplicemente è l'ultimo tentativo di riparare a tutto il dolore che ti ho causato. 
Eravamo sciocchi, immaturi, impulsivi. Guardaci ora. Abbiamo paura di guardarci negli occhi e ammettere di aver fatto il più grande errore delle nostre vite. Come siamo arrivati a questo punto? Davvero abbiamo lasciato che accadesse a noi? È stata mia la colpa, come diceva la canzone, lo so benissimo, ma nonostante questa consapevolezza non sono mai stato capace di chiederti di perdonarmi. Ti ho detto che non era il momento giusto, che non mi sembrava il caso, che i nostri sogni erano più importanti della nostra storia, che credevo di averti persa, che non pensavo ti importasse tanto di me, ma la verità è che ho mentito a te come a me stesso per tutto questo tempo. Mi ero convinto di essere felice, di stare bene così, senza avere un uragano nella mia vita, ma non si cancellano mai da un giorno all'altro gli effetti devastanti della forza della natura. Eri e sarai sempre la più bella tra tutte. Sei arrivata tu e hai oscurato quel che c'era stato prima e quel che sarebbe arrivato dopo. Volevi me e io ancora stento a crederlo. È forse stato questo a spaventarmi e ad allontanarmi da te? Non lo so, però non riesco più a fingere di essere felice, ripetendomi che dopo tutto il male che ti ho causato sia meglio che ognuno vada per la propria strada.
Come un ciclone sei arrivata nella mia vita, l'hai sconvolta e poi sei scappata via. Sono rimasto lì fisso a guardarti immobilizzato dal tuo fascino e quando mi sono reso finalmente conto di averti persa era davvero troppo tardi. Niente è più stato come prima. Sono già trascorsi tredici mesi senza di te e ogni mattino mi domando come sarebbe bello svegliarsi accanto a te.
Tu sei il mio ciclone. Tu hai portato il sole e hai lasciato dopo il tuo passaggio solo pioggia e freddo. Tu sei l'estate che abbiamo condiviso insieme. Ho sbagliato, l'ho sempre saputo anche se ho ignorato a lungo questo senso di colpa che ora è diventato insopportabile. Sei felice? Continuo a cercare ovunque intorno a me la tua risata contagiosa, ma nessuna è come la tua, nessun'altra ride in quel modo buffo che mi fa pensare al sole caldo d'agosto. Eri così piccola, eppure eri più forte di me e l'ho capito quando era troppo tardi. Non sei mai stata una tra le tante, mai. Non sei mai stata mia, nemmeno se e quando lo hai desiderato più di ogni altra cosa al mondo, appartenevi sempre e solo a te stessa, è questo il motivo per cui non sono riuscito a trattenerti. Ho avuto paura di essere travolto da te e di essere uno fra i tanti, mentre tu per me eri tutto.
Non riesco più a guardare Milano come prima di conoscerti. Mi sono innamorato di te mentre mi parlavi di queste strade, di questo cielo che ora mi parla dei tuoi occhi. Non siamo poi così lontani, è questo il dramma, ma non posso più cercarti. Mi pensi mai? Mi vuoi ancora? Saresti disposta a darmi un'altra possibilità per l'ennesima volta? 

domenica 7 ottobre 2018

Perfetti sconosciuti



Sono le quattro del mattino. Sei appena tornato a casa, ti fa male la testa, prendi un'aspirina prima di poter finalmente sprofondare nel sonno, fissi lo schermo del telefono sul quale brilla ancora il mio messaggio che attende una risposta. Non riesci a ignorarlo, tenti di trovare una risposta invano, decidi infine di lanciare l'ultimo mezzo che ci collega sul divano e di non guardarlo fino al tuo risveglio. Ti sembra più semplice vivere in questo modo, fingendo che tutto vada bene, ma è passato un anno e io sono ancora un chiodo fisso nella tua mente che ti tormenta senza darti tregua. Ti passi una mano tra i capelli, ti guardi nello specchio e non vedi più la stessa persona di un tempo, ma vedi soltanto i segni dei giorni che passano e ti chiedi che senso abbia trascorrerli lontano da me. Non riesci a fare a meno di chiederti come sia possibile sentire ancora la mia mancanza come se ci fossimo detti addio questa mattina. Apri il frigo in cerca di un diversivo, prendi il cartone del latte, ricordando quanto piacesse a me, lo bevi frettolosamente e ne versi un po' in terra, ma non ti importa, ci penserai domani, cammini avanti e indietro cercando una via di fuga dai tuoi pensieri, finalmente entri in camera da letto, ti spogli mentre guardi le luci della notte fuori dalla finestra, ti chiedi cosa io stia facendo, allora ti giri, finalmente il tuo sguardo viene attirato dal letto e dalla donna che ti ha aspettato fino a tardi e poi si è addormentata lì, stanca di farsi domande a cui non risponderai, la osservi mentre dorme serena, non puoi fare a meno di pensare che non è me, non ha niente di me, l'hai scelta anche per questo, per tenermi il più lontana possibile, ma soprattutto perché non vuoi più avere niente a che fare con me e lei te lo ricorda continuamente. Ti stendi accanto a lei, non la tocchi, ti senti sporco, hai voglia di farti una doccia, ma non vuoi svegliarla, ti volti su un fianco per non sentirti in colpa, ma è tutto inutile, mi vedi riflessa nello specchio, in una vecchia foto che hai nascosto in un cassetto della scrivania in cui rido come una bambina, ripensi al giorno in cui me l'hai scattata e istintivamente sorridi, ma subito dopo ti maledici e maledici anche me perché vorresti sapere dove sono cosa faccio e con chi esco ora, ma l'orgoglio e anche la tristezza ti impediscono di prendere il telefono. Non hai più voglia di giocare, sei vecchio, sei stanco e ti senti ridicolo a vivere questa doppia vita a cui ti sei condannato da solo. Ma io sono ancora qui e non me ne andrò mai del tutto. Abbiamo invertito i ruoli, ma la partita è ancora lontana dalla fine. Mettiti comodo, il secondo tempo è appena cominciato.

martedì 3 luglio 2018

Ci vorrebbe una notte per ricominciare


Ho ricominciato Sex and the City dalla prima stagione. La consapevolezza di essere identica a Carrie non è mai stata tanto forte prima di questo periodo della mia vita.
L'altra sera sarei dovuta rimanere a casa, invece sono finita per la prima volta al Giardino delle Culture, posto mistico di cui ho sentito parlare fin dal primo anno a Milano, ma per qualche strana ragione non c'ero mai stata. Mi son fatta leggere le carte, altra cosa che non capitava da anni. Le carte non mentono mai, ha commentato ironicamente ieri sera Attilio ascoltando il mio racconto. Io mi ero auto-condannata a vagare in questa città alla ricerca di un'emozione che mi ricordasse quello che avevo provato con te. Ma ormai anche le immagini nella mia mente sono sbiadite e rincorrerle non le farà tornare indietro. Sembro un cane che tenta di addentare la propria coda. Tu sei lontano e io sono sola, né più né meno di quando ti ho conosciuto. Però, se è così complicato per me tornare ad essere la fanciulla ingenua e spensierata di prima, deve essere dura anche per te in qualche misura vagabondare in giro per il mondo, dopo aver incontrato me sul tuo cammino.
Cosa avevamo poi di così speciale? Non so spiegarlo, ma è un sentimento capace ancora oggi di farmi piangere, ridere e arrabbiare ogni volta in cui parlo di te. Non è mai finita davvero, nonostante i miei estenuanti tentativi e una parte di me vuole davvero credere che tu continuerai a far parte della mia vita ancora per molto tempo. Abbiamo qualcosa che ci spinge sempre indietro l'una verso l'altro, ma abbiamo anche due vite completamente diverse che non so quando si incontreranno ancora. Mi manchi come l'aria calda di quelle sere d'estate con te, non posso fare a meno di pensare al giorno in cui sei partito, al modo in cui ci siamo abbracciati e siamo rimasti stretti in mezzo al parcheggio, poi quella sera è arrivata la tramontana e i giorni sono trascorsi lentamente, chiusa in casa a studiare al riparo dalle emozioni vissute con te sugli scogli del molo. La calma dopo la tempesta, anche se da quando ti ho conosciuto non ho più avuto pace.
Non riesco a credere che quest'anno tu non sarai lì con me nemmeno per un giorno.

martedì 19 giugno 2018

Che ne sanno gli altri?

Stasera basterebbe così poco, eppure non cedo. Mi hai scritto che sono bella e io ti ho ignorato, proprio come la prima sera. Basterebbe un suono del clacson, saprei che sei tu, scenderei saltando due gradini alla volta e ti stringerei forte implorandoti di non partire mai più. Scrivere non è sufficiente, ho bisogno di rivedermi nei tuoi occhi per ritrovarmi e il contatto reale con te è l'unica cosa che sembra essermi preclusa.

E mentre studio il legname da costruzione il tuo pensiero mi attraversa continuamente la mente e non mi lascia in pace e questo è un bel modo per dirti che sei ancora qui e ieri notte ti ho sognato di nuovo e non accadeva da tanto tempo e mi sono stupita persino io al risveglio perché temevo che non saresti più tornato da me e invece eccoci qui a scrivere l'ennesimo capitolo delle nostre vite che si sfiorano e poi riprendono a correre parallele. Quanto tempo durerà questa volta? Un giorno, una settimana, o un mese? La data di scadenza c'è sempre e io ho paura che questa volta arriverà più rapidamente delle precedenti e non sono mai pronta a lasciarti andare via.
Io lo so che quando dici di tenere a me non menti, come so quanto mi odi quando sono impulsiva e mando all'aria il nostro rapporto, ma ora ho bisogno che tu resti anche se io ti urlo di andare via. Siamo il giorno e la notte, io il sole e tu la luna, ma ieri notte per qualche minuto siamo riusciti a coesistere pacificamente e infatti era solo un sogno.

venerdì 25 maggio 2018

Ma continui a sognare me


Sono tornati i temporali estivi e le corse verso casa senza ombrello. È come se quel piccolo universo in cui eravamo insieme e felici volesse entrare prepotentemente in questo riportando qui un po' di sole dopo la pioggia. Ma è durato così poco che non potrebbe influenzare a lungo le sorti di questo nostro mondo in cui siamo distanti. Tutto quel che mi resta ora sono notti insonni in cui mi tormento con domande che non troveranno mai una risposta.
È venerdì sera e non riesco a pensare ad altri che a te. Non sono ubriaca, né disperata al punto da cercarti. Sento solo tanto freddo intorno a me e non c'è nessuno che mi riscaldi.


Il vero problema è che le canzoni che ascolto, le strade che percorro e persino le persone che incontro mi parlano di te. O, forse, sono io a cercarti. Sta finendo anche maggio, non sono ancora uscite le date del tour ed io sono stanca. A volte penso che sarebbe più semplice cedere alla tentazione di telefonarti, invece di costringermi a scrivere queste lettere che non leggerai mai. Ho ancora così tanto da dirti, ma tu sei disposto ad ascoltare?

giovedì 24 maggio 2018

È solo che a guardarti negli occhi mi ci perdo


Di te mi manca soprattutto quel tono saccente e insopportabile con cui mi lasciavi senza parole. Mi consola la consapevolezza che anche tu pensi ancora troppo spesso a me e ti maledici per avermi persa in un modo tanto ridicolo.
Ogni tanto, soprattutto quando piove e ascolto Calcutta come stasera, la tentazione di scriverti è così forte da farmi andare addirittura a cercarti in rubrica. Dura circa dieci secondi, ma a me paiono sempre infinitamente più lunghi. Poi ricordo com'è finita, quanto sei stato insicuro, il modo in cui mi hai ferito e lascio perdere. Ho rinunciato davvero all'idea di noi due insieme questa volta, volevo dirtelo, ma non ne vale più la pena. Tutte le lacrime consumate per te non me le darà indietro nessuno, nemmeno la magra consolazione del dolore che ti ho causato a mia volta. Non ho mai voluto farti del male, so che non mi crederai, ma è così. Mi manchi, ma sto meglio, mi mancherai ancora, ma riuscirò a cavarmela anche senza di te. Peccato, egoisticamente penso che mi sarebbe piaciuto averti nella mia vita, ma perché abbiamo dovuto complicare tutto con i sentimenti? Sarebbe stato molto più semplice se fossimo stati solo amici.
Ho giurato a me stessa di non innamorarmi mai più dei tuoi occhi azzurri, ma chi può assicurarmi che nel momento in cui ti rivedrò non mi tremeranno le gambe e mancherà il respiro?
Vorrei non rincontrarti mai. Ma se non potrò rivedere i tuoi occhi, come farò a ritrovarmi?
Nessuno mi ha mai più guardato con la tua stessa intensità, come se non volesse perdersi un solo mio dettaglio, però temevo anche di non ricevere mai più messaggi alle due di notte di venerdì sera e, invece, è accaduto. Forse è possibile ricominciare a ridere come bambini e condividere quella sensazione magica con un'altra persona.

Sto guarendo.

domenica 20 maggio 2018

Tutti i marinai gridano I love you

Forse la magia di questo posto è proprio nelle lunghe attese. Bisogna aspettare tutta la notte per veder sorgere il sole dal mare, e noi sappiamo bene quante cose possono capitare in una sola notte.

Attendi un intero anno di ritornarvi e ogni primo settembre è il Capodanno a cui non sei mai felice di dover partecipare. Dura sempre troppo poco la fuga dalla quotidianità. 

Non ho resistito e sono tornata prima ancora che l'estate giungesse, alla ricerca di emozioni perdute, di tramonti che non vedremo più insieme, credendo di ritrovare quella parte di me che ti ho donato e che tu hai gettato in mare.

Purtroppo, però, ho imparato da bambina che il mare non restituisce mai quel che prende, se non dopo anni di navigazione in acque straniere così da rendere quel che ti ha rubato irriconoscibile nel momento in cui tocca nuovamente la riva natia.

Per nove lunghi e interminabili mesi mi sono domandata cosa avrei provato nel ripercorrere queste strade.

Mi sono seduta a piangere sul lungomare alle undici del mattino. Ero sola, non c'erano locali aperti, né vecchie pronte a lanciare secchi d'acqua come la notte in cui ti ho conosciuto. Hanno staccato i manifesti del tour alla fine. Non c'è più una sola traccia del vostro passaggio qui. Eppure sei ovunque intorno a me. Come gli orecchini a forma di coccinella che perdevo continuamente tra le onde ma che ancora ricordo gelosamente, così tu non tornerai più indietro ed è giunto il momento di lasciarti andare.

lunedì 30 aprile 2018

A Milano


Vado via, ti lascio. Però torno presto, stai tranquilla.
Non è un addio definitivo, d'altronde, non ho ancora imparato a dire a voce alta quella parola, ma a scriverla sono bravissima.
Voglio fuggire lontano dai rumori e dalla gente, dai ricordi impressi nelle vie che ho percorso, da questi tre anni meravigliosi trascorsi insieme durante i quali ho tentato di conoscere ogni aspetto di te, così complicata e così semplice da amare allo stesso tempo. Come un cliché, vado a scrivere al mare. Sono una vigliacca, lo ammetto. Schiaccio per la prima volta volontariamente il pulsante "pausa" sulla nostra storia. Nelle relazioni tra esseri umani è più difficile solitamente, ma con te, che mi hai sempre dato la possibilità di scegliere, è fin troppo semplice. Ho salutato tutti i luoghi che hanno costituito la scenografia della nostra storia. Sono stati tre anni di amore vero questi che abbiamo trascorso insieme. Ogni volta in cui mi arrabbiavo, in cui piangevo, in cui non mi sentivo amata, tu eri lì per me. Non ero del tutto consapevole inizialmente dell'amore sconfinato con cui mi hai accolto, ma dal primo istante ho capito quanto tu saresti stata importante per me. 
Tuttavia, è giunto il momento di interrompere questo rapporto. So che al mio ritorno mi accoglierai a braccia aperte, diverse e nuove, perché tu difficilmente resti a lungo uguale a te stessa.
Scappo da te e da tutto quello che rappresenti per me. 
Tenterò di vivere senza finestre sul tuo mondo. Mi basterà la terrazza che si affaccia sulla spiaggia, con gli scogli come unica vera protezione. Dormirò sul divano quando ne avrò voglia, non ci sarà mia madre a rimproverarmi e ad urlarmi di andare a stendermi sul mio letto, né le tue strade trafficate a tutte le ore del giorno e della notte a farmi compagnia. Il silenzio, che tanto a lungo ho evitato accuratamente, sarà la mia sola compagnia. Non prenderà mai il tuo posto nel mio cuore, sarebbe impossibile. Guarderò il mare da quel divano, ripenserò a te, proverò nostalgia, ma troverò un po' di pace camminando sulle strade che conosco da una vita e che ho percorso migliaia di volte.
Mi mancherai come l'aria quando di notte vagherò per il paese alla ricerca di un locale aperto e non ne troverò nemmeno uno, quando avrò voglia di evadere da questa calma che ora inseguo e vorrò tornare da te come se fossi in astinenza dalla vita reale. Resisterò per il mio bene, combatterò contro questo istinto primordiale e, una volta raggiunto il mio obiettivo, sarò pronta a tornare da te.
O forse no, d'altronde la vita è imprevedibile e non so ancora quanto tempo mi servirà, così come cinque anni fa non avrei mai immaginato un mio futuro insieme a te.
Sei stata, sei e sarai sempre la più bella del mondo ai miei occhi.
Ti ho regalato una parte del mio cuore e sarà tua per sempre, questo te lo prometto.
Ma ora è tempo che io ritrovi me stessa e qui con te non è possibile.
Perdonami, se puoi.

mercoledì 18 aprile 2018

Un'emozione da poco

Non avevo mai compreso cosa spingesse le persone ad umiliarsi per dimostrare il proprio amore prima di incontrarti. Me ne rendo conto ogni volta che maledico il giorno in cui ti ho conosciuto e me ne pento l'istante seguente. 

Non possiamo cambiare le regole del gioco a partita conclusa. Anche se non ci sono stati vincitori né vinti, la nostra guerra d'amore è finita, giusto? Non si può più tornare indietro al punto di partenza, ma io non posso andare avanti se continui a tirare la corda verso di te ogni volta che tento di allontanarmi. Basterebbe poco per tagliare il filo, ma mi spaventa troppo perderti e preferisco rimanere in bilico fingendo di essere un'equilibrista, perché non ci sarà nessuno a prendermi al volo quando cadrò.

Sei bellissima, mi dicevi. Io fingevo di non darti importanza, ti snobbavo persino e allora tu dichiaravi che col mio atteggiamento scontroso ti stavo facendo innamorare. Io sussultavo, non rispondevo, ma non riuscivo a non perdermi nei tuoi occhi azzurri. Quella prima sera ho perso contatto con la realtà e non l'ho più ritrovato. 

Ieri ti ho sognato di nuovo. Ma questa mattina al mio risveglio eri scomparso senza lasciare alcun ricordo, sapevo solo che eri stato lì con me per qualche brevissimo ma intenso attimo. Ero sola, che novità. Magari, se mi fossi svegliata cinque minuti prima, ti avrei guardato uscire in punta di piedi, attento a non far rumore per non disturbarmi. 

È l'una di notte e niente va bene. Eppure sono sicura che non puoi fare a meno di smettere di lavorare e pensare a tutte quelle volte in cui mi scrivevi dopo una giornata e, trovandomi sveglia, mi chiamavi. I minuti al telefono diventavano ore e le risate cancellavano ogni traccia di tristezza dalla mia mente. Il cuore prendeva il sopravvento ed ero felice. Era così naturale condividere nel cuore della notte episodi delle nostre vite, ridere e sentirsi a casa anche quando ci separavano molti più dei soliti centotrenta chilometri. Eri sempre tu a decretare la fine di quelle telefonate così come della nostra storia. La testa governava le tue decisioni allora come oggi. Solo una volta il cuore ha preso il sopravvento sulla testa. È stata la notte in cui mi hai scritto dopo due settimane e, nonostante il mio silenzio, hai continuato a cercarmi ininterrottamente fino a quando non ho ceduto. 
Vorrei dirti che questa sarà l'ultima volta, che d'ora in poi farò a meno di scriverti parole che non otterranno risposta, ma sarebbe difficile almeno quanto per te non guardare più l'orologio all'una di notte chiedendoti cosa io stia facendo o con chi io stia parlando al telefono.
Ora, però, sono pronta a lasciarti andare. Non ho più voglia di rincorrerti, non riesco più nemmeno a immaginare come sarebbe possibile un futuro insieme e temo che tutto l'amore che mi legava a te stia lentamente scomparendo. È finita davvero. Le tante battaglie combattute più o meno valorosamente ci hanno portato ad una vile resa. La parte più triste è che mai, in questi mesi, ero riuscita ad immaginare il capitolo conclusivo della nostra storia e adesso mi pare così banale da deludermi immensamente. Avremmo meritato un epilogo diverso, degno di una storia che di ordinario non ha avuto nulla.

Piove stanotte, piove e non accenna a smettere. Come se il cielo volesse farmi sentire la sua vicinanza, ma il vuoto che ha lasciato intorno a me la tua assenza è incolmabile e io di notte sono troppo fragile e stanca per fingere che non sia vero. Avevo promesso a me stessa e alle persone che mi vogliono bene che questo sarebbe stato l'ultimo tentativo e così sarà.

Non ho più paura di stare da sola.

sabato 7 aprile 2018

Dimmi dove sei, vorrei parlarti

Dicevano sarei stata meglio, di essere paziente perché il tempo guarisce tutte le ferite, ma sono trascorsi due mesi in cui non ti ho mai cercato e ogni dannata notte mi addormentavo sperando di ricevere un tuo messaggio il mattino dopo.


Rimescoliamo le carte. Iniziamo un capitolo nuovo. Strappa pure tutti quelli precedenti, non contano più nulla per me. O forse sì, senza quelle pagine non saremmo qui ora.

Non mi hai mai perso definitivamente e, adesso che lo sai, quale sarà la tua prossima mossa? Pensavi non mi importasse più di te, invece rieccomi qui, sono tornata per rimanere. Questa volta non scappo, no, sono stanca di stupide e inutili tattiche che per mesi mi hanno solo tenuta lontana da te che sei quanto di più bello mi potesse capitare di incontrare in una torrida serata d'agosto. 


Gli amori estivi non sono fatti per le mattinate nebbiose invernali, né tanto meno per scaldarti davanti ad un camino in una domenica pomeriggio di pioggia, sono fatti per essere vissuti tutti d'un fiato, per godere di ogni raggio di sole, prima che la brezza autunnale li porti via e non ne lasci che un ricordo sbiadito destinato ad essere sepolto dal primo nevischio. Ma per noi quel gioco iniziale si è trasformato lentamente in un sentimento capace di farci ritrovare sempre sulla stessa strada. Perciò cambiamo le regole ancora una volta, io tenterò di essere più paziente, ci proverò davvero, perché non voglio più addormentarmi senza sapere se stai pensando a me. Non voglio perdere l'occasione di poter essere felice e, soprattutto, di condividerla con te.

domenica 1 aprile 2018

You had me at hello


Sono stata io a notare te. Avevo appena fatto il mio ingresso trionfale, ero circondata da persone, ma il mio sguardo si è posato sul tuo tavolo e su di te, l'unico che non si stava preoccupando affatto dei banali rituali di una piccola comunità che gli si stavano consumando intorno. Ti ho visto, un brivido mi ha corso lungo la schiena e niente è più stato uguale a prima.

Il giorno dopo, sdraiata sul letto di Antonella, pensavo a te mentre riflettevamo insieme sulle improbabili direzioni che le nostre vite stavano prendendo. Per la prima volta da anni lei era single ed io ero fidanzata.  

E se mi stessi accontentando?
Non sei felice?
A casa mia ci sono delle rose rosse stupende e io sono qui a chiedermi cosa voglio invece di fare salti di gioia.
È un bravo ragazzo.
Lo so.
Gli spezzerai il cuore.
Lo so.
Non voglio andare alla serata, ci sarà il mondo intero.
Potremmo rimanere qui a vedere un film e giocare a burraco.
Buona idea.
Oppure potremmo andare.
Dici?
Ci noteranno di più se andiamo e stiamo in disparte o se non andiamo per niente?

Eravamo davvero sfinite, non so nemmeno io dove abbiamo trovato la forza, ma alla fine siamo venute alla serata. Il resto della storia già lo conosci. Era la prima volta in vita mia che andavo a ballare in scarpe da ginnastica, shorts e top. Sembravo mia sorella, eppure mi hai notato ugualmente. Tra tutte le ragazze presenti, perché hai scelto me? Avresti potuto avere chiunque, perché proprio me? Suppongo che non abbia più importanza a questo punto della storia, ma io ancora me lo chiedo.
Ti sei avvicinato a me mentre ballavo con le mie amiche e mi hai sussurrato: "Sei bellissima". Poi sei tornato a ballare con i tuoi amici, continuando a guardarmi. Io non ho replicato, sono rimasta lì fingendo di non averti sentito, anche se in realtà avevi già scatenato una guerra in me.

Il lungomare non è mai stato bello come quel mattino. Erano quasi le sei e il sole non accennava a sorgere, la luna rossa e bassa illuminava l'ultimo tratto di strada che ci separava dai nostri letti, io e te sotto casa mia di cosa abbiamo parlato? Non dimenticherò mai lo stupore sul tuo volto quando ho indovinato la tua età al primo tentativo. Poi mi hai sorpreso tu notando che portavo l'elastico per i capelli sotto il gomito invece che al polso. Tu lo avevi nello stesso identico punto.

Ricordo tutto di quei giorni trascorsi con te. Non potrebbe essere diversamente. Quel martedì mattina nel ristorante del lido ero così triste e nemmeno io ne comprendevo realmente la ragione. Parte di me temeva che non ti avrei mai più rivisto, parte di me era solo dispiaciuta per il naturale corso degli eventi. Dopo il nostro ultimo abbraccio sei salito in macchina e, guardandoti per l'ultima volta, ho capito.  Mi hai avuto dal primo istante, anche se ho finto che non fosse così e la verità è che non sono ancora pronta a lasciarti andare, a rinunciare alle emozioni che ho provato con te soltanto. 


Ora, finalmente, conosci la mia verità.

lunedì 19 marzo 2018

Cosa mi manchi a fare


Domani rimetterò la maschera, fingerò di stare bene, ma stasera non riesco proprio, perdonami. Sto meglio, sono quasi trascorsi due mesi, ma le fitte a volte sono così forti da togliermi il respiro. Il tuo nome compare ancora casualmente davanti a me troppo spesso. Sono io a cercarlo o sei tu a non avermi ancora lasciata del tutto? Forse starò meglio davvero solo quando smetterò di contare i giorni senza te. Mi pare che quel momento sia ancora troppo lontano e tu non tornerai ed io ho bisogno di piangere qualche volta in più, ma per una ragione a me ignota non riesco. Dovrei esserne felice, è un piccolo passo verso la guarigione, ma poi ricordo che di mal d'amore non si muore, si sopravvive sempre e io non lo so se voglio galleggiare in questo fango che mi impedisce di muovermi. Voglio tornare a vivere, ma temo continuamente il momento in cui crollerò. Arriverà, lo sai tu come lo so io. Perciò continuo a circondarmi di persone, ad evitare di rimanere sola con i miei pensieri, a rifugiarmi qui invece che tra le tue braccia che ormai non mi vogliono più, è evidente, ed io riesco solo a pensare a quanto fosse bello mandarci a quel paese sapendo che poi saremmo sempre tornati sui nostri passi.

martedì 13 marzo 2018

Ehi


Tre semplici lettere che non mi scriverai più nel cuore della notte dopo esserti preso una sbronza colossale ed esserti ripromesso di cancellare il mio numero. Se siamo arrivati a questo punto è tutta colpa di Pieraccioni, ma il metodo chiodo schiaccia chiodo non funziona più, ora lo so, e ricorda, eco è femminile, proprio come me. Mi manchi. Frasi sconnesse si susseguono irrimediabilmente nel mio cervello e non ho il coraggio di urlarle perché non c'è nessuno disposto ad ascoltarle. Non è vero, ho mentito di nuovo. Qualcuno c'è, ma non tu e, dunque, siamo di nuovo al punto di partenza. 

In questi mesi ho continuato a scappare da questa città dove non mi sono mai sentita tanto sola alla disperata ricerca di te in ogni luogo, trovando pezzi di te ovunque, ma non la mia parte mancante. Cosa ne hai fatto? Sembra scomparsa nel nulla, proprio come te. Dove l'hai nascosta? 

Non credevo di riuscire a vivere senza, invece pian piano sto imparando ad abituarmici. Ogni giorno va un po' meglio rispetto a quello precedente. Un tempo stare da sola mi terrorizzava, ora comincio a credere che le mie paura fossero infondate. Sto meglio. Non sto bene, sono ancora mutilata e lo sarò per sempre. Mi hai rubato una parte importante di me, ma ho deciso di lasciartela ancora un po', sappi però che un giorno non lontano verrò a riprendermela, entrerò senza bussare e me la porterò via, lontano da te e da tutto quello che siamo stati insieme. 


Non siamo i protagonisti di una leggenda popolare e nemmeno due innamorati ingenui a questo punto della storia. Però, ascoltando delle vecchie canzoni d'amore, non posso fare a meno di pensare a te. Sei entrato nella mia vita in maniera del tutto inaspettata e non lo hai fatto in punta di piedi, ma con un passo molto deciso, nel momento più sbagliato probabilmente, ma non hai mai chiesto scusa per questo. Le storie belle non sono mai state semplici, quelle non hanno mai fatto appassionare nessuno. Non siamo due eroi, ma chi ha condannato due vili come noi a non essere felici? È forse possibile che tutto quel che ancora non ci siamo detti un giorno, tra cento anni magari, ci riavvicinerà?


Ero pronta a pagare le conseguenze delle mie azioni pur di stare con te. È andata a finire che le sto ancora lentamente scontando, ma ne è valsa davvero la pena? Un tempo ne eravamo convinti entrambi, ora non lo so più.

martedì 6 marzo 2018

Gli amori estivi non sono fatti per sopravvivere ai venti invernali

È strano, non credi? Vivere nella stessa città e contemporaneamente in due diverse. Sfiorarsi senza incontrarsi mai. Camminare alla ricerca di qualcosa o qualcuno perduto per sempre.

Non torneranno più quelle passeggiate mano nella mano per le vie del centro di domenica pomeriggio. Cos'è normale, poi? Sapere tutto di te e poi all'improvviso più nulla. Fidarsi ed essere presi in giro. Non cambierà molto, se ci pensi bene. Continueremo a far finta di vivere felici e contenti. Però, rimettere insieme i pezzi non è mai stato tanto complicato prima d'ora. Almeno per me. Nemmeno so da dove cominciare. Ho eliminato tutto quello che mi era nocivo: persone, oggetti, luoghi, situazioni. Non è servito a nulla.

Sento solo la tua mancanza pungente e fastidiosa. Se fossi qui so esattamente cosa mi diresti: almeno sento ancora qualcosa.

Mi manchi terribilmente, ma ho commesso troppi sbagli con te e ho perso il diritto di cercarti tanto tempo fa. 

Eppure ogni sera prendo il telefono e scorro la rubrica fino a raggiungere il tuo nome, poi lo fisso per quella che potrebbe sembrare un'eternità, vagliando ogni possibilità: ti chiamo? Potresti non rispondere, questa sarebbe senza dubbio la soluzione più semplice per me. Oppure potresti rispondere, mostrando una buona dose di coraggio e, scoccato dal mio ardire, vorresti sapere cosa ho ancora da dirti, dopo tutto questo silenzio e dopo aver chiarito che non ti avrei più cercato. In questo caso sarei io a non parlare, non saprei davvero da dove cominciare, mi toglieresti il fiato come hai sempre fatto e rimarremmo in silenzio, trattenendo il respiro per non rovinare tutto ancora una volta.

Ricordo bene il modo in cui le parole hanno sempre complicato le cose tra noi e a questo punto abbiamo solo il coraggio di rimanere sospesi in due mondi separati, infelici e incompleti. 

No, è meglio non chiamare, non sono ancora pronta e sarebbe troppo imbarazzante.

Ogni sera da un mese ormai fisso il tuo nome in rubrica e decido di non fare nulla a riguardo.

Qualche volta piango ancora.

Ti sembra stupido, infantile, inutile? A me pare, invece, necessario. Leggo una frase, guardo un film, vedo una foto e rieccoti. Sei ancora qui.

sabato 3 marzo 2018

C.B.C.R.

Era l'estate della quarta ginnasio, i miei capelli erano lunghi come quelli delle principesse nelle favole ed io non desideravo altro se non che tu fossi il mio principe. Ma eri fidanzato e, dettaglio non del tutto indifferente all'epoca, eri più grande di me di sette anni. Passavamo le giornate a giocare a carte, mi stracciavi senza pietà, e le serate a passeggiare sul lungomare come nei film di Christian de Sica da giovane che tanto mi piacciono. Eri saccente, ma io ne ero affascinata. Mi sono presa la mia prima sbronza con te, me lo ricordo bene. Eravamo allo Street Bar, dove da lì in poi ho preso le migliori sbronze in assoluto, e ora che ha chiuso da un paio di stagioni l'estate a Margherita non è più bella come un tempo. Forse dipende anche dal fatto che tu non sia più tornato lì in vacanza. 


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Certo che sei cresciuta, eh. Quanti anni son passati? Mi sembra ieri.

Sono esattamente come mi ricordi.

Ti ricordo come una ragazzina innocente e sveglia.

Lo sono ancora.


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Non è vero, ti ho mentito. Non sono più quella ragazzina innocente da troppo tempo ormai. Cercavo il grande amore, tutto quello che ho trovato sono state delusioni e storie banali che si consumavano di notte, mai alla luce del sole. Ma tu cosa cerchi? Non l'ho ancora capito.


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Sei andato via già da un'ora e io non ho fatto altro che piangere e ripensare a questi giorni trascorsi insieme dall'istante in cui ho chiuso la porta dietro di me. È tutto così assurdo, dove abbiamo sbagliato? Forse il ricordo di quell'estate di sette anni fa e le aspettative troppo alte da parte di entrambi hanno giocato un ruolo fondamentale, ma non mi pento di quello che è accaduto. Non è il nostro momento, me ne sono resa conto anche io. Ma non per questo voglio eliminarti dalla mia vita, per quanto assurda questa amicizia a distanza è qualcosa a cui tengo molto. Non mi farò una colpa per la persona che sono diventata, ma mi dispiacerebbe infinitamente se questo volesse dire perderti e non ritrovarti più. Le frasi di circostanza che ci siamo detti salutandoci così frettolosamente non mi sono mai piaciute e non avrei mai voluto usarle con te. Avrei piuttosto voluto dirti che questa mattina ho sognato che tornavi prima da lavoro a causa della neve, mi trovavi nel tuo letto e facevamo l'amore per l'ultima volta. Non ha senso, eppure quando stasera mi hai detto che effettivamente stavi tornando a casa quando è arrivato l'imprevisto e hai deciso di rimanere in ufficio, ho pensato che davvero non fosse questa settimana il nostro momento.


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Sono arrivata improvvisamente, ti ho travolto e poi ti ho lasciato andare. Non duro troppo a lungo in un posto. Non è stata realistica questa settimana, ma è stata meravigliosa e, soprattutto, reale. Ogni emozione che abbiamo vissuto me la porterò via con me. A te lascio un disegno che rappresenta la mia visione dell'amore, la stessa versione che abbiamo condiviso insieme. In quel gesto, così semplice e dolce allo stesso tempo, ritrovo te. Tornerò a Milano, dove ora mi sento a casa, lascio questa città eterna dove purtroppo non ho ritrovato me stessa, ma dove lascio un pezzo del mio cuore. Tu tienilo al sicuro, è una tua responsabilità ora, non calpestarlo e non dimenticare mai quanto sei importante per me. Sarò sempre la tua tempesta perfetta.


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Il viaggio di ritorno è sempre rapido e indolore. Ti ricordi come stavo una settimana fa? Agitata come mai prima, non avevo ancora fatto la valigia ed ero di nuovo quella ragazzina che avevi conosciuto sette anni fa. Ora sono solo una fra le tante, anche per te.


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Una settimana fa, a quest'ora esatta, eravamo insieme. Guardaci ora. Ognuno nel proprio letto, in due città completamente diverse, qui nevica e lì splende il sole. Ci eravamo sbagliati, non siamo fatti per stare insieme. Non è solo il nostro tempismo a fare schifo, ma anche tutto il resto: le paranoie, le altre donne, il mio continuo bisogno di attenzioni, i nostri percorsi di vita che inevitabilmente ci hanno cambiato e non ci hanno permesso di riconoscerci. Mi manchi terribilmente e non posso nemmeno dirtelo. Tu non senti mancanze, ti stanchi facilmente, mi hai dato una possibilità e io l'ho buttata via. Non si tratta di farsene una colpa, ma di comprendere che forse è arrivato il momento di smetterla di interpretare un personaggio e di agire diversamente. Pensavo di poter essere chi volessi, la femme fatale come la ragazza della porta accanto, ma mi sbagliavo. Non sono me stessa da così tanto tempo che nemmeno ricordo l'ultima volta che ho lasciato avvicinare qualcuno alla vera Rossella. Non ho permesso nemmeno a te di conoscermi realmente, avevi ragione tu. La verità è che non ricordo nemmeno io come fosse quella ragazzina dolce e innocente che avevi incontrato in vacanza. Le persone che ancora mi sono accanto sono quelle che l'hanno conosciuta, la ricordano come una persona solare, spontanea, ingenua e imbranata, ancora tentano di ritrovarla in un gesto o in uno sguardo, ma puntualmente ne restano delusi da questa versione che ha preso il sopravvento. Non so dirti quanto potrà essere difficile per me tornare ad essere la ragazzina che avevi conosciuto sette anni fa, non so nemmeno se sia possibile, so però che alcuni incontri mi hanno condizionata molto più negativamente di quanto immaginassi e che trascorrere del tempo da sola non potrà che servirmi per riflettere sulla persona che voglio diventare. Mi spaventa da morire l'idea di essere ferita ancora, ma mai quanto l'idea di non lasciarmi conoscere da nessuno realmente solo per non soffrire più.


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Non abbiamo giocato a carte nemmeno una volta, tu mi hai chiamato "Raperonzolo" e per un istante le mie gambe hanno tremato per l'insicurezza. È durato solo un attimo, purtroppo, ma una parte di me avrebbe voluto che restassimo sospesi tra quelle parole per sempre.

lunedì 12 febbraio 2018

"Esco a comprare le sigarette"

Sono passati dieci giorni, ma tu non sei tornato.
Basterebbe così poco.

Potresti dimenticare di comprare le sigarette prima di tornare a casa dallo studio, uscire verso mezzanotte per andare alla solita macchinetta, ma pioverebbe stasera, quindi dovresti andarci in macchina per fare più in fretta, poi lì, davanti a cento pacchetti diversi ne noteresti uno uguale a quello che nascondevo io nella mia Fendi per Antonella, lo riconosceresti subito e sorrideresti inaspettatamente ricordando quella volta in cui me ne hai chiesta una e io te l'ho negata chiarendo col mio tono melodrammatico che le sigarette si prestano solo agli amici e noi non lo eravamo affatto. Avevo forse torto? Siamo stati e siamo ancora due estranei che hanno camminato sulla stessa strada per qualche giorno. Nulla di più. Quella stessa strada dopo la tua partenza l'ho ripercorsa centinaia di volte, sempre da sola, eppure ogni volta eri lì con me.

Ma tu, fermo alla macchinetta, avresti il coraggio di dimenticare di comprare le sigarette pur avendo già inserito la banconota, risalire in macchina, imboccare l'autostrada e guidare per due ore per poi arrivare sotto casa mia, suonare il citofono nel cuore della notte, urlare il mio nome fino a quando, sentendoti, non aprirei e a quel punto salire di corsa le scale per dirmi tutto quello che per mesi hai trattenuto e non hai mai osato pronunciare ad alta voce?

sabato 10 febbraio 2018

Non smettere mai di cercarmi

La verità è che ho il cuore a pezzi e non so come rimetterlo insieme. Sto cercando di convincere me stessa di stare bene, sto fingendo che questa piega degli eventi non sia stata poi così inaspettata per me, ma la verità è che mi ha completamente sconvolta ed era l'unica eventualità che non avevo immaginato potesse accadere. Fa male pensare a quel che di prezioso avevamo e al modo frivolo in cui lo abbiamo buttato via, ogni tanto mi manchi così tanto che arrivo a credere che ero disposta a rinunciare a molto, forse troppo, per te, ma quel che più è difficile da sopportare è la consapevolezza che nessuno potrà liberarmi da questo dolore. E più ne sono convinta e più cerco conforto tra le braccia di sconosciuti che della mia storia o del mio dolore non sanno e non sapranno mai nulla. Cerco solo di scappare da questa tristezza che mi avvolge, non è una giustificazione, ma tu perdonami se puoi.
Era amore?
Non lo so più, probabilmente no. Ma, allora, che cos'era?
Sono mai stata tua? Sei mai stato mio?

Qualsiasi canzone d'amore mi parla di te. Per la prima volta le mie mani hanno deciso autonomamente di inseguirti e ritrovarti nei miei disegni persino quando non sto pensando a te. Forse è accaduto perché non posso vederti più o forse molto semplicemente perché sto tentando inconsciamente di tenerti vicino a me con i pochi mezzi che mi sono rimasti a disposizione.
Che cosa ti aspetti che faccia ora?
Che io torni a cercarti, a implorarti di darmi una possibilità? O che me ne stia in disparte, che non sia più l'anima della festa come dimostrazione del mio amore e della mia devozione per te? Non accadrà niente di tutto questo. Continuerò a fingere di stare bene, perché è la sola cosa che mi riesce attualmente, non ti cercherò, quando starò per cedere verrò qui a scriverti piuttosto, perché qui sono ancora al sicuro da te e queste mie lettere non le troverai mai.
C'è la finale di Sanremo questa sera in tv, se fossimo stati insieme l'avremmo guardata sdraiati sul divano, invece secondo me sei fuori a cena con lei in un ristorante sofisticato dove vanno solo le coppie, anche se non ti immagino a tuo agio in questa scena. Ma cosa ne so io di te e di lei, potresti obiettare. Non ne voglio sapere niente, le mie fantasie mi consentono almeno di rimanere in un limbo eterno e non voglio avere la certezza che tu stia meglio con lei piuttosto che con me. Voglio solo continuare a sperare che tornerai ancora una volta.

giovedì 8 febbraio 2018

Stillicidio


Ci sono delle frasi ricorrenti usate dalle persone innamorate nei film quando recitano i propri voti o semplicemente dichiarano i propri sentimenti. Te ne sei mai accorto? Spesso dicono di amare la versione di sé stessi che diventano grazie a chi hanno accanto, altre volte di sentirsi finalmente completi.

Mi mancherai sempre, come una parte di me che ho dimenticato in un luogo e non sono più tornata a riprendere perché non sapevo come tornare indietro, così tu sarai la parte mancante che avrebbe potuto rendermi intera. Non ti ho chiesto io di corteggiarmi mentre ero impegnata con un altro, ma quella spinta che sentivo verso di te era innegabile allora come oggi.
Non mi resta nulla di te, se non qualche fotografia sfuocata scattata nelle caldi notte estive e un video registrato in casa tua la sera dei fuochi d'artificio. Undici secondi in cui tu tenti di rimediare allo scherzo dei ragazzi, mentre io e Giorgio ridiamo in sottofondo. 
In quel momento avevo già realizzato di essermi cacciata in un bel guaio. Eppure sono rimasta. Da quel giorno in avanti non me ne sono mai più andata completamente.
A volte tento di convincermi che tu sia solo stato il protagonista di un sogno e che non ci siamo ancora incontrati realmente. Forse un po' è vero che ancora non ti ho incontrato. So così poco e al tempo stesso tutto di te. Ora so solo che il nostro tempismo è davvero pessimo.
Come hai potuto rinunciare a me così facilmente? Era troppo difficile rimanere e vedere come sarebbe andata a finire? O era più semplice fingere che non avessimo condiviso qualcosa di speciale, seppur per poco tempo? 
Ero solo una tra le tante in attesa del suo ritorno? Oppure hai seriamente immaginato un futuro insieme a me?
Una parte di me sa di non aver combattuto da sola, ma tu ormai ti sei arreso, mi hai lasciato andare, mentre io ancora tento di aggrapparmi al tuo ricordo con le poche energie che mi sono rimaste.
Ho tante domande da porti, ma non ho più il coraggio di cercarti. La verità è che ho troppa paura di non ricevere alcuna risposta.